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April 16, 2015
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Jlin, la promessa footwork dall’Indiana

Piero MerolabyPiero Merola
Time: 3 mins read

La ventottenne Jlin ha esordito a fine marzo con Dark Energy, uscito per la storica etichetta inglese elettronica guidata dal producer londinese Mike Paradinas, noto come µ-Ziq. Il disco è stato accolto dai favori della critica dopo gli ottimi feedback ottenuti con Expand, traccia registrata insieme a Holly Herndon, l’artista d’avanguardia che vi abbiamo presentato due settimane fa in questa rubrica. 

Con un solo album all’attivo Jerilynn Patton è considerata come una delle promesse della nuova scena musicale footwork (anche nota come Juke), genere legato alla street dance esploso a Chicago negli anni Ottanta e ritornato sulla cresta dell’onda grazie ad artisti quali DJ Rashad, scomparso prematuramente un anno fa. 

Jerilynn non viene da Chicago, ma da un’altra città che si affaccia sul lago Michigan. Nasce e cresce a Gary, Indiana, la città delle acciaierie oggi in dismissione, nota musicalmente per aver dato i natali a Michael Jackson e ai suoi fratelli. 

 

La sua formazione musicale è molto tradizionale con due genitori appassionati di musica black, soul e jazz grazie a cui da giovanissima conosce i grandi classici di Grover Washington, Miles Davis e John Coltrane. Tra i nomi più contemporanei sono tre i nomi che costituiscono invece una fonte di ispirazione fondamentale nel percorso musicale di Jerilynn: la cantautrice jazz Rachelle Ferrelle, l’icona soul di Detroit Anita Baker e la cantante inglese Sade, vocalist della nota band inglese R&B degli anni Ottanta cui diede il nome la conturbante cantautrice di origine nigeriana. 

Con la footwork di Chicago il suo primo contatto è casuale e fatale quando, a soli quattro anni, camminando per strada si imbatte per caso in un brano: quel sound così eccentrico, ipnotico e fisico, di ritmiche fatte apposta per il ballo, le resterà impresso nella testa fino ai tempi del liceo. Un compagno di classe propone a Jerilynn di esibirsi per un talent show con un pezzo di footwork e da quel momento in poi la passione cresce mese dopo mese. È il 2008 e figure molto influenti come il già citato DJ Rashad e Remix Rroy iniziano a rendere popolare il filone fuori dai confini della città dell’Illinois. Grazie a MySpace Jlin entra in contatto con altri nomi clou della scena come il pionere del genere RP Boo, DJ Rashad, DJ Spinn, DJ Diamond e Traxman, tutti inclusi insieme a Rashad in un’epocale compilation (Bangs & Works Vol. 1: A Chicago Footwork Compilation) che fa il giro del web e del mondo. Nel 2011 il suo eccellente brano Erotic Heat è incluso nel secondo volume della compilation, sempre edita da Planet Mu.

           

La giovane Jlin cerca di dare un volto più umano e caldo a un genere che nei suoi ultimi producer spesso tende a virare verso sonorità underground molto fredde e alienanti. Come ammette in una delle sue prime interviste, per Jlin il footwork è un genere afro-americano con le radici che affondano nel cuore delle danze tribali dell’Africa nera. E a partire da Black Ballet, brano che apre il nuovo disco, si avverte un retrogusto ancestrale nelle sue trame inquiete e ubriacanti. 

In un genere musicale caratterizzato unicamente da sample, l’abilità di Jlin sta nell’inserire degli strumenti veri e propri, siano essi anche synth e tastiere, e campionature vocali che stordiscono. Guantanamo, Ra e Mansa Musa danno un tocco di ulteriore attualità a partire dai riferimenti nei titoli in uno sconvolgente calderone che riprende temi legati alla mitologia pagana e riferimenti contemporanei, come la voce di Joan Crawford interpretata da Faye Dunaway  dalla scena cruciale del cult-movie Mommie Dearest (in italiano Mammina Cara). 

L’energia nera di Jlin sembra poter dare un’anima femminile e ammaliante a uno dei generi underground più complessi e originali della scena elettronica americana. 

Scopri Jlin su Soundcloud.

 

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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