Un grande “botto”, per un grande artista: il due volte premio Oscar Ennio Morricone. Si è aperta così, con un intenso, coinvolgente omaggio al novantenne compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra (ha lavorato per ben 524 film!), la decima edizione del Bif&st – Bari International Film Festival.
Una manifestazione che anno dopo anno sta attirando sempre più su di sé l’attenzione di tanti operatori del settore e, soprattutto, del pubblico, non solo italiani: lo confermano le lunghe file – fin dalle prime ore del giorno (e molti sono rimasti fuori) – per essere presenti ai due eventi previsti al Teatro Petruzzelli per omaggiare questo artista che il direttore del Bif&st, il polimorfo Felice Laudadio, ha introdotto come “Il più grande compositore vivente di musiche da film”.
In mattinata il sindaco di Bari, Antonio De Caro, ha consegnato a Ennio Morricone le Chiavi della Città e un altro riconoscimento (“Non meno importante per noi baresi”, ha detto): un’ampolla contenente la “Sacra Manna” di San Nicola; nel pomeriggio – nel finalmente restaurato Teatro Margherita (unico teatro al mondo costruito su palafitte) – il Maestro e il premio Oscar Giuseppe Tornatore hanno presentato al pubblico il loro recente libro “Ennio. Un maestro. Conversazione”; infine, in serata, la consegna del premio “Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence” e un omaggio davvero singolare, dal carattere “di famiglia”: la proiezione – accompagnata dal vivo dalla straordinaria cantante e attrice Lina Sastri – del muto cortometraggio Napoli che canta (1926, 33’) , di Leone Roberto Roberti, padre di Sergio Leone (mitico regista conosciuto in tutto il mondo per i suoi spaghetti western e per C’era un volta in America), per i cui film Morricone ha composto tutte le colonne sonore. Dopo tanti decenni di oblio, una copia di Napoli che canta fu ritrovata nella casa californiana di una misteriosa parente del regista e restaurata nel 2000 da Polo Cherchi per il George Eastman Museum di Rochester (New York): non c’è una storia, ma una scelta delle canzoni napoletane più celebri accompagnata da una ricca, romantica galleria di caratteri, personaggi e luoghi ripresi “dal vero.
Oltre ad attori e registi con cui il Maestro ha lavorato, erano presenti al Petruzzelli anche i due premi Oscar Nicola Piovani e Gianni Quaranta, la regista – e presidente del Bif&st – Margarethe von Trotta e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Particolarmente significativo l’intervento di Nicola Piovani: “ Voglio ricordare come alla composizione di musica per il cinema Ennio Morricone abbia sempre affiancato la produzione di quella che lui chiama la ‘musica assoluta’, ovvero la musica da concerto. Noi tutti compositori dobbiamo moltissimo al Maestro: prima di lui la colonna sonora, pur composta da eccellenti autori, non veniva quasi considerata ma lui è riuscito, per primo, a dare smalto e visibilità al nostro lavoro. Tutta l’Italia gli deve molto: l’Italia di Giotto e di Dante Alighieri è anche l’Italia di Ennio Morricone!”.
L’omaggio della decima edizione del Festival del Cinema di Bari gli rende omaggio anche con una retrospettiva di 42 film – tra i 524 da lui realizzati tra cinema, teatro e televisione – e due mostre fotografiche (una al Palazzo dell’ex Provincia e l’altra al Teatro Margherita, per iniziativa del Consolato Onorario di Francia a Bari).
Un “Morricone Day” davvero toccante e dovuto, come la sua carriera impone.
Era il 1955, quando Morricone – che aveva studiato musica al Conservatorio di Santa Cecilia, diplomandosi in tromba, strumentazione per banda e composizione – cominciò a scrivere musiche per film. Nel corso della sua più che sessantennale carriera, il Maestro ha lavorato alle colonne sonore di pellicole di grande successo di registi di vario genere e stile cinematografico: solo per citarne alcuni, “Per un pugno di dollari” (Sergio Leone), “Sacco e Vanzetti” (Giuliano Montaldo), “Gli intoccabili” (Brian De Palma), “Nuovo Cinema Paradiso” (Giuseppe Tornatore), “The Hateful Eight” (Quentin Tarantino). Va altresì sottolineato che oltre a comporre musica “colta”, Ennio Morricone ha confezionato – soprattutto tra gli anni ’60 e ’70 – una serie di collaborazioni con cantanti di musica “leggera”, la cosiddetta “musica pop”, firmando o arrangiando le loro canzoni: tra i tanti lavori, nel 1960 arrangia le musiche di “Il barattolo”, incisa da Gianni Meccia; nel 1962 la musica di “Quello che conta” per Luigi Tenco; nel 1963 la musica di “Pel di carota” per Rita Pavone; nel 1966 la musica di “Se telefonando” per Mina e gli arrangiamenti del 45 giri “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones / Se perdo anche te” di Gianni Morandi; nel 1971 la musica di “The Ballad of Sacco & Vanzetti” e “Here’s to you” per Joan Baez; nel 1989 la musica di “Libera l’amore” per Zucchero.
“Il mestiere del compositore nel cinema non deve mai essere di routine. Bisogna, invece, auto stimolarsi, fare degli esperimenti, trovando sempre una maniera per divertirsi“, ha detto Morricone che nel corso degli anni non ha mai perso la passione per lo studio assiduo, l’applicazione costante, e ragionata, ai problemi compositivi, alle contaminazioni. Non vi è genere che la sua opera non abbia attraversato, né forma cinematografica, su cui non abbia lasciato un’impronta indelebile.
E dopo questo “botto” d’inizio, altre giornate memorabili sono dietro l’angolo di questa decima edizione del Bif&st che prevede anche numerose anteprime mondiali e italiane, oltre ad un dovuto omaggio al poliedrico attore Bruno Ganz, recentemente scomparso, e a Fernando Di Leo, regista e poeta pugliese amato da Quentin Tarantino, che ha spesso detto di considerarlo una sua “.