Mentre Roberto Helg, il vice presidente della Gesap ‘beccato’ dai Carabinieri con una tangente in tasca esce di galera grazie ai suoi 79 anni suonati (troppo vecchio per la gattabuia, hanno sentenziati i giudici), i proprietari della società che gestisce i servizi a terra dell’aeroporto di Palermo hanno trovato il capro espiatorio al quale far pagare il conto per tutti: si tratta di Carmelo Scelta, il direttore generale che è stato sospeso.
A casa va solo il direttore generale. Gli altri protagonisti della vicenda restano tutti in sella. Così hanno deciso i soci della Gesap: il commissario della Provincia di Palermo, Manlio Munafò (la Provincia, oggi commissariata dalla Regione, è il socio di maggioranza con oltre 41 per cento delle azioni della società aeroportuale); il sindaco del capoluogo dell’Isola, Leoluca Orlando (il Comune controlla poco più del 30 per cento delle azioni); il vice presidente della Camera di Commercio, sempre di Palermo, Alessandro Albanese (20 per cento delle azioni), il sindaco di Cinisi, di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo. Insomma, l’assemblea dei soci ha deciso che il ‘colpevole’ è Scelta: per il direttore generale della società vale la ‘presunzione di responsabilità’. E il consiglio di amministrazione? Per loro, con in testa l’amministratore delegato, Dario Colombo, e il presidente della società, Fabio Giambrone, vale, invece, la ‘presunzione d’innocenza’.
Ma per il parlamentare regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, che da due anni denuncia in solitudine le storture nella gestione della Gesap i conti non tornano: “Doverosa la sospensione del direttore generale Scelta – dice a La Voce di New York il deputato del Parlamento siciliano -. Ma i componenti del consiglio di amministrazione non possono restare al proprio posto dopo tutto quello che è successo. Anche perché nelle intercettazioni Helg parla proprio del consiglio di amministrazione che si sarebbe riunito di lì a poco”.
In effetti, nelle intercettazioni – che ormai da qualche giorno circolano sulla rete – mentre il vice presidente della Gesap, Roberto Helg, spiega all’imprenditore Santi Palazzolo le ‘ragioni’ della tangente da 100 mila euro che deve pagare (50 mila euro subito e altri 50 mila in ‘comode rate’ da 10 mila euro al mese), fa riferimento al “consiglio”: e sono in molti a pensare che Helg non parlasse del ‘Consiglio d’Egitto’, cioè del celebre romanzo di Leonardo Sciascia…
“Ci sono precise responsabilità del consiglio di amministrazione della Gesap – sottolinea Ferrandelli -. Diamo pure per scontato che i consiglieri di amministrazione non sapessero nulla della trattativa tra Helg e l’imprenditore Palazzolo. Ma in questo caso è oggettivo che il vice presidente della società aeroportuale agiva indisturbato. Ciò significa che la governance della Gesap non funziona proprio. E’ per questo che debbono andare tutti a casa, nessuno escluso”.
Ferrandelli, che è stato l’avversario di Orlando alle elezioni comunali del 2012, potrebbe essere tacciato di partigianeria: è un avversario politico del sindaco di Palermo e Fabio Giambrone, il presidente della società voluto proprio da Orlando è sempre stato vicinissimo al primo cittadino di Palermo: “Non è così, nulla di personale con il presidente della società – sottolinea ancora Ferrandelli -. Ribadisco: ci sono responsabilità oggettive. E’ stato proprio Giambrone a rinnovare al direttore generale Scelta il contratto scaduto. Non mi sembra un particolare di poco conto”.
Ma come funziona la Gesap? Intanto va detto che è una società che fa pagare ai cittadini servizi salatissimi. Del resto, i soci che controllano oltre il 90 per cento del pacchetto azionario – cioè Provincia, Comune, Camera di Commercio di Palermo – sono messi male sotto il profilo economico e finanziario e i soldi per tenere in piedi la società da qualche parte debbono entrare. Non resta che ‘tosare’ per bene i cittadini.
Con i soldi, infatti, oltre a remunerare i consiglieri di amministrazione e il direttore generale, bisogna pagare 10 dirigenti a contratto che costano non meno di 3 milioni di euro, tasse comprese. A cui si sommano quattro quadri aziendali ben remunerati (con auto aziendale) e dieci-dodici funzionari apicali con super minimi (oltre ai normali stipendi) che oscillano da 10 a 20 mila euro all’anno (proprio in queste ore dirigenti e funzionari sono stati fatti ‘ruotare’ per evitare ‘incrostazioni’ di potere: tentativo un po’ maldestro di dare in ‘pasto’ all’opinione pubblica persone che, stando a quello che è emerso finora, non c’entrano nulla con la vicenda Helg).
Poi ci sono i circa 300 dipendenti tenuti invece a stecchetto con poco più di mille e 200 euro al mese (i più anziani non dovrebbero superare i mille e 600 euro mensili). Si chiude con tre vetture di rappresentanza: tre eleganti Audi a noleggio, supponiamo per i ‘capi’ della società che non possono certo spostarsi con i propri mezzi…
Andando un po’ a sbirciare tra le carte della Gesap ci si accorge che di cose strane ce ne sono tante. Sarebbe interessante chiedere ai consiglieri di amministrazione, ai vertici amministrativi della società e ai vertici della Provincia, del Comune e della Camera di Commercio di Palermo il perché di certe anomalie. Per esempio, il ricorso sistematico a royalties che variano dal 7 al 18 per cento. Sulla base di quali criteri la società utilizza royalties con una differenza che sfiora il 10 per cento?
Qualcuno ha fatto notare un altro elemento oggettivo: se le concessioni della Gesap fossero state assegnate tutte con gara e con base d’asta, Helg non avrebbe avuto la possibilità di chiedere mazzette. Invece viene utilizzato un sistema ‘misto’ che dà adito a dubbi.
Sulla vicenda intervengono i consiglieri comunali di Palermo, Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti: “Registriamo che i soci pubblici, in particolare il Comune di Palermo, vanno verso la riconferma di tutti i componenti del consiglio di amministrazione. Di fatto è una decisa assunzione di responsabilità che rafforza, in questo modo, l’azione di rilancio portata avanti dal presidente Fabio Giambrone. Benissimo anche la sospensione del direttore generale Scelta e la rotazione dei dirigenti: è un provvedimento dovuto, in attesa degli sviluppi dell’indagine. Consigliamo, ancora una volta – proseguono i due consiglieri comunali – di svolgere delle indagini interne e se è il caso portare in Procura quanto non apparisse chiaro relativamente a vicende gestionali da noi denunciate e che hanno portato la Gesap a chiedere in passato la ricapitalizzazione. La Gesap è un patrimonio per il Comune di Palermo e un’importante porta d'accesso per il territorio palermitano e siciliano: per questo terremo alta, anzi altissima, l’attenzione su tutto quello che succede al suo interno e soprattutto in vista della sua privatizzazione”.
Durissima la presa di posizione dei parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle (si tratta dei deputati del Parlamento siciliano: la Sicilia, come i lettori americani sanno, è una Regione a Statuto speciale e ha un proprio Parlamento). I grillini definiscono “inopportuna” la decisione dei giudici del Tribunale di Palermo che hanno concesso a Helg gli arresti domiciliari.
“Helg doveva restare in galera – dicono i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle -. Il giudice avrà anche applicato la legge, ma non sempre legge e giustizia coincidono. Il provvedimento – aggiungono – sarà anche tecnicamente corretto, ma resta eticamente inaccettabile. Fa ribrezzo pensare che gente che ricatta onesti commercianti con pesantissime imposizioni possa tornare a casa immediatamente, con la prospettiva, magari, di cavarsela a buon mercato successivamente in sede processuale. La dorata detenzione tra i comfort di casa, tra l’altro, fa passare un pericolosissimo messaggio per il cittadino, che rischia di prendere sottogamba la corruzione, che è invece un cancro della società e, pertanto, va trattata in maniera pesantissima. Per quel che ci riguarda i corrotti dovrebbero marcire in galera”.