Danimarca, 1913. La vita del giovane povero ma ambizioso Anton Abildgaard (Esben Smed) ha un’unica priorità: completare al meglio il suo addestramento come ufficiale di cavalleria poiché la minaccia della Prima Guerra Mondiale incombe. Durante un’esercitazione, Anton e alcuni suoi commilitoni aiutano il barone locale Løvenskjold (Lars Mikkelsen) il quale, per sdebitarsi (ma non solo per quello!) invita Anton ad una festa da ballo nel suo castello. Lì conosce la figlia del barone, Edith (Clara Rosager), e la invita a ballare, non sapendo però che la bellissima giovane donna è paralizzata a causa di un incidente a cavallo. Abildgaard è subito colto dal senso di colpa per aver messo in imbarazzo la ragazza. Preso da grande pietà per Edith, trascorre molto tempo con lei. La loro conoscenza evolve presto in una relazione, ma l’ufficiale sprofonda sempre di più nelle sue bugie e promesse, poiché non riesce a essere onesto con lei e si chiede se quello che prova per Edith sia davvero amore o soltanto compassione.
Kysset- Il bacio di Bille August è basato sul romanzo Cuore impaziente dell’austriaco Stefan Zweig
Il regista (due volte vincitore della palma d’oro a Cannes e premio Oscar 1989 per Pelle alla conquista del mondo come Migliore film non in inglese) ha scritto lui stesso la sceneggiatura. Il cast riunisce il regista con la bravo Esben Smed, già da lui diretto in Lykke-Pe’-Pietro il fortunato. Troviamo inoltre Clara Rosager, Rosalinde Mynster e David Dencik.
Bille August offre ancora una volta un film bello e commovente sulla altamente complessa e mutevole vita emotiva degli esseri umani. Questa volta in un dramma romantico puro e semplice.
Ci si dovrebbe sposare per amore, per pietà o per coscienza sporca? La pietà o la compassione portano o possono portare all’amore? Queste le grandi domande che il film pone in una forma molto sofisticata e drammatica e con le quali si confronta il giovane tenente Anton.
Il film è assolutamente da vedere, la storia è avvincente, la recitazione di prim’ordine e, non da ultimo, Lars Mikkelsen è molto bravo nei panni del fragile padre di Edith, ma, pur se molto toccante, il film è in qualche modo stereotipato nel suo genere: con Bille August occorre stare attenti a non lasciarsi sedurre solo dalle sue bellissime immagini, a meno che, ovviamente, non lo si voglia.
Bille August offre comunque ancora una volta una regia intelligente nelle sue scelte, come quella di farci vedere un Anton che raramente esprime alcuna emozione con la sua faccia fino a quando non inizia a mentire a Edith, di cui ha pietà: se Anton fosse davvero innamorato di lei e lo esprimesse, il film, giocato invece sull’equilibrio, sarebbe facilmente solo sentimentale. E’ solo quando il dottore (David Dencik) dice ad Anton “Potrebbe essere che provi sentimenti più forti per lei?” che possiamo allora vedere che il giovane ha i suoi dubbi.
Il romanzo Cuore impaziente è stato precedentemente trasformato in film due volte: la prima, nel 1946, con il romantico dramma inglese Beware of Pity- Felicità proibita; la seconda, nel 1970, nella versione turca Merhamet.