Riccardo Costa ha 37 anni e un appetito insaziabile di cibo, di film e di vita. Fin dalla tenera età aveva le idee chiare su quale fosse la sua destinazione e professione: diventare un celebre regista e sceneggiatore. Dall’età di 5 anni sogna di sfondare nel cinema, conquistare Hollywood e guadagnarsi l’Oscar come miglior regista o sceneggiatura
Poi un incontro con Steven Speilberg, con il quale scambiò alcune parole, innescarono in lui la fiamma della passione per New York City. Aveva 20 anni. Riccardo, dopo quell’incontro, prese la decisione di volare Oltreoceano per realizzare i suoi sogni nonostante le perplessità iniziali dei genitori. Traghettato dalla stimolante scelta, Riccardo parte e piano piano realizza i suoi sogni imparando che la vita non è sempre un bel romanzo scritto ma una storia da vivere con le sue difficoltà e le sue opportunità.
Dopotutto la sua filosofia di vita è ‘Guarda la realtà per com’è. Non dare per scontato niente e non leggere la mente degli altri quando a malapena puoi ascoltare la tua’.
Il cinema è un occhio aperto sul mondo. Joseph Bédier
Riccardo è originario dell’Emilia, precisamente di Bologna, patria di partigiani, artisti, musicisti e della famosa cucina. E proprio grazie alla cucina italiana è entrato nelle case degli americani partecipando alla celebre trasmissione di cucina Ultimate Recipe Showdown, in onda su Food Network. Il cooking-show più seguito degli States – si parla di cento milioni di telespettatori – ha portato alla ribalta la cucina bolognese, i cui segreti Riccardo li apprese dalla nonna e grazie a questi è arrivato in finale. Era il 2009. Ora è sceneggiatore e conduttore di due show di cucina, uno per la Tv ed uno on line. Poi gestisce una produzione come regista, scrive di lifestyle e cucina. Infine insegna e lavora come personal e business coach.
Cucina non è mangiare. È molto, molto di più. Cucina è poesia. Heinz Beck
Ma partiamo dal principio, tornando a 17 anni fa, prima del suo arrivo a New York. Riccardo viveva a Bologna, una volta terminate le scuole superiori s’iscrive alla facoltà di Scienze Politiche della sua città. Frequenta un anno ma il suo pensiero ed il suo cuore sono rivolti al cinema. Invia la domanda d’iscrizione alla New York University in film e tv. Attende con trepidazione la risposta con la speranza che sia positiva. Per lui sarebbe l‘inizio di una nuova avventura. Dopo diverse settimane arriva la risposta e lesse le parole che tanto sperava ‘domanda accettata’. Lascia Scienze Politiche, vola a New York e si laurea in cinema. Ottiene anche due Master, uno alla New School in Media Studies e uno all’University of Cambridge in Coaching e Leadership. “Sono a NY da ben 17 anni. Quasi metà della mia vita. Il mio sogno di diventare regista e sceneggiatore e di lavorare nel cinema sin da quando avevo 5 anni mi ha spinto, tirato e catapultato a NYC. Soprattutto quando chiesi a Spielberg, mentre era al festival di Venezia, quale Università avrei dovuto frequentare per diventare come lui. Mi rispose tre opzioni ma la prima era NYU. Quindi dopo aver messo i miei genitori all’angolo ho preso il biglietto e sono partito. I bagagli li ho lasciati qui”.
Una volta salito sull’aereo non sapeva cosa sarebbe successo. Se fosse rientrato in Italia oppure no. “Dicono che nulla è per sempre. Per me dura da molto tempo e ancora non mi sono stancato di vivere a NY. L’Italia non offriva nulla nel mio campo, e tanto meno ne offre ora, basta stare accorti, avere gli occhi aperti (e non essere Steve Jobs) per capire come le cose sono andate in Italia e continuano ad andare….di chi sei figlio?”
In Italia non si può ottenere nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali. Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto ecc. Giuseppe Prezzolini
E’ orgoglioso e felice della sua scelta. Riccardo è soddisfatto di quello che è riuscito a realizzare ma la strada per arrivare dov’è ora non è stata semplice. I primi anni appena stabilitosi a NY ha avuto il sostegno della famiglia, poi ha iniziato ad essere più forte e indipendente “E’ stato duro trasferirsi e cambiare Stato. La lingua, la cultura, le distanze, il fatto di rendersi conto di capire poco o nulla sono state le prime difficoltà. Poi da figlio unico è ancora più difficile lasciare la famiglia. Per me è stata una sfida che mi è piaciuta moltissimo. Alcune persone care mi hanno raggiunto e ora sono qui con me”.
Nella Big Apple ha affrontato diverse sfide che l’hanno fatto maturare: “Sono stati momenti di vita personale. Scelte e cose dette che sarebbe stato meglio non dire. Ormai non si può tornare indietro. Ma quando sei innamorato sei più irragionevole di qualsiasi cosa”.
Pezzi di vita su cui non si sofferma. Lui va avanti: “I problemi li guardo, li analizzo e da difficoltà li trasformo in sfida. Poi pianifico una strategia per raggiungere lo scopo”.
Esperienze di vita che l’hanno cambiato e reso più consapevole di se stesso. “Ho capito chi sono e ogni giorno è una lezione per diventare e scoprire la coltre che copre il mio Io. Inoltre NY mi ha fatto crescere e conoscere un mondo che non sapevo esistesse e poi è arrivato l’Amore”. Parlando di relazioni Riccardo precisa come queste siano semplici, difficili, complicate come in molte grandi metropoli. Poi parla del ‘date’ tanto di moda nella City: “Il dating è diverso. Ci sono regole a cui noi italiani non siamo abituati, ma anche agli americani cominciano a stare strette. Il bacio poi è quasi un tabù, almeno all’inizio. Però il nostro romanticismo e vena divertente la vince sempre”.
Le decisioni devono essere prese con coraggio, distacco e, talvolta con una certa dose di follia – non la follia che distrugge, bensì quella che conduce l’essere umano a compiere il passo al di là dei propri limiti. Paulo Coelho
Ha capito che trasferirsi è stato la decisione giusta quando si è reso conto che tutto è possibile. E se gli si chiede se ne è valsa la pena lasciare l’Italia risponde così: “Sono partito per soddisfare il desiderio di fare quello per cui sono nato. L’orgasmo che provo sul set dicendo 'azione' è inspiegabile. Ne vale la vita, non solo la pena”.
Riccardo ha trovato il suo equilibrio, adora il suo lavoro ed è innamorato di New York perché “è il centro del mondo con la possibilità di fare ciò che vuoi con chi vuoi e quando vuoi”. Grazie al suo lavoro ha potuto rapportarsi con molte celebrità di cui ama l’umiltà: “Sono persone semplici e totalmente umane, più di quanto non ci si aspetti. Poi gli americani sono cosi naïve, come bambini che vedono un bel gioco e lo vogliono…si spaventano di molte cose ma lo fanno col cuore”.
Come per ogni città ci sono anche lati negativi: “Di brutto c’è forse la frenetica corsa al denaro ma quello è l’America”.
Non è ciò che facciamo di tanto in tanto che conta, ma le nostre azioni costanti. E qual è il padre di qualsiasi azione? Che cosa, alla fine, determina ciò che diventiamo e dove andiamo nella vita? La risposta è: le nostre decisioni. Anthony Robbins
La sua giornata inizia on line: controlla la posta, le news, scrive e poi va un po’ in palestra per mantenersi in forma. Le sue giornate sono ricche di impegni che vive con serenità senza stress perché ama il suo lavoro e NY. Una città giornalmente gli regala sorprese di cui sorridere. Per questo motivo per chi vuole trasferirsi Riccardo consiglia di venire con un piano specifico. E di non aspettarsi nulla perché tutto può accadere nella Big Apple come vincere un Oscar. Su questo punto Riccardo dice: “Ci sto lavorando”. Allora, in bocca al lupo!
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