Chi fa il colloquio per i docenti di lingua ha l’obiettivo di scoprire in breve tempo le competenze didattiche e pedagogiche dell’insegnante. Le domande degli amministratori (preside, direttore per le lingue e altri docenti) dovrebbero aiutare a selezionare l’insegnante in base alle sue risposte. La domanda più comune per i docenti di lingue nello Stato di New York è: quanto Italiano usare in classe?
Rispondere bene a questa domanda, senza conoscere la scuola, gli studenti, e il livello da insegnare, non è facile. Le teorie ci consigliano di usare solo la lingua target in classe, e quasi tutti i nuovi docenti risponderebbero che bisogna parlare solo italiano evitando spiegazioni nella lingua madre. Però, bisogna anche sapere che le scuole pubbliche insegnano le lingue basandosi sul curriculum per idiomi stranieri, e non si basano sulle teorie linguistiche. E se ciò non bastasse, in molti istituti presidi e direttori di lingue non condividono la stessa filosofia, o lo stesso metodo d'insegnamento. I presidi vogliono che gli studenti siano promossi e che gli insegnanti usino strategie diverse con i loro alunni, affinché il 90-95% degli studenti siano promossi alla fine dell’anno scolastico. I direttori invece vogliono che le lingue siano valorizzate nelle scuole, e che gli studenti li studiano seriamente come le altre materie. In queste situazioni, il docente deve seguire i consigli e la filosofia del preside, il cui ha l’autorità nell’istituto e non, purtroppo, quello del direttore di lingue. Perciò, la realtà della pratica è molto diversa dalla teoria, e se i docenti di lingua entrano in classe sperando di parlare solo la lingua target ne saranno delusi.
Prima di decidere quanto italiano usare in classe, gli insegnanti devono esaminare i loro studenti e le loro abilità grammaticali e linguistiche, e poi adattare il loro metodo d’insegnamento alle esigenze dei loro allievi. Se s’insegnano classi di livello avanzato, dove gli studenti sono motivati e conoscono le regole e le strutture della lingua, si dovrebbe parlare solo l’italiano, senza spiegazioni in inglese (di solito gli studenti di livello avanzato conoscono bene le regole grammaticali). Questo metodo funziona molto bene nei licei dal secondo al quarto anno, anche perchè questi studenti scelgono e vogliono studiare l’italiano, e sono anche molto motivati a farlo. In più, questi studenti hanno un’ottima comprensione della grammatica nella loro lingua madre. Invece, gli studenti di seconda e terza media, e di primo liceo sono un gruppo diverso; questi studenti “devono” studiare la lingua come requisito per il loro diploma, e molti di loro hanno un problema di comprensione e poca conoscenza delle strutture grammaticali nella loro lingua madre. In queste classi, molti studenti non supererebbero il corso se si usasse solo l’italiano in classe. Poi c’è da considerare anche il curriculum del NYS, il quale è bilingue e senza requisiti grammaticali, e dei libri d’italiano usati nelle scuole medie, che a parte di non essere adatti per il livello, sono scritti in italiano con spiegazioni in inglese.
Comunque, anche se le università insegnano ai futuri docenti di usare solamente la lingua target, evitando traduzioni e spiegazioni nella lingua madre, molte università non spiegano le differenze tra insegnare la lingua straniera (LS), e impararla, invece, come seconda lingua (L2). Importante distinguere la differenza tra i due gruppi di studenti: Se s’insegna italiano come L2 (seconda lingua) è obbligatorio parlare solo italiano senza traduzioni e spiegazioni nella lingua madre. Questo metodo è usato in Italia con gli studenti stranieri e negli USA con gli studenti immigranti (ESL, inglese come seconda lingua). Se invece l’inglese è insegnato in Italia, è una lingua straniera (EFL, English as a Foreign Language).
Quando s’insegna l’italiano come seconda lingua, gli studenti escono dalle classi e continuano ad acquisire l’italiano perché è la lingua parlata in Italia, come negli USA è l’inglese. Mentre, la lingua straniera nessuno la parla fuori dalle classi. Perciò, il docente deve usare strategie e metodi diversi non solo per aiutare gli studenti a imparare la lingua, ma anche per motivarli a continuare gli studi dell’italiano. Per fare un esempio: La lingua italiana negli USA è svantaggiata se paragonata allo spagnolo, il quale è parlato in ventitré paesi e in molti quartieri delle città USA lo parla un grandissimo numero di persone. In più, ci sono molte regole esposte alle pareti negli uffici statali, ospedali, scuole e altri posti pubblici scritti in spagnolo, quindi gli studenti continuano ad acquisirlo anche fuori dalle loro classi. Invece, l’italiano non è parlato fuori dalle aule, e se lo parlano in famiglia spesso è un dialetto. Sono molti gli studenti che dicono che i nonni parlano italiano, ma è diverso da quello che studiano a scuola.
Ritornando all’italiano, se poi ci riferiamo ai bambini della scuola elementare, possiamo dire che loro imparino la lingua straniera facilmente e senza stress.
Questi piccoli studenti si esprimono nella nuova lingua senza neanche conoscere l’esistenza delle norme grammaticali. Questo perché il loro cervello acquisisce automaticamente tutto quello che ascolta e senza bisogno di spiegazioni grammaticali. I bambini non sanno cos’è la grammatica, anche se loro sono partecipanti attivi e creativi nel processo di acquisizione della lingua, generando un numero illimitato di frasi ricche di significato. Invece, gli adulti hanno una mente strutturata e hanno bisogno di spiegazioni grammaticali per imparare la nuova lingua, altrimenti non trovano connessione tra la loro lingua madre e quella straniera. Tuttavia, dobbiamo anche tenere presente che nessuno ha mai imparato una lingua straniera studiando solo le regole, quindi l’apprendimento e l’insegnamento non devono essere visti come fenomeni separati e distinti, ma come due fenomeni che s’influenzano a vicenda secondo i bisogni degli studenti.
L'insegnamento delle lingue è una professione che non ha una regola fissa da usare con tutti gli studenti, e i docenti d’italiano devono considerare sia gli obiettivi d’apprendimento e sia i metodi di sviluppo per un giusto insegnamento. Tradizionalmente, nei livelli principianti, s’inizia a insegnare la lingua straniera partendo da simboli, con l’aiuto d’immagini, oggetti, video, e cercando in seguito di arrivare alle abilità scritte e orali. Tuttavia, e poiché le competenze grammaticali sono gestite dalla parte sinistra del cervello (logico-matematiche), imparare le regole grammaticali può essere costruttivo solo quando gli studenti siano già competenti nelle forme grammaticali della loro lingua madre.
In conclusione, il docente d’italiano deve sapere dove vuole arrivare con i suoi alunni, e guidare il loro apprendimento con pazienza e creatività, senza usare regole rigide o attraverso noiosi libri di testo. Il lavoro dell’insegnante di lingue diventa sempre più ampio e dettagliato, e non si può sempre sapere se tutti gli studenti arriveranno alla meta stabilita. Nonostante ciò, gli alunni saranno fortunati ad avere istruttori d’italiano creativi che si adattano alle loro esigenze linguistiche e culturali, poiché gli apprendenti d’italiano si trovano anche di fronte ad un mondo culturale diverso.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12