Avevo scritto altrove che la lingua italiana è viva e vegeta nei campi accademici e professionali, insomma bisogna ora guardarci ben attorno nella vita quotidiana. Entriamo nel vero mondo e riconosciamo subito che si trova dappertutto questo respiro sovranazionale. Dunque, dove si vede e si sente la bella lingua nell’area metropolitana di New York?
Il cibo italiano è diventato la cucina etnica più popolare negli USA. Gli americani hanno un ricco lessico gastronomico, dagli ingredienti ai piatti, dai negozi ai ristoranti della metropoli, e sono esposti continuamente alla bella lingua e cultura, sebbene la loro pronuncia di questo lessico si sia contaminata grazie ai fenomeni linguistici della zona, a tal punto che i puristi della lingua rabbrividiscono. Quindi, a causa della diffusione del lessico gastronomico, ho deciso di non soffermarmi affatto sul cibo.
In più sappiamo tutti che l’Italia sa fare un sacco di altre cose oltre il cibo. Quali sono le altre realtà linguistiche che stanno facendo strada integrandosi nella economica locale della Grande Mela? Quando dico “altre” intendo parole e espressioni italiane che non sono le solite, tipo Vespa o cappuccio. Vorrei anche escludere attività a cui vengono date il cognome dell’intraprendente. Indaghiamo una campionatura della bella lingua per individuare parole ed espressioni che appartengono alla realtà del mercato commerciale.
Questa è una guida semiseria alla lingua e cultura italiana a New York, un viaggio nella bella lingua, dall’A alla Z (naturalmente nell’alfabeto della lingua italiana).
A – amore
Qui regna amore. Troviamo delle prove nel motto “I ♥ NY”. Tanto amore c’è anche per la lingua italiana viva e amata. Scopriamo un teatro dell’opera Amore Opera per gli appassionati dell’opera, sia quelle amatissime sia quelle ‘nouveau’. C’è anche un salone di bellezza Amore Beauty & Spa con servizi manicure e altro a Hell’s Kitchen. Poi se ci avviamo a Chinatown, scopriamo anche Amore un fornitore per estetisti in cui si trovano i migliori prodotti di bellezza coreani. Genera curiosità chi usa l’amore, no?
B – bello, bella, bellezza
Ciò che ci fa belli o mostra la nostra bellezza è bello. Dall’arredamento e decorazioni per la casa (Sweet Bella) agli abiti da sposa (Bella Bridesmaids) alla bellezza (si tratta perlopiù di attività mirate alle cura personale femminile). Dei derivativi di bel- ce ne sono tantissimi, così tanti che ho perso il conto ma eccone alcuni Salone D’Bellezza, Studio Bella Salon and Wellness, BellaVita Fitness & Wellness (un’altra parola che inizia con b: benessere, ma molto meno comune). Alé a Bella Dental a Chinatown. Bella scoperta anche Sono Bello a Madison Avenue (con altri 29 studi attraverso gli USA) dove possiamo trasformarci il corpo e ringiovanire il viso. Dando un’occhiata al rapporto di 3 a 1 tra femmine e maschi tra le testimonianze dei pazienti, la professoressa si chiede se caso mai si dovrebbe cambiare il nome in “Sono Bella”…
C – ciao
Spesso detto con la parola sopra, ciao si usa in modo amichevole per salutare sia al momento d’incontro che alla separazione. Una particolarità da notare: Bella ciao durante la seconda guerra mondiale è diventata la canzone della Resistenza, poi l’inno universale di libertà. La diffusione di ciao non si limita alle lingue romanze. Meraviglioso sentirlo enunciato per le vie dappertutto, leggerlo negli SMS – non ha confini ciao. Oltre ai caffè e trattorie che l’usano nel nome, nel Village troviamo l’agenzia marketing per il settore cibo Chow Ciao Design, giocando sullo slang americano per cibo “chow” pronunciato proprio ‘ciao’. Qualche volta bisogna anche salutare il miglior amico dell’uomo con un affettuoso Ciao Bow Wow quando lo lasciamo e andiamo a riprenderlo alla pensione dei cani con sedi nel quartiere finanziario e a Brooklyn.
D – dolce
Ave la dolce vita. Conosciamo il film di Fellini? Oppure gli stilisti Dole & Gabbana? Alla fine dei conti sappiamo tutti quant’è dolce. A Manhattan si trova Dolce Vita Intimates a Madison Ave., abbigliamento Dolce Vita e scarpe, nei grandi magazzini o a negozi dedicati in città. La dolce vita potrà essere consegnato a casa: far suonare Dolce Vita New York a una festa, matrimonio, dovunque. Si può ingaggiare questo quartetto d’archi su gigmasters.com, addirittura suona tutti i tipi di musica. A proposito di musica, sarei negligente a trascurare Il Divo un quartetto vocale maschile di musica classica crossover che avevano dato il primo concerto nel 2004 a Gotham Hall, dimostrando che se ce la fai qui puoi farcela ovunque…
E – eleganza
Senza dubbio l’eleganza va a braccetto con lo stile italiano: Eleganza Tailors a Lexington Ave., Eleganza Tiles con sei sedi nelle grandi città americane, Eleganza Fashion Marketing & Consulting che aiuta i clienti a esibirsi a New York Fashion Week (e anche altro), e Eleganza Jewels, Etc. nei sobborghi della città.
F – Ferrari
Ma guarda un po’. Prima avevo detto che non usavo una società a cui viene dato il cognome del fondatore, nemmeno come in questo caso uno che è sinonimo d’Italia. Ebbene, concedetemelo ma solo perché adottando il nome Ferrari, qualche intraprendente furbo ha stabilito delle attività. La Ferrari Express è una società di spedizioni per gioielli, pietre preziose e merci di grande valore (prodotti di lusso + spedizione veloce). C’è anche la scuola guida Ferrari Driving School nei 4 borghi (Queens, Long Island, Brooklyn e Bronx), però non ci cadete, s’insegna come guidare prudentemente (non velocemente) in macchine facili da guidare con doppi comandi (spiacente, non sono Ferrari).
G – grande
Se Starbucks ha fatto qualcosa per l’italiano, ha aumentato la conoscenza della lingua italiana, iniziando dalla dimensione del bicchiere. A Starbucks, si può sentire grande (che in inglese è ‘large’ ma in questo caso è veramente ‘medium’, cioè di 16 once o 473 ml, tra il tall=12 once e il venti=20 once) e varie altre parole derivate dall’italiano uscire dalla bocca sia dei newyorkesi sia dei turisti. A Manhattan ogni cinque isolati troviamo uno Starbucks in cui qualcuno sta pronunciando (bene o male) l’italiano mentre ordina un grande caramel macchiato, un grande caffè americano, o magari chiede un bicchiere più grande, tipo venti o trenta…
I – -issimo
A proposito del caffè, c’è anche il miglior caffè da gustare all’aperto, un caffè freddo frutto di una joint-venture tra illycaffè e Coca-Cola, illy issimo, in vendita praticamente dappertutto a New York. Issimo Productions invece ha denominato l’azienda di comunicazione con questo suffisso superlativo e ha sviluppato la propria cultura su tre valori fondamentali: Bellissimo, Bravissimo, Grandissimo.
L – lingua
La parola lingua in America viene ben capita quando si parla di lingua franca, in modo particolare dell’inglese come lingua franca del business. Questa locuzione coniata e usata quando l’Italia dominava il commercio dal tardi medioevo al diciannovesimo secolo fu una semplificazione della lingua italiana e altre lingue romanze, con voci greche, arabe e turche. Oggigiorno in una città in cui si parlano abitualmente circa 140 lingue diverse, si usa con frequenza la parola lingua appositamente nel campo di traduzione, interpretazione e ditte di marketing globale, come per esempio Lingualinx alla 5th Avenue, Omnilingua nel Village e Translingua alla 43a.
M – Marco Polo
Come mai si trova il viaggiatore veneziano del 13o secolo nella mia lista? Geico, una compagnia assicurativa con sedi nello stato di New York, lo hanno rianimato in modo divertente in uno spot della serie “It’s Not Surprising” (non ci sorprende), usando entrambe lingue. Marco Polo si trova tutto vestito in una piscina fuori terra in periferia coinvolto in un gioco con il nome omonimo, una specie di ‘mosca cieca’ acquatica. Senza sottotitoli richiede abbastanza lavoro per capire il significato – per lo spettatore capire cose dice Polo, per il viaggiatore capire come si gioca a ‘Marco Polo’ – e ci fa ridere. Per chi è di madrelingua italiana riesce anche a ridacchiare perché il veneziano Polo parla con un accento che assomiglia più al romano…
https://www.youtube.com/watch?v=BjHK2Uczq7o
N –niente
Quando mai diventa più significativo niente che qualcosa? Quando si tratta di uno stile di vita. Lord Byron nel 1814 scrive a Annabella Milbanke (la quale diventa la baronessa Byron): “Mi chiede cosa sono le mie “occupazioni”?—sono il ‘dolce far niente’—niente”. In questa risposta, risuona uno stile di vita innato italiano per natura, tanto che nessun autore italiano aveva mai scritto del dolce far niente. Ma per uno straniero, questo è un modo di vivere per eccellenza. Stare in ozio significa trascorrere la giornata in pigiama dolce far niente dagli inglesi Desmond & Dempsey, disponibile presso Bergdorf Goodman. Stare in ozio si può fare anche in acqua imbarcando da qualunque club nautico lungo la East Coast su un Dolce Far Niente Cruiser Yachts (sede nel nord di New York). Davvero nulla va meglio con la dolce vita come fa il dolce far niente.
O – oro
Degli standard elevati e qualità superiore sono oro. I gioielli italiani sono uno status symbol in tutto il mondo perciò trovare orefici italiani nel Tristate con oro nel nome commerciali è un dato. Ma ci sono anche altri orefici non italiani con oro, per esempio Veri Oro sulla West 47th. Se ci avviamo verso la East 57th, troveremo Orogold Cosmetici e più avanti al Flatiron District, Capelli d’oro un salone di bellezza sulla 5th Avenue. La bellezza qui è anche oro. C’è anche Oro Trucking sia a New York che nel New Jersey. Oro fissa standard elevati anche per l’eccellenza nel servizio.
P – paradiso / mi piace
Anche per chi vive a New York, il desiderio di tornare in Paradiso è forte. Esiste una nostalgia per le origini, magari senza la implicita connotazione religiosa, diminuita col tempo. Paradiso è la bellezza quindi ci sono saloni, centri benessere e centri estetici paradiso senza fine. Tuttavia il paradiso non si raggiunge solo tramite la bellezza.
Torniamo alle origini della cultura italiana avendo un’esperienza fuga dalla stanza che combina teatro coinvolgente e gioco esistenziale, basata in larga misura sull’Inferno della Divina Commedia di Dante. Per questo viaggio con “Virgilio”, i partecipanti del gioco viaggiano nel cuore del Korea Town di New York ed entrano in Paradiso Escape dove gli tocca risolvere enigmi e superare degli ostacoli prima che il tempo scada.
Insomma, l’Italiano piace a tutti – si riconosce il patrimonio culturale sia per gli oggetti sia per i costumi della ricca storia italiana. Anche mi piace è diventato un universale (forse qualcosa a che fare con Facebook?) Così vediamo anche nello spot televisivo di Ikea intitolato Nonna di qualche anno fa. La nonna fa un controllo finale della cucina Ikea a casa della nipote, dando un pollice in su, dicendo “mi piace“. Il marito della nipote, però, non ha la stessa approvazione: “tu non mi piaci“, gli dice la nonna severamente.
Q – quattro
Il numero quattro rappresenta simbolicamente la stabilità e la natura a terra di tutte le cose. Pensiamo alle potenti essenze della natura avvolto in un bel pacchetto quadrato di quattro: Le quattro stagioni (di Vivaldi e quelli della natura), i quattro elementi, e i quattro punti cardinali. Di conseguenza, non ci dovrebbe sorprendere questi nomi commerciali: Quattro Management Construction a Soho, Quattro Global Capital sulla 5th Avenue, e Quattro Services Group su Wall Street.
La stabilità e la forza del numero quattro è evidente nel nome del teatro Quattro Gatti Theatre Company a Brooklyn. Questa compagnia teatrale senza scopo di lucro mette in scena pezzi originali ed basati sull’insieme di poche persone (quindi i quattro gatti).
R – ragazza

Ragazza è un termine che comprende il prezioso periodo dall’adolescenza fino alla fine della giovinezza, cioè finché si sposi. La società messicana, Ragazza Fashion che vende abiti da “quinceañera” a New York, non dovrebbe sorprenderci. Ha perfettamente senso (e secondo me, ragazza suona molto meglio di “chica”). Bella Ragazza Salon & Spa nel Bronx e Bella Ragazza Makeup a Staten Island (specializzata in trucco per matrimoni) preservano il legame tra l’italiano e la bellezza e ragazza semplicemente lo consolida.
C’è anche Ragazza Contracting a East Elmhurst, gestito da, sì, hai indovinato bene, una ragazza. È interessante notare che non si riesce a trovare un nome di affari a New York che utilizzi la forma maschile ragazzo.
S – studio
In inglese studio è di uso comune che ci si dimentica facilmente che in realtà è una parola italiana, del calibro di pasta e pizza, che apparse lingua inglese nel 1819. Gli studi sono prolifici in questa zona: sono spazi per le arti visive e dello spettacolo, usato nel cinema (dal 1911), nelle trasmissioni radio (dal 1922) e negli studi televisivi (dal 1938). A Manhattan ci sono i grandi network principali americani (ABC, CBS, NBC e Univision), tre delle grandi quattro etichette discografiche nell’industria musicale (Universal, Sony e Warner), poi anche studi di danza e studi di progettazione e studi di pittura su tela e sul corpo.
Il più famoso studio di Manhattan? Senza dubbio, lo Studio 54, un punto di riferimento iconico fine anni ’70. La discoteca di fama mondiale era ospitata nello stesso edificio che precedentemente aveva lo studio del CBS e che fu negli anni ’30 la Gallo Opera House. Lingua, musica e arti performative italiane hanno una sede permanente a New York.
T – tempo
Tempo, la velocità di una composizione musicale, termine inglese codificato nella musica dal 17o secolo. Da adagio a allegro, dal larghissimo a prestissimo, segnare il tempo è l’italiano. Nelle nostre attività locali, è possibile trovare Tempo, un complesso musicale che suonerà a feste e balli nel Tristate. Si può anche partecipare al Tempo! Musical Therapy Services chiunque di qualsiasi età, dai neonati agli anziani; oppure ascoltare un po’ di musica pan-caraibica su Tempo Networks, media e intrattenimento in onda, online o su dispositivi mobili.
Il tempo stesso è un tal lusso dunque bisogna godersi questo lusso anche a casa con Tempo Luxury Home sulla West 38th Street. Sfrutta al massimo il tempo a casa, circondandoti da arredi personalizzati e prodotti di arredamento realizzati a New York.
Il tempo è un lusso e sembra che non ne abbiamo mai abbastanza … un orologio potrebbe aiutarci a misurare il tempo sia per chi desidera stare in ozio (Byron e il suo dolce far niente) che per chi vuole essere produttivo (il tempo è denaro).
https://www.youtube.com/watch?v=gn9xKVOE9GA
Perciò il Venetian di Las Vegas cerca di attirarci dalla East Coast giocando con il tempo nello spot Orologio (con la canzone Tintarella di luna di Mina).
U – uomo

Ho già accennato che non si usa ragazzo nel nome delle imprese americane, ma non vi è alcuna mancanza di uomo, in particolare per indicare la moda maschile. C’è Zohreh Uomo su Lexington, Bugatchi Uomo su West 40th, Cellini Uomo nell’East Village, Pardizzio Uomo su West 39th e Ital Uomo di New York a Long Island, così come Vero Uomo nel New Jersey, tutti specializzati nella moda maschile. Nel NJ anche troviamo Dieci Uomo, un salone e un centro benessere con la missione di fornire la migliore esperienza di grooming maschile. Sì, l’uomo italiano è bello anche (questo aggettivo non è riservata esclusivamente per le ragazze).
V – vino
Ho promesso che nella guida non mi soffermerei sui cibi o bevande, ma in questo caso è di particolare interesse piuttosto come fenomeno linguistico. A New York, è possibile passare a Vino sulla East 27th per del vino e dei liquori. Il nome commerciale Vino rappresenta il fenomeno linguistico sineddoche, cioè la parola utilizzata per identificare una parte del loro inventario, il vino, sostituisce tutta la merce del negozio (vini e liquori), e per di più pur offrendo vini provenienti da tutto il mondo, usano la parola italiana! E questa è una tendenza comune: c’è Vino Fino a Amsterdam Ave. e Vino 100 con sedi a White Plains, Oceanside e Newburgh.
Un’altra parola iniziando in v- che è degno di nota è volare, il titolo popolare di una famosa canzone italiana (Nel blu dipinto di blu) di Domenico Modugno nel 1958. In quello stesso anno, Dean Martin ha rilasciato una versione semi-inglese. Volare, dopo circa 20 anni, ha fatto strada nell’industria automobilistica americana con l’introduzione della Plymouth Volaré. Cosa c’entra l’accento? Chrysler ha dato il nome della macchina usando il futuro del verbo spagnolo “volar” (volare italiano), poi l’ho pubblicizzata con un portavoce italiano-americano, tenore Sergio Franchi, che canta una versione modificata di Volare nello spot.
Z – zucchero
Unendo la passione e l’amore per i dolci, la società Zucchero (a Westchester) prepara biscotti a zucchero o al cioccolato (oppure a sapori di stagioni) decorati caratteristicamente a mano.
Zucchero è anche un cantautore dei blues e R&B, che canta dagli anni ’70, e ha forti relazioni stabilite con l’industria musicale americana e tanti artisti del calibro di Miles Davies, Eric Clapton, Joe Cocker, Sting, per citarne solo alcuni. Il suo ultimo tour negli Stati Uniti è stato nel 2014, dove ha versato dello zucchero sui fan all’MSG, ma se non hai ancora provato un po’ di Zucchero, non preoccuparti – torna a New York il 31 marzo al BeaconTheatre.
L’italiano a New York è vivo e bello! Il filo conduttore che unisce la lingua italiana all’America è la bellezza e l’eccellenza. Il mondo degli affari apprezza il legame tra alcune parole italiane di bellezza e lusso che rappresentano un modo di vivere all’italiana e questi prodotti italiani rappresentano l’eccellenza e la qualità. Una parola italiana nel nome di un’attività commerciale americana è un’unione di bellezza figurativa e linguistica, una bellezza che va oltre i confini geografici.
Questo articolo era stato precedentemente pubblicato in due parti su La Voce.