Quando masse di emigranti italiani sbarcarono in America, a cavallo tra ‘800 e ‘900, senza spiccicare una parola d’inglese, come si ricaricavano dopo lunghe giornate di lavoro “spacca schiena”? Andando a teatro! Per lo più quel teatro della tradizione napoletana, recitato e cantato con i vari dialetti meridionali, che provocando risate, commozione e ammirazione, attutivano la nostalgia della vita lasciata in Italia.
“Tutti in scena” è il titolo del documentario sulla storia di quel teatro italiano in America, ed è stato presentato lunedì alla Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University diretta da Stefano Albertini che, per la serata, aveva “sold out” il suo teatro gioiellino della comunità.

Le prime immagini del documentario partono dal West Village, proprio dalla Casa Italiana Zerilli-Marimò della NYU, quando nel 2020 Laura Caparrotti festeggia con la sua creatura, il KIT-Kairos Italy Theatre di New York – casa di produzione teatrale anche conosciuta come l’Italian Theatre Company di New York – il suo 20° anniversario. Partendo dai membri e dalle attività del KIT, il documentario risale alle origini del teatro italiano a New York e negli Stati Uniti.
La storia del teatro italoamericano ha un inizio col “botto”: è infatti Lorenzo Da Ponte, librettista di Mozart, agli inizi del XIX secolo insegnante d’italiano a New York, che presentò le prime opere in lingua italiana al Park Theatre di Manhattan per andare poi a creare il Teatro Italiano (poi The National Theater). Da Ponte ha persino scritto un atto teatrale in italiano per i suoi studenti del Columbia College.
Nel film si vede Caparrotti visitare alcune delle prime location newyorkesi dei teatri italiani – che sono soprattutto a Brooklyn – con una narrazione che alterna flashback e immagini d’epoca rivisitando le produzioni d’epoca e i loro protagonisti che rappresentano le radici del teatro italiano di oggi a New York. Video, immagini, suoni – e spettacoli – anche di oltre un secolo fa, con interviste a studiosi che hanno analizzato l’epoca d’oro del teatro italoamericano. Gli attori del teatro italiano di oggi a New York chiudono il divario raccontando le loro uniche storie, presentando il repertorio di quel tempo e dimostrando che gli italiani stanno ancora contribuendo alla cultura e alla vitalità degli Stati Uniti d’America e che molti decenni dopo il teatro italiano delle origini dei primi emigranti, ha ancora la funzione di raccontare la quotidianità dei problemi di vita, sociali e politici degli italiani in America.

“Tutti in Scena” racconta le storie di artisti come Antonio Maiori, che ha persino presentato Shakespeare al suo pubblico di immigrati; Francesco Ricciardi considerato il Principe di Pulcinella; Eduardo Migliaccio, detto “Farfariello”, autore di scenette a forma di macchietta, personaggi comici, ispirate agli immigrati italiani a New York; Guglielmo Ricciardi, che ha creato “The Italian Comedy Drama Company” e ha intrapreso una carriera di successo nel teatro e nel cinema; Antonietta Pisanelli Alessandro, che ha iniziato a New York City, si è esibita a Chicago e ha continuato a creare il più grande teatro italo-americano di San Francisco.

Emelise Aleandri, brillante studiosa del teatro italo-americano, ha pubblicato un ampio lavoro sul tema. All’epoca delle sue pubblicazioni, negli anni ’90, Aleandri notò che “il teatro italoamericano oggi è praticamente inesistente. L’Unione degli Attori Italiani esiste ancora, conduce riunioni e funziona minimamente come collegamento per gli intrattenitori professionisti italiani in visita. Ma in generale, se oggi gli italoamericani recitano le battute di una commedia italiana su un palcoscenico, sono probabilmente studenti universitari che studiano la lingua dei loro nonni, nella tradizione iniziata da Lorenzo Da Ponte alla Columbia University nel 1808”.
A Laura Caparrotti abbiamo chiesto: quale è stata la scoperta più importante o inedita che ha fatto nel realizzare il documentario? “Il ruolo delle donne”, ci ha risposto la regista-attrice-produttrice romana allieva di Dario Fo, “che pensiamo sempre essere soprattutto mogli e madri in quel periodo, invece erano oltre a quello attrici, direttrici artistiche e amministratrici. Erano davvero i pilastri della comunità teatrale e della comunità in generale”. Farai altre puntate? “Sicuramente!” risponde Laura che è anche una collaboratrice della Voce di New York fin dalla sua fondazione. “Il prossimo documentario sarà proprio sulle donne del teatro italiano, che vengono solo citate brevemente in questo documentario. Poi penserò ad altre puntate, c’è così tanto da raccontare!”.

Prodotto da Tirilli Productions, Casa Italiana Zerilli-Marimò at NYU, Kairos Italy Theatre e Secci Films con il contributo del The Russo Brother Film Forum per l’esperienza italoamericana, il documentario è stato scritto e diretto da Laura Caparrotti, da un soggetto di Laura Caparrotti e Luca Martera. Il supervisore alla post produzione e montatore Emanuele Secci, il documentario è recitato da bravissimi attori del Kairos Italy Theatre che elenchiamo tutti: Carlotta Brentan, Laura Caparrotti, Emanuele Capoano, Motl Didner, Alice Lussiana Parente, Francesco Meola, Mario Merone, Caterina Nonis, Giacomo Rocchini, Emanuele Secci, Irene Turri, Massimo Zordan. Ospite speciale: Rocco Sisto.
Gi studiosi e collezionisti intervistati, presenti alla prima del documentario alla Casa Italiana, erano: Marcella Bencivenni (CUNY-Hostos College), Joseph Sciorra (CUNY-Calandra Institute), James Perriconi, John La Barbera, Richard Migliaccio (Nipote di Eduardo Migliaccio), Olga Cannolunga, (Nipote di Antonio Maiori), Nahma Sandrow.
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