L’Italian Trade Agency di New York ha ospitato lo scorso 8 maggio una tavola rotonda intitolata Il modernismo italiano alla luce della Grande Guerra, in occasione della pubblicazione del volume Giorgio de Chirico and the Metaphysical City: Nietzsche, Modernism, Paris (Yale University Press). Il dibattito, assai coninvolgente, è stato organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New York che tiene particolarmente ad evidenziare il nesso culturale tra i movimenti modernisti italiani, dal futurismo alla breve esperienza della Scuola Metafisica, e il primo conflitto mondiale.
Intento riuscito anche grazie agli interventi puntuali di Raffaele Bedarida (The New School; Parsons), Jennifer Hirsh (Dipartimento di Storia dell’arte, teoria e critica del Maryland Institute College of Art) e Ara H. Merjian, docente di Studi Italiani alla New York University.
La presentazione e il dibattito hanno coinquistato il folto ed interessatissimo pubblico

Jennifer Hirsh, Ara H. Merjian e Raffaele Bedaria
presente in sala. La lecture ha svelato affascinanti particolari sul percorso degli artisti trattati, aspetti umani in grado di rivelare le personalità degli individui che fecero grande la storia dell'arte del nostro paese nel mondo in quell'epoca. Non solo de Chirico ma anche Depero, Balla, Marinetti sono stati raccontati in modo semplice e puntuale. Del percorso artistico di Depero, ad esempio, scopriamo aspetti umani che non sempre vengono evidenziati durante lo studio di questi grandi pittori, ma anche curiosità legate al suo lavoro di artista: non tutti sanno che Depero disegnò cuscini per la già famosissima catena di grandi magazzini di Manhattan Macy's. "Depero – ha raccontato Raffaele Bedarida – amava progettare cuscini ed altri oggetti, ma è assai curioso questo suo interesse verso il cuscino in quanto esso è quanto di meno futurista ci possa essere. Non invoglia il movimento ma al contrario lo accoglie contenendolo". Eppure Depero ne produce di bellissimi con incredibili fantasie e le sue figure danzanti si scatenano in movimenti incontenibili. E poi c'è l'ancora attualissima bottiglietta del Campari che Depero progettò nel 1932.
Un altro aneddoto curioso è quello dell'incontro tra Andy Warhol e de Chirico che lasciò un segno indelebile nel lavoro dell'artista americano tanto da spingerlo alla creazione di un'intera collezione di opere note come Andy Warhol after de Chirico.
II dibattito-lezione si è svolto come un racconto, piacevole e ricco di aneddoti e dettagli. E al termine della conferenza, una sorpresa: al primo piano della palazzina che ospita l'ICE, protetto da una teca di vetro, fa bella mostra di sé Le Muse inquietanti, capolavoro di Giorgio de Chirico, donato anni fa all'Istituto per il Commercio Estero.
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