Il primo museo a fisarmonica nella storia dell’architettura, anzi probabilmente nella storia, è in via di completamento sulla costa occidentale della parte bassa di Manhattan, la zona dove un tempo approdavano i transatlantici dall’Europa.
Si chiama The Shed, letteralmente “il capannone”, ed è una struttura a otto piani di cui una parte è fissa, mentre l’altra scorre su rotaie in modo da allargare o restringere lo spazio a seconda della sua destinazione, per manifestazioni d’arte di tutti i tipi, mostre, balletto, commedie e concerti. Quando è chiusa la struttura può ospitare 1200 persone sedute. Il tutto si accosta alla High Line, cioè a quella sopraelevazione che corre parallela al fiume Hudson su cui un tempo scorrevano i binari di una ferrovia, trasformata negli anni scorsi in una passeggiata sull’orlo di Chelsea, il quartiere artistico di Manhattan. A poca distanza c’è il museo Whitney di arte americana, aperto un anno fa nella sua ultima edizione creata da Renzo Piano.
Ma non è ancora molto assonnata l’economia americana, inclusa quella newyorchese, che da una quindicina d’anni non riesce a liberarsi della più lunga recessione della sua storia? Certamente, ma non per quanto riguarda l’arte, ambiente in cui i dollari continuano a venire giù a valanghe, generalmente in provenienza di quel famoso “un per cento” spesso legato ai meccanismi economici di Wall Street.
The Shed è stato creato in parte con uno stanziamento della città di New York deciso quattro anni fa quando era ancora sindaco il plurimiliardario Michael R. Bloomberg, in parte con donazioni di privati per quasi mezzo miliardo di dollari, a cui lo stesso Bloomberg ha conribuito di tasca propria con 75 milioni. Bloomberg, a cui a suo tempo era stata essenzialmente dovuta anche la realizzazione della High Line, ha detto che a suo giudizio iniziative come il nuovo centro d’arte hanno “una capacità unica di beneficare una città attraendo gente creativa di ogni tipo, rafforzando le comunità e stimolando la crescita dell’economia.” Il progetto architettonico è stato realizzato da due ditte in collaborazione, il gruppo Diller, Scofidio & Renfro e il gruppo Rockwell. Barry Diller, che è il nuovo marito di Diane von Furstenberg la cui ditta di moda ci tiene a investire nella zona di Chelsea, è personalmente interessato allo sviluppo della zona, avendo investito 200 milioni in un altro auditorium e teatro nella parte ancora più bassa dell’isola.
In totale, le istituzioni culturali di New York adesso sono circa 1.200.

L’apparizione dello Shed fa parte delle numerose emozioni di questa primavera, tra cui, solo per citarne alcune, il record stabilito da un quadro di Jean-Michel Basquiat venduto da Sotheby’s per 116 milioni a un miliardario giapponese; il licenziamento del direttore del Museo Metropolitan per motivi oscuri, tra cui forse la relazione con una dipendente; l’accusa lanciata alla Biennale di Venezia dal critico del New York Times di non essere in sintonia con lo zeitgeist o spirito dei tempi; lo scossone subito dalla più florida delle compagnie televisive, la Fox della famiglia Murdoch, quando il suo presidente e il suo principale commentatore hanno dovuto essere allontanati per denunce di abusi sessuali da parte delle giornaliste. Poco dopo il presidente, Roger Ailes, è anche inaspettatamente deceduto. La vicenda è stato coronata dalla ricomparsa di Monica Lewinski, la ragazza che un tempo lavorava alla Casa Bianca nei pantaloni del presidente Clinton, che ha preso spunto dalla morte di Ailes per accusare la rete Fox e in generale i media americani di averla martirizzata.

Venendo ad acque più calme, ma non meno esilaranti, c’è l’annuncio da parte della Collezione Frick di aver ricevuto la più grande donazione della sua intera storia (fu fondata circa un secolo fa), sotto forma di una delle più grandi collezioni private del mondo di ritratti su medaglia. Si tratta della raccolta di Stephen K. Scher, di valore inestimabile non solo economico, ma artistico per il sorprendente livello di raffinatezza che può essere aggiunto da questo intimo tipo di arte. Le medaglie sono adesso al centro di una mostra dal titolo The pursuit of immortality o “un anelito di immortalità”, che rimarrà aperta nel museo per tutta l’estate.