Si può essere internazionali, con sedi operative in 20 paesi nei cinque continenti, 1360 dipendenti, 190 milioni di euro di ricavi. Si può far parte di un grande gruppo internazionale svedese come Fagerhult. Si può illuminare a New York il Whitney Museum of American Art, nel palazzo di Renzo Piano, o Eataly al World Trade Center. E ancora la Pietà di Michelangelo a San Pietro e gli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara. Si possono coltivare ambizioni e progetti, studiare le nuove frontiere della luce, unire la tecnologia al benessere delle persone, costruire nuove visioni seguendo quello che diceva Le Corbusier, ovvero che “l’architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico, dei volumi raggruppati sotto la luce”.

Ma non si può dimenticare da dove tutto è partito 62 anni fa. Per questo iGuzzini, azienda leader nel settore del lighting design, ha voluto rendere ancora più bella Recanati, città delle Marche nell’entroterra di Ancona, dove da sempre ha il suo quartiere generale, mettendo a frutto la sua conoscenza nel settore dell’illuminazione architetturale che l’ha portata a produrre sistemi intelligenti per interni ed esterni in collaborazione con i migliori architetti, lighting designer, progettisti e centri di ricerca in tutto il mondo.

Recanati è la patria di Giacomo Leopardi. La città del Colle dell’Infinito, del palazzo avito del conte Monaldo ancora oggi rimasto com’era, con i libri e la scrivania di Giacomo, con la finestra dalla quale vedeva Silvia (al secolo Teresa, la figlia del cocchiere di famiglia, morta di tisi nel 1818). Recanati con la torre del passero solitario. Ecco, ora su questa torre, nel convento di Sant’Agostino, il punto più alto della città, lo studio Light Bureau si è fatto portavoce del grido “Save our Planet” attraverso l’elemento aria che di notte prende forma luminosa. Sotto, nel chiostro, attorno al pozzo centrale, la luce disegna invece sul pavimento in cotto l’elemento carbonio, disegnato dallo studio Arup, a simboleggiare come le attività umane stiano danneggiando l’ambiente.

Sono solo alcune delle opere d’arte luminose (definirle installazioni è riduttivo) realizzate da due degli studi di progettazione che hanno aderito al progetto “Light for Future” portando qui il loro libero contributo sotto la direzione artistica dello scenografo Giancarlo Basili. Le immagini proiettate sono il risultato di una call to action lanciata da IALD, l’Associazione internazionale di lighting design, e da iGuzzini Iluminazione, a quattro tra i più importanti studi internazionali: oltre a Arup e Light Bureau, anche Licht Kunst Licht e Speirs Major infatti sono stati coinvolti nell’interpretare l’uso della luce come strumento di innovazione sociale ed elemento di riqualificazione urbana. Al progetto hanno aderito anche l’Accademia di Belle Arti di Macerata e la Dea, società di distribuzione elettrica.

Continuiamo il giro per Recanati. La Torre dell’Acquedotto suggella il ruolo dell’acqua come fonte di vita per l’Umanità, rappresentata dalla silhouette umana stilizzata dello studio Arup, e celebra la Natura, rievocata invece dalle piante dello studio Speirs Major. Si prosegue quindi all’interno del Chiostro di Palazzo Venieri, dove Light Bureau propone la proiezione dell’elemento acqua, centrale in tema di cambiamento climatico. Il rapporto tra Uomo e Natura e la necessità di preservare la biodiversità ricorre nella Porta San Filippo, dove l’ape di Arup viene proiettata sull’asfalto e diventa simbolo delle specie animali e vegetali a rischio di estinzione.
La facciata della Multisala Sabbatini è illuminata da un fuoco che incendia, realizzato da Light Bureau: è il simbolo, visibile anche da lontano, degli effetti che il mancato intervento umano produrrebbe sul Pianeta mentre la facciata del Convento delle Clarisse, casa natale del celebre tenore Beniamino Gigli, diventa una tela su cui dipingere con la luce un’immagine eterea portatrice di un messaggio positivo: le nuvole di Licht Kunst Licht sono un tutt’uno con il cielo.
“Siamo entusiasti di far parte di questo progetto così importante per Recanati, che abbiamo fortemente voluto insieme al Comune. È questo un ulteriore impegno dell’azienda nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni in grado di esaltare luoghi di grande valore, che sono anche i nostri luoghi”, ha commentato Adolfo Guzzini, presidente emerito della iGuzzini Illuminazione.

Da parte sua, il ceo Cristiano Venturini ha spiegato: “Light for Future è un progetto strategico per l’azienda, da sempre inserita armonicamente nel territorio, perché fortemente in linea col suo DNA e con la volontà di diffondere la cultura della luce nel mondo. Per questo motivo iGuzzini, consapevole dell’importanza dell’iniziativa, ha messo le proprie soluzioni ed expertise a disposizione della professionalità dei partner per ribadire in maniera forte e creativa l’importanza di un approccio sostenibile che tutti noi siamo chiamati ad adottare, sia nella vita privata che professionale”.
Coerenza. É la parola che si legge in filigrana in tutto il percorso di ricerca e di impegno di iGuzzini. Insieme a Innovazione, Bellezza, Apertura, Integrità, Umanità, che sono i concetti che ispirano il lavoro all’interno della fabbrica e del palazzo direzionale progettato da Mario Cucinella: un’architettura ambientale, un’immersione discreta e vitale nel contesto paesaggistico, dove prendono forma i progetti. Il viaggio all’interno della fabbrica è emozionante, tanta tecnologia ma anche tanta attenzione al capitale umano. Il tutto si realizza attraverso il World Class Manufacturing, un programma introdotto nel 2014 che mira al miglioramento continuo e qualifica i più importanti produttori di beni e servizi mondiali. Zero difetti, zero guasti, zero incidenti e zero scorte: queste le parole guida.
La sicurezza diventa uno dei capisaldi di tutto il processo produttivo di questa Industry 4.0. Grandi cartelli appesi ricordano alcune parole chiave del processo di lavorazione quotidiano che coinvolge tutti. Safety: work safely, with the contribution of everyone. Change: is the motor of continuous improvement. Energy: High performance, low consumption. E via dicendo.

Il capo dell’Innovation Lab è Massimo Gattari, Chief Innovation Officer, da quarant’anni appassionato inventore e sperimentatore che ha mostrato come il suo team di cento persone, in gran parte ingegneri e fisici, sia sempre al lavoro per miniaturizzare le soluzioni LED rendendo a volte quasi invisibile la sorgente luminosa. Riuscendo allo stesso modo a caratterizzare dettagli, a mettere in evidenza pareti e forme, dall’illuminazione diffusa che imita la luce solare al singolo spot che accarezza un particolare degno di attenzione. Gattari ha la luce anche negli occhi mentre parla, la ama, la insegue da sempre. Come succede a tutti in questa fabbrica da cui si vedono i campi di grano appena tagliato che brillano sotto il sole delle Marche.