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May 5, 2014
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May 5, 2014
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Giada Valenti, la voce che unisce i due mondi

Liliana RosanobyLiliana Rosano

Gia

Time: 8 mins read

Clive Davis, il guru della musica americana, talent scout di cantanti come Whitney Houston, Christina Aguilera e Alicia Keys, ha definito la sua voce incantevole. Giada Valenti, rappresenta la voce della musica italiana leggera e melodica negli Stati Uniti e non solo. Veneta di nascita (Portogruaro, Venezia), romana e triestina per formazione (Conservatorio romano di Santa Cecilia e G. Tartini in Trieste), dal 2004 vive a New York dove è arrivata dopo aver girato l’Europa e vissuto in Svizzera e Amsterdam.

Gavetta, talento e un pizzico di fortuna, che bussa alla sua porta dopo aver partecipato e vinto, nella categoria cantautori, San Remo Giovani Talenti Nel Mondo e il Festival di Castrocaro. Da lì inizia la sua ascesa. Nel 2005, arriva in America il suo primo CD Italian Signorina che ottiene un successo di pubblico e di critica. Due anni fa si è esibita a Washington davanti al Presidente Obama cantando l’Inno Italiano e dal 2005 è la madrina nel red carpet della Columbus Day Parade.

Autrice e interprete, nei suoi concerti Giada fa sognare gli americani, conducendoli in un viaggio virtuale dell’Italia romantica e da sogno. Non solo pop e musica melodica, Giada ha anche un’anima rock e ama la musica country americana. Il suo ultimo CD, il terzo, My Lullaby, sperimenta e mette insieme melodie europee con influenze della world music.

Giada racconta a La VOCE i suoi inizi, la sua carriera e la sua gratitudine per NY.

Sei arrivata a NY dopo alcuni anni in Europa? Una scelta maturata o solo legata ad alcuni eventi?

Io sono un po’ un’avventuriera. Se mi si presenta un’opportunità la prendo al volo. Ed è stato così anche per NYC. Ho incominciato la mia carriera in Italia da bambina partecipando a molti concorsi canori, anche nazionali come Castrocaro. Ma è stata l’Olanda a portarmi fortuna. Mi ci sono trasferita per seguire il mio cuore e là ho incominciato a scrivere canzoni, tra cui Solo Con Te, con cui ho partecipato e vinto, nella categoria cantautori, il San Remo Giovani Talenti Nel Mondo. Quella vincita mi ha portato a firmare un contratto discografico con la BMG Ariola e a pubblicare il mio primo CD. Dopo alcuni anni di successo in Olanda ho incominciato a scrivere canzoni anche in inglese. Sono stata invitata a scrivere musica a Londra dove mi sono trasferita dopo aver firmato un contratto con una casa editrice musicale londinese. Per un anno ho viaggiato in tutta Europa e ho scritto canzoni anche per altri artisti. Un’esperienza unica. In uno dei miei viaggi, un produttore danese, con cui stavo scrivendo canzoni, si è innamorato della mia voce e mi ha incitata a scrivere delle canzoni anche per me, ma solo in inglese.

Abbiamo scritto e registrato Italian Signorina, I’m A Woman e But Beautiful e il mio manager le ha mandate in giro in tutte le case discografiche, compresa una americana.  Dopo qualche settimana ci ha contattato il team di Clive Davis, il guru della musica americana scopritore di molti dei miei idoli come Whitney Houston, Christina Aguilera e Alicia Keys. Trovava la mia voce “enchanting”, incantevole. Ci ha invitati a NYC e abbiamo deciso di rimanere e giocarci la carta dell’America. In fondo, come dice la canzone “If you can make it there you can make it anywhere”, se ce la fai qui ce la puoi fare dovunque. Non è stato facile, ma piano piano, con duro lavoro e passione, sono riuscita a trovarmi un mio pubblico anche fra gli americani. E ora adoro questo paese che mi sta dando grandissime soddisfazioni.

Sei la voce che meglio di altre rappresenta l'Italia. Quella che racconti è un'Italia romantica che forse oggi non esiste. Un'Italia nostalgica…

Giada ValentiIo credo che l’Italia romantica esista ancora. Solo che spesso noi in Italia non la vediamo e non la apprezziamo più tanto. Spesso noi Italiani non ci rendiamo conto di quanto bello sia il nostro paese. Alle volte bisogna allontanasi da qualcosa per vederla meglio. Ed è così anche per la musica. Negli ultimi anni, i giovani artisti italiani hanno cercato di copiare il sound della musica inglese e americana trovando grande successo in Italia. Purtroppo, spesso, quella musica non ha riscontro all’estero e soprattutto qui in America. Io ho deciso di proporre la melodia, di certo un genere che nessuno come noi italiani sa creare. Anche se non lo vogliamo ammettere, siamo un popolo romantico. Nei miei spettacoli attiro un pubblico di americani cantando molte canzoni in inglese e comunicando in inglese con loro. Con la mia solarità italiana, li porto in un viaggio virtuale in Italia. Li faccio sognare, con i miei racconti di vita Italiana, nella mia Venezia, e poi li incanto con le loro canzoni preferite che io ripropongo in chiave nuova e moderna, canzoni dei Beatles, The Doors, I Carpenters, Etta James, ma anche Bruno Mars e Pink. E anche alcune mie canzoni inedite naturalmente. E poi li sorprendo e li faccio emozionare interpretando canzoni del repertorio italiano che non conoscono, di grandi autori come Gino Paoli e Lucio Dalla. È un grande onore e privilegio per me vedere come si innamorano delle nostre meravigliose canzoni. In fondo la musica, come l’amore, non ha bisogno di parole per emozionare.

Hai una formazione classica, con studi al conservatorio, ma poi sei passata alla musica leggera. Quanto il tuo background è stato importante?

Di certo la formazione classica mi ha dato un imprinting molto importante e sono molto grata ai miei genitori per avermi permesso di avere questa formazione. Ho scelto la musica leggera perché mi permetteva di essere più spontanea, di uscire dalle note dello spartito. I miei spettacoli sono molto eclettici. Passo dal rock, al jazz, al pop dando a tutti questi generi il mio tocco personale. Io credo che la musica sia l’espressione dell’anima. Più che generi musicali io li chiamo espressioni dell’animo. Alle volte siamo felici, alle volte tristi, siamo poi silenziosi e poi rumorosi, alle volte attivi altre volte pigri…e la musica è la colonna sonora delle nostre emozioni. Il mio background classico di certo mi ha permesso di comprendere la bellezza della musica, la struttura della musica, un po’ come la matematica. Poi la formazione classica è la base del bel canto che mi permette di avere una buona tecnica vocale e controllo.

Il pubblico americano ti ama. Che sentimenti condividono con te dopo i concerti in America?

G. ValentiIo adoro il mio pubblico. Ho molti fans in Europa, in Olanda e Francia che attraversano l’oceano per venire ai miei concerti qui in America. Li chiamo i miei angeli perché davvero fanno volare la mia musica. La cosa che condivido con loro, come del resto tutti gli artisti credo, solo le emozioni. Loro si emozionano e io mi emoziono. Gli americani, soprattutto a NYC, sono molto selettivi, critici e difficili da accontentare. La scelta per loro di vedere uno spettacolo è ampissima. Quando ho incominciato i miei spettacoli a NYC non è stato facile. Ho iniziato cercando di crearmi un pubblico fra gli italo-americani. Poi, in seguito, sono arrivati anche gli americani. Io dico spesso che ho imparato l’orgoglio di essere Italiana qui in America, dagli italo-americani e dagli americani, dal mio meraviglioso pubblico. Dopo i concerti incontro immigrati italiani che mi dicono quanto amano l’Italia, di quanto amano e tengono vive tradizioni apprese dai loro nonni italiani. Molti di loro non sono mai stati in Italia, in molti non parlano neanche l’Italiano, ma si sentono italiani. E da loro che ho imparato che appartenere ad un paese è qualcosa di prezioso che è nel cuore, qualcosa di cui si deve essere fieri ed orgogliosi. Girando il mondo con la mia musica mi sono resa conto di come il resto del mondo vede il nostro paese. Certo ci sono problemi, ma niente e nessuno è perfetto. Ho avuto l’onore di cantare l’Inno Nazionale Italiano in presenza del Presidente Americano Barak Obama a Washington due anni fa. Non lo sapevo neanche l’Inno Nazionale quando abitavo in Italia. Ogni volta che lo canto adesso nelle feste ufficiali qui in America mi sento così fiera della mia italianità. La mia vita è meravigliosa grazie al mio pubblico e ai miei angeli.

Quali sono le cantanti che più ami interpretare?

Adoro gli Aerosmith e Sting, ma anche Frédéric Chopin e Maria Callas. Sono tantissimi i cantanti e i cantautori che amo. Fra gli Italiani, Riccardo Cocciante e Gino Paoli, Fiorella Mannoia, Mina e Ornella Vanoni. Fra i miei idoli, Edith Piaff, Ella Fitzgerald, Karen Carpenter, Barbra Streisand, Shirley Bassey e Celine Dion. Ultimamente ci sono grandi talenti musicali che amo come Pink, Adele, Bruno Mars e John Legend. Forse più che interpretare canzoni di cantanti preferiti tendo a scegliere canzoni che mi emozionano indipendentemente dal loro interprete. Sono un’incurabile romantica….amo le canzoni d’amore. E amo la musica country americana. Incredibili talenti e bellissime canzoni.

New York è anche una città dove la musica ha un ruolo importante. Alcuni artisti italiani però non riescono a fare presa su un pubblico americano. Penso a Jovanotti o Battiato che hanno un pubblico solo di italiani anche in America. Perché secondo te?

Giada Valenti e ZuccheroIo amo Jovanotti e rispetto Battiato. La musica comunica emozioni universali, ma per entrare nel cuore del pubblico americano bisogna prima aprire le porte del cuore con la comunicazione. Spesso gli artisti italiani non parlano un buon inglese, e questo forse è un ostacolo per alcuni di loro. Per farcela in questo paese bisogna fare un passo alla volta e cercare di capire il gusto americano. Sono tutti e due super star in Italia e non so se abbiano voglia di rifare la gavetta anche in America. Personalmente, credo che Lorenzo Jovanotti potrebbe facilmente crearsi un seguito anche fra gli americani. Parla un buon inglese e il suo talento è innegabile. L’ho visto in Concerto qui a NYC. Eravamo tutti italiani effettivamente, ma Lorenzo ha carisma e la sua musica è onesta, semplice e divertente. Se fossi lui, cercherei una collaborazione con un grande nome della musica americana, come Jay Z o Pharrell Williams: un duetto con loro gli aprirebbe di certo le porte dell’America, che si sicuro lo amerebbe. E poi c’è il grande Zucchero. Anche lui sta mettendosi in moto qui in America e per me anche lui potrebbe fare presa. Grande carisma e talento, è un grande comunicatore di emozioni, lo adoro. Abbiamo cantato insieme sul Red Carpet della Parata di Colombo di NYC; non lo conosceva nessuno, ma appena è partita la musica il suo carisma e il ritmo hanno fatto presa. Sento che potrebbe diventare una super star anche in America.

È vero che quando gli americani pensano alla musica italiana, si fermano a Bocelli o alla Pausini?

Sì, purtroppo al momento gli americani pensano a loro se pensano alla musica italiana. Andrea Bocelli è adorato in questo paese, lo chiamano “la voce di Dio”, e Laura Pausini è adorata dai sud-americani, il mondo latino. Direi che entrambi hanno deciso di portare nel mondo la musica italiana melodica, quella che il mondo ci invidia, quella che il mondo ama. E Laura parla benissimo in spagnolo e portoghese, cosa che di certo le ha permesso di entrare nel cuore del mondo latino. Rispetto e adoro entrambi questi artisti. Davvero due artisti che con passione e perseveranza stanno portando la musica Italiana nel mondo.

La colonna sonora ideale per descrivere New York?

Direi per me I Believe I Can Fly. New York è una città piena di opportunità, di energia. Ti rende instancabile. Ti fa sognare. Ti guardi intorno ogni giorno e vedi realtà incredibili di persone che dal niente si sono creati vite da sogno. Nei miei 8 anni qui a NYC ho incontrato persone che hanno aperto nuovi orizzonti alla mia creatività e immaginazione, persone incredibili. Sono sempre stata una persona positiva e piena di passione, una persona che ha sempre seguito il suo cuore e cercato di vivere dei suoi sogni. Questa è di certo la città perfetta per me…non vorrei essere fraintesa, neanche l’America regala niente, bisogna lavorare senza sosta e fare sacrifici, ma NYC ti riempie di carica e tutto sembra possibile.

 

Giada Valenti suonerà dal vivo il 12 maggio nella Piano Room dell’Etcetera Etcetera di New York.

 

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Liliana Rosano

Liliana Rosano

Sono nata a Catania, dove sono sempre tornata dalle mie peregrinazioni che mi hanno portato prima in Grecia, poi a Parigi. Con la mia laurea in Scienze Politiche, sognavo di lavorare nella cooperazione internazionale, ma sono finita a fare la giornalista, prima nella redazione di Telecolor poi del Quotidiano di Sicilia. ll mio ponte con l’America è iniziato grazie a un tirocinio per le Nazioni Unite a New York. Sono una freelance e collaboro con diverse testate e magazine nazionali. Vivo a Fairfield, nelle praterie sperdute dell’Iowa, in una comunità alternativa ed eco friendly e sono sempre alla ricerca di storie di italiani all’estero da raccontare.

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