Soffermatevi su un dettaglio di uno dei dipinti di Fabrizio Ruggiero e potreste pensare di stare osservando una rappresentazione aerea della terra, con fiumi tortuosi, catene montuose che si innalzano e spiagge sabbiose. Allontanatevi e vedrete che quelle superfici ruvide, che appena salgono e scendono dalle tele, in realtà formano la mascella squadrata e gli occhi blu di un uomo, le labbra rosee ed i delicati contorni del volto di una donna. L'artista italiano, che ha forse ereditato il talento artistico dal suo parente, il pittore francese Edgar Degas, è un pittore contemporaneo che crea le strutture dei suoi ritratti, monocromi e sculture usando un'antica tecnica che si rifà all'arte di Pompei: l'affresco.

Dettaglio di un’opera di Ruggiero
Una selezione delle opere di Ruggiero è attualmente in mostra alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University fino al primo ottobre in una mostra intitolata The Transformative Power of Art. La mostra era originariamente esposta all'ingresso del quartier generale delle Nazioni Unite e presentava 16 tra ritratti, sculture affascinanti e organicamente strutturate e monocromi, insieme ad una raccolta di oggetti di cartapesta somiglianti a pietra scolpita, creati dalla moglie di Ruggiero, Nina Muzzi.
Attraverso l'uso di elementi naturali, tra cui calce, legno e malta, la mostra celebra la bellezza del mondo naturale mentre, attraverso la rappresentazione di celebri figure culturali, onora gli sforzi fatti per la protezione dei diritti umani.

Il direttore della Casa Italiana NYU Stefano Albertini con Giorgio Van Straten, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York
In occasione dell'apertura alla Casa Italiana, il direttore Stefano Albertini, insieme al direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di New York, Giorgio van Straten, ha con entusiasmo presentato il programma culturale di questa nuova stagione e introdotto la mostra.
Lo spazio ristretto della Casa Italiana consente di esporre solo una parte dei lavori dell'originale mostra alle Nazioni Unite. Tuttavia, presentando sette dei ritratti di Ruggiero e tre dei suoi affreschi astratti, la mostra offre agli spettatori un'intima ma completa comprensione del concetto dietro all'ipnotico lavoro dell'autore.
Tra i sette ritratti scelti per la mostra ci sono scrittori, fotografi, artisti, attori e cantanti da tutto il mondo. Comprendono Malala Yousafzai (Pakistan), Joan Baez (Stati Uniti), Gong Li (Cina), Maya Angelou (Stati Uniti), Miriam Makeba (Sud Africa), Sebastiao Salgado (Brasile) e Joseph Boyce (Germania). Ognuna delle figure rappresentate ha la propria storia, ma tutti hanno in comune l'aver utilizzato il proprio talento artistico per combattere valorosamente per la tutela dei diritti umani.

Joseph Beuys e Gong Li, di Fabrizio Ruggiero
Prendiamo Joseph Beuys, per esempio, una figura che Ruggiero ammira e di cui ha raccontato la storia di Beuys a La VOCE, chiarendo la ragione per cui è stato inserito in questo gruppo di personaggi: “Mentre combatteva da pilota tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale il suo aereo fu abbattuto. Fu salvato da una tribù di nomadi che lo hanno guarito utilizzando due materiali: il grasso e il feltro. Beuys è diventato un artista minimalista concettuale negli anni '70 in Germania ed ha utilizzato quegli stessi due materiali per produrre la propria arte. È stato anche il precursore di una nuova forma di arte che ha chiamato scultura sociale. In una delle sue ultime mostre ha piantato simbolicamente 7.000 alberi in una città in Germania, che era stata totalmente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale”.

Sebastião Salgado ritratto da Fabrizio Ruggiero
Attraverso le sue opere d'arte Ruggiero afferma che il suo obiettivo è di esplorare e scoprire i modi in cui catturare la visione: “Quella per me è la funzione della pittura, comunicare agli occhi”.. La pittura ad affresco permette all'artista di creare motivi dalle superfici ruvide che giocano con la vista ed il senso dello spazio dello spettatore, stimolando visivamente la mente. Nel creare le superfici ruvide dei suoi affreschi, Ruggiero utilizza la tecnologia moderna per frantumare la pietra che, secondo l'autore, rende l'opera unica, in quanto in relazione con lo specifico luogo in cui è stata creata. “L'affresco è realizzato principalmente con sabbia e calce, ma quello che puoi ottenere a Roma sarà completamente differente da quello che puoi ottenere a Venezia. Il materiale con cui la malta è creata è diverso. Puoi dipingere la stessa immagine, ma il risultato sarà completamente diverso per la diversa consistenza” ha spiegato.
Poiché il padre si opponeva alle sue aspirazioni da artista, Ruggiero in realtà ha cominciato la sua carriera come architetto. A seguito di quella formazione, anche lo spazio è venuto a svolgere un ruolo centrale nelle sue opere, come evidenziato dalle forme increspate delle sue sculture (che sono fatte di giunco, un materiale usato durante il Rinascimento quando gli artisti volevano dipingere gli affreschi su un soffitto curvo) e dei lavori monocromatici. “Lo spazio nel mondo fisico contemporaneo è ondulato, non piatto” ha detto. Anche l'alternanza dei motivi lineari e tratteggiati sulle superfici dei suoi affreschi astratti, che sono dipinti su compensato e quindi permettono all'artista di piegare il materiale, mostra il gioco dell'artista nel rappresentare variazioni nello spazio.
Ma parole e immagini non bastano a restituire la stimolazione visiva che le opere di Ruggiero offrono allo spettatore. Per catturare pienamente il potere delle opere di Ruggiero dovrete stare di persona di fronte ad uno dei suoi dipinti. “Posso raccontarti del gusto di un buon caffè, ma sarà sempre diverso da quando lo provi veramente”, ha affermato Ruggiero.
Traduzione dall'originale inglese di Simona Lisi.