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April 2, 2015
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Holly Herndon, la sound designer europeizzata di San Francisco

Piero MerolabyPiero Merola
Time: 3 mins read

 

Uscirà il 19 maggio Platform il nuovo atteso album di una delle compositrici elettroniche più apprezzate d'America che fa seguito all’ottimo Movement, distribuito nel 2012 dalla RVNG Intl., etichetta di culto del panorama elettronico di Brooklyn. Per l’occasione la distribuzione del disco sarà coordinata da RVNG Intl e la storica label indie britannico 4AD, un prestigioso riconoscimento per la trentaquattrenne producer.

Holly Herndon è nata e cresciuta a Johnson City in Tennessee. Come molte altre coetanee delle periferie del Deep South, le sue prime esperienze prettamente musicali sono legate alle funzioni religiose. Ed è in chiesa che Holly esordisce artisticamente accompagnando il coro della sua parrocchia con la sua chitarra. Da subito capisce che quello della musica tradizionale non è il suo universo ideale. Precoce appassionata e divoratrice di musica elettronica e d’avanguardia fa una scelta molto comune tra i giovani europei e, dopo le superiori, va a vivere nella capitale mondiale dell’elettronica, Berlino. La permanenza in Germania amplia l’universo delle sue conoscenze tecniche in materia di produzione e la cultura del club e della techno berlinese contribuisce ad “europeizzare” i suoi punti di riferimento musicali, in un genere che negli Stati Uniti non ha un seguito paragonabile a quello del Vecchio Continente. 

 

 

Di ritorno negli States, Holly va a vivere in California e si stabilisce a San Francisco. I suoi studi proseguono con successo a Oakland. È lì che frequenta un master in musica elettronica al Mills College dove affina le sue abilità di produttrice e di programmatrice. Nel prestigioso college californiano ha dei professori del calibro di John Bischoff, James Fei, Maggi Payne e Fred Frith, compositori considerati tra i maggiori guru viventi dell’avanguardia elettronica. Il talento e il gusto della Herndon convince tutti. Nel 2010 la giovane producer, grazie alla sua piece sperimentale 195, guadagna il premio di miglior compositore dell’istituto e un anno dopo, nel 2011, realizza il suo primo lavoro discografico, Car, una traccia unica di quasi un’ora, distribuita su cassetta. 

Nel 2012 prende forma il suo primo LP, che la talentuosa sound designer realizza usando il linguaggio di programmazione visual Max/MSP. Grazie a suoni e sample, i personalizzati e ambiziosi processi di campionatura vocale, la voce algida e cristallina di Holly si sposa alla perfezione con tappeti elettronici accostabili ad Aphex Twin ai big dell’elettronica ambientale e a nomi più recenti come The Knife e Laurel Halo. Sempre nel 2012 esordisce in un happening nella “cupola” del MOMA PS1 di New York dove incanta tutti con una performance che coniuga effetti visuali e suggestioni sonore da brivido. Il disco è accompagnato da un tour internazionale e alle sue apparizioni nei maggiori club internazionali, alterna happening  artistici insieme allo scrittore iraniano Reza Negarestani e al producer di Chicago Jlin. Il suo progetto audiovisuale in collaborazione con Conrad Shawcross la porta fino al Palais de Tokyo di Parigi. È un ottimo biglietto da visita per entrare da candidata PhD in composizione alla Stanford University dove presto diventa titolare di un corso di Estetica della musica sperimentale elettronica dal 1980 a oggi.

 

 

Come poche produttori contemporanei, Holly Herndon riesce a dare un’anima ai numeri e ai codici di programmazione che utilizza nella sue composizioni e l’uscita, nel 2014, del singolo Chorus, conferma le sue abilità nel ricombinare suoni e atmosfere figlie delle nuove tecnologie. L’EP Chorus ne accresce il seguito e incuriosisce per i suoi riferimenti all’attualità, nella fattispecie alla controversa vicenda del caso Snowden sulle rivelazioni del NSA.

Nel settembre del 2014 e nel marzo del 2015 arrivano altri due inediti, Home e Interference accompagnati da due ambiziosi video curati dallo studio di design olandese Metahaven. Tra gli altri collaboratori spicca il producer berlinese Amnesia Scanner, i vocalist Colin Self, Amanda DeBoer e Stef Caers, il programmatore d’avanguardia Spencer Long e il suo partner Mat Dryhurst alla programmazione. 

La carriera della producer digitale Holly Herndon è quanto di più improbabile e imprevedibile ci si potesse aspettare da una ragazza del Tennessee costretta a suonare durante la messa della domenica. 

Holly Herndon è su Facebook e su Twitter.

 

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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