Ci sarà stato per forza lo zampino della dea Fortuna nella vita della romana Paola Sinisgalli, dal 2010 a New York, che ringrazia la dea bendata e prima di tutto i suoi genitori. La sua storia sembra una commedia natalizia, di quelle da guardare davanti al camino. Classe 1986, bocconiana, Paola Sinisgalli è votata all’internazionalità sin da ragazzina, sin da quando a Roma frequentava scuole americane che la portarono a parlare la lingua inglese con fluenza e a sintonizzarsi in modalità global. Prima di New York, dove arriva con uno stage pre-laurea nella famosa agenzia di pubbliche relazioni Sally Fischer, sul curriculum vanta esperienze internazionali come l’Erasmus a Parigi, diversi scambi culturali a Pechino e in Canada.
Nei tre mesi a New York capisce che non le interessa l’America, ma solo la Grande Mela. I genitori che l’hanno sempre supportata e incoraggiata alla mobilità, le fanno un grande regalo: un appartamento proprio a New York City. Un investimento che diventa un passaporto per gli Stati Uniti. La dea bendata cerca proprio Paola, che dopo lo stage e mille curriculum inviati, trova lavoro come business developer presso un’agenzia Americana che le sponsorizza anche il Visto. Quando si dice che al destino non si può sfuggire…Voleva l’America e America sia. Per caso e per gioco Paola partecipa alla lotteria per la green card che ogni anno regala sogni e speranza a tutto il mondo. A questo punto, un disegno cosmico stava andando verso quella direzione. Nel 2011, ormai con una buona dose di imprinting impreditoriale appreso alla Bocconi, materializzatosi poi nell’esperienza di lavoro americana, concretizza quella che è la filosofia dell’american life: diventare un imprenditore. Nasce The Creative Shake agenzia fondata insieme all’amica d’infanzia Francesca Bianchi: un team di tre persone italiane residenti a New York con vari collaboratori sparsi in tutto il mondo.

Da sinistra a destra: Valerio Di Benedetto (attore), Paola Sinisgalli (co-fondatrice TCS), Claudio Di Biagio (regista), Francesca Bianchi (co-fondatrice TCS), Chiara Scarcella, Sara Massarotto (Director PR TCS)
Paola, dinamica, adrenalica e con tanta energia da vendere, non si ferma mai. Il cinema è sempre stato la sua passione, coltivata in sottofondo, senza fare rumore. Quando i ricordi di infanzia e le suggestioni di una musica prendono il sopravvento nasce l’idea di Without, corto firmato da Paola, in questa avventura per la prima volta regista, con la collaborazione tecnico-creativa di Claudio Di Biagio (regista di Vittima degli Eventi, Andarevia RaiCinema e Freaks!). Without racconta della vicinanza umana e del distacco mettendoli a paragone nella vita di un uomo affetto da alcolismo in una piccola realtà del Sud Italia. Lo short movie sarà girato a Matera la prossima estate. Al momento, Paola è nel pieno della campagna Kickstarter, con l’obiettivo di raccogliere $15,000 entro il 21 gennaio 2015. Paola ci racconta come da giovane ha conquistato la città avendo da subito le idee chiare e il bacio di Tuche, la dea della fortuna.
Paola, parti sempre dalla premessa che ti senti fortunata. Oltre la fortuna c’è però molto lavoro.
Sicuramente mi sento di ringraziare i miei genitori per avermi supportato sempre economicamente e psicologicamente. Senza di loro non credo sarei arrivata facilmente a New York. Aver studiato nelle scuole americane prima a Roma e poi alla Bocconi mi ha permesso sin da ragazza di entrare in una dimensione internazionale. Insieme alla formazione, a New York non mi sono mai fermata un attimo. Ho cercato, incontrato persone, mandato cv, avuto molte delusioni fino a quando è arrivato il momento giusto. Infine la lotteria e la green card. Quello è un colpaccio che sola la fortuna ti può regalare!

Uno scorcio tipicamente lucano.
Il cortometraggio nasce da una passione per il cinema, ma anche dai ricordi di infanzia.
Ho trascorso ogni estate, fino a 18 anni, in Basilicata e ogni anno portavo a casa filmati che ho rivisto di recente e che mi hanno fatto venire in mente di raccontare una storia sentita in Costa Rica, ma che poteva essere universale. Ho pensato alla Basilicata per l’affetto che mi lega a questa terra e perchè Matera e tutto il territorio meritano di essere conosciute anche all’estero. La mia idea nasce prima che la città fosse stata scelta come capitale europea della cultura.
La tua non è una fuga dall’Italia. Anzi. Stai lavorando per costruire un ponte Roma – New York…
La mia non è una fuga legata a motivi di lavoro perchè avevo delle proposte lavorative ancora prima di finire gli studi. Non è neanche dettata dal malcontento. Mi sono inamorata di New York ed è lì che mi sento me stessa. Detto ciò a Roma torno spesso e sto cercando di fare delle cose che mi possano permettere di poter lavorare in entrambe le città coinvolgendo italiani.
Come e in che modo ti ha cambiato la Grande Mela?
Mi ha permesso di conoscermi ed esprimermi meglio, di essere me stessa. Forse mi ha reso più dura, ma questo è un processo inevitabile. New York mi somiglia molto, per questo la amo. Ha molta energia, non dorme mai, è adrenalinica come me.
Qual è la storia di New York che merita di essere raccontata e che vorresti raccontare tu un giorno in un corto?
Si dice sempre che se piangi in metro a New York nessuno ti consola. Questa città ha delle storie umane, individuali che meritano di essere raccontate, ciascuna per la propria unicità. Più che l’aspetto corale mi interessa quello individuale.
Cosa hai lasciato a Roma?
La mia famiglia, i miei amici, uno stile di vita rilassante e unico.
Non hai neanche 30 anni ma hai raggiunto importanti obiettivi. Paola, neanche cosí lontano, cosa e dove sarà fra 20 anni?
Un giorno mi piacerebbe avere una bella casa grande a Roma da condividere con marito e figli. In questo momento voglio esploare ancora la vita, New York, dedicarmi al cinema e vivermi tutto con le emozioni giuste.
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