“Quello vero è uno solo”, recita il payoff che compare sotto il marchio del Parmigiano Reggiano. Lo stesso potremmo dire del design italiano, che dalla sua gloriosa affermazione, nella seconda metà del secolo scorso, ha fatto nascere prodotti straordinari a cui è seguita un’orda famelica di surrogati capaci solo di ricalcarli in peggio. Questa è la prima similitudine che trovo ragionando del Re dei Formaggi (attaccato sui mercati mondiali da infimi sotto specie che vanno sotto il nome di parmesan) e di due portabandiera come Alessi e Kartell, che da decenni sono capaci di incontrare gusti e tendenze del pubblico tenendo la rotta del buon design. La notizia è che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha lanciato sul mercato statunitense un contest legato al mondo del design, con riferimento al tema Cooking, Eating e Sitting, e ha voluto al suo fianco i due brand appena citati oltre a una giuria d’eccezione.
Ed è una buona notizia il fatto che il parmigiano sposi il design. La seconda ragione la trovo nel fatto che è legittimo e persino intelligente accostare un prodotto naturale di mille anni fa ai progetti innovativi che queste due grandi aziende sfornano dalla loro nascita. Soprattutto se rispolveriamo quello che sosteneva Dino Gavina _ uno che ha fatto la storia del design _ ovvero che “veramente moderno è ciò che è degno di diventare antico”. Il Parmigiano Reggiano e il buon design sono modernissimi, il primo è anche antico mentre il secondo lo sta via via diventando.

La terza motivazione, non l’ultima, è che cibo e design sono due marchi identitari dell’Italia nel mondo e quindi chi ha avuto l’idea di marketing di associarli ha fatto bingo. Il tutto proposto sul mercato statunitense, che insieme alla Francia è il più importante nell’export, con una quota di mercato pari a un quinto circa del totale: la produzione di Parmigiano Reggiano 2020 è stata di circa quattro milioni di forme pari a un controvalore al consumo di 2,6 miliardi di euro.
Ora che abbiamo dato una panoramica di cosa significa questa alleanza, vediamo nel concreto cosa si propone “The Parmigiano Reggiano Design Challenge 2021”, un concorso che invita designer professionisti, studenti e semplici appassionati, a presentare idee di design di prodotto basate sul tema dell'”autenticità” e ispirate ai valori del Made in Italy.

Il Challenge comprende tre categorie. “Cucinare”, dove entrano in gara prodotti quali grattugie, coltelli, taglieri e utensili. “Mangiare”, con piatti, ciotole, posate, tovaglioli e “Sedersi” con tavoli, sedie, sgabelli. L’obiettivo è quello di presentare progetti che creino un’esperienza migliore e più autentica in ogni fase del piatto, dalla sua preparazione all’assaggio. I designer sono invitati a studiare le loro creazioni con un particolare focus su materiali, tecnologie, funzionalità e sostenibilità. Le proposte possono essere presentate online sotto forma di schizzi, rendering o foto di prototipi. L’iscrizione è gratuita e la scadenza per la consegna dei lavori è fissata il 15 settembre 2021. I vincitori saranno annunciati nel mese di ottobre 2021. Il “Best of Show” vincerà un viaggio per due persone di una settimana in Italia, completamente spesato, che include un tour privato in un caseificio della filiera del Parmigiano Reggiano oltre a esperienze VIP nelle strutture e nei musei di Alessi e Kartell e, infine, l’opportunità di godere di una cena in uno dei migliori ristoranti della regione.
La giuria chiamata a scegliere i vincitori di ogni categoria, che riceveranno premi Gold, Silver e Bronze, oltre a regali degli sponsor, è composta da Mauro Porcini, Karim Rashid, Ayse Birsel & Bibi Seck, Richard Eisermann e Piero Rovatti. Le opere vincitrici verranno pubblicate su Core77 e Yanko Design, magazine online dedicati al mondo del design media partner del concorso.

In conclusione vale la pena di ricordare che il Parmigiano Reggiano viene prodotto sono in cinque province, quattro dell’Emilia, ovvero Parma, Reggio, Modena e Bologna, alla sinistra del fiume Reno, e anche nel Mantovano, alla destra del Po. Per fare il Parmigiano Reggiano non si usano additivi: durante il processo produttivo non vi sono interventi esterni (aggiunta di additivi enzimatici o di batteri selezionati in laboratorio) per modificare l’attività dei batteri.

Il disciplinare di questo prodotto Dop prevede inoltre che il latte utilizzato non possa essere conservato in frigorifero e che provenga da uno dei 3000 allevamenti della zona di produzione, con vacche in gran parte di razza Frisona Italiana (la classica mucca pezzata bianca e nera), ma anche di razza Bianca Modenese, Bruna e Rossa Reggiana. Si può utilizzare solo il latte di due mungiture vicine, quella del mattino e della sera precedente, che viene versato nelle tipiche caldaie di rame a forma di campana rovesciata. Per fare una forma di Parmigiano Reggiano, che pesa circa 40 kg, occorrono 550 litri di latte.