Nell'era in cui (quasi) tutto è permesso, troppa libertà può venire a noia, e per questo New York ama concedersi qualche divieto, almeno virtuale. Nella Grande Mela, infatti, sono di gran moda gli Speakeasy, espressione che letteralmente significa a bassa voce, ma che per definizione indicava lo spaccio di alcolici clandestino simbolo dell'epoca del proibizionismo. E gli Speakeasy moderni sono infatti locali ispirati agli anni Venti e Trenta, dove l'unica via d'accesso per assaporare il gusto del proibito è rappresentata da parole d'ordine, codici, e spioncini.
Tra i più famosi bar dove si può rivivere l'esperienza dei ritrovi illegali della City c'è il Please Don't Tell, nell'East Village. Per raggiungerlo, gli avventori devono superare un ristorante di hot dog, passare nel retrobottega secondo un collaudato trucco degli anni Trenta, quello del negozio civetta, e poi entrare in una cabina del telefono, alzare la cornetta e digitare il numero 1. A questo punto, se ci sono posti disponibili, si aprirà immediatamente una porta nascosta, rivelando un locale elegante e raccolto, dove è possibile gustare cocktail orginali e stuzzichini.
Nel Lower East Side, invece, è molto gettonato lo storico Back Room, dove vodka e whisky si bevono esclusivamente nelle tazze da the. Il bar, rigorosamente senza insegna né numero civico, è nascosto in fondo ad un corridoio a cui si arriva scendendo in una sorta di cantina su Norfolk Street. Per le signore sono vietatissime le giacche in pelliccia (fatta eccezione per quelle ecologiche): nessuno sa il motivo, ma è una rigida policy del locale, e se ne indossate una non vi faranno entrare. Sempre nel Lower East Side si trova anche The Blind Barber: in questo caso si entra in un negozio da barbiere per poi finire in un bar.

Lo Speakeasy Apotheke, a Chinatown
Un altro Speakeasy di Manhattan molto conosciuto è Apotheke, a Chinatown. Il locale è nascosto dietro l'insegna di una vecchia farmacia, e trovarlo è una vera impresa nel ginepraio di viuzze del quartiere. Entrando, dopo aver risposto al quesito posto dal buttafuori all'ingresso, si ha l'impressione di essere in un'antica farmacia europea di inizio Novecento con ampolle e alambicchi. I baristi sono rigorosamente in camice bianco, e anche i cocktail hanno nomi e funzioni specifiche, come per esempio quella di combattere lo stress, oppure aumentare la bellezza, e ancora stimolare la vitalità o il desiderio.
Nel Flatiron District si trova invece The Raines Law Room, situato in un seminterrato a cui si accede da una porta mal illuminata, per scoprire un ambiente intimo e raccolto con musica retro, luci soffuse, tappezzeria damascata alle pareti, e ampie poltrone di velluto. Anche il menu non delude le attese, con la maggior parte dei cocktail a base di bourbon, whiskey e champagne. Spostandosi nel quartiere di Chelsea, uno dei bar più conosciuti sul genere è' il Bathtub Gin, nel retro dello Stone Street Coffee. L'ambiente è una perfetta riproduzione dello Speakeasy degli anni Venti, reso inconfondibile dalla vasca da bagno posta al centro della sala. Un altro classico per gli amanti dei bar proibiti è poi La Esquina, a Nolita. Per accedere al locale bisogna entrare in un diner messicano, attraversare le cucine del ristorante e addentrarsi in uno stretto corridoio, ovviamente sperando di risultare simpatici ai buttafuori che piantonano l'ingresso: tra le specialità, il Passion Fruit Margarita.