Siamo giunti alla fine della lunga corsa agli Oscar. Ultimi aggiustamenti, il tappeto che non è più rosso, dopo 62 anni diventa color champagne!, Versace che per la prima volta in 25 anni fa un fashion show prima dei premi sul tetto di un garage, poi arriva il momento dei pronostici. E anche noi vogliamo sbilanciarci anche sulla base dei tanti premi consegnati negli ultimi mesi: dai Directors Guild Awards agli Oscar inglesi Bafta; i Golden Globe; i Producers Guild Awards; gli Screen Actors Guild Awards; i Critics Choice Awards e gli Independent Spirit Awards. Cercheremo anche di seguire le statistiche e l’approccio per lo più tradizionale dei membri dell’Academy (che però sta cambiando con l’aumento di membri giovani e provenienti dal resto del mondo).
Miglior film

Everything Everywhere All At Once
La statistica parla chiaro: ha portato a casa il premio ai DGA, ai PGA e ai SAG (qui ne ha vinti ben quattro!). La preferenza dei sindacati di Hollywood sembra del tutto incontrovertibile, tanto che l’unico lungometraggio che potrebbe dargli del filo da torcere è il tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale che ha incassato a sorpresa 7 Bafta (tra cui miglior film e regia), battendo nelle stesse categorie titoli come Everything Everywhere All At Once ma anche Banshees of Inisherin, che partiva favorito giocando in casa.
Migliore regia
Daniel Kwan e Daniel Scheinert
È l’anno dei Daniels, registi di Everything Everywhere All At Once. Questo Oscar è praticamente in mano loro: i due registi hanno vinto i DGA, un indicatore importantissimo, e si sono portati a casa anche altri importanti premi come i CCA e ISA. L’unico a minacciare veramente la loro vittoria è Steven Spielberg, con un film molto personale, The Fabelmans che potrebbe risuonare in maniera più ampia nel cuore dell’Academy.
Migliore attore protagonista

Austin Butler (Elvis)
Questa corsa non è scontata, ma Butler mi sembra favorito rispetto al navigato Colin Farrell (Banshees of Inisherin) o al redivivo Brendan Fraser (The Whale). Quest’ultimo potrebbe anche avere dalla sua la statistica del premio alla SAG, ma il film non ha una nomination come Migliore film o Miglior regista. Però l’Academy ama i ritratti delle icone maledette ed Elvis è stato e rimane un idolo per generazioni di americani. Certo, anche la storia personale di Brendan Fraser segna una parabola di ascesa, caduta e di ritorno in carreggiata, ma l’Academy quando assegna un premio in maniera personale lo fa guardando alla carriera, non alle vicende personali. Una vittoria di Colin Farrell, che in carriera si è aggiudicato purtroppo solo un Golden Globe, sarebbe un fulmine a ciel sereno: il solo attore vincitore dell’Oscar con alle spalle solo un Golden Globe è Sean Penn con Mystic River (2003)
Migliore attrice protagonista

Cate Blanchette
La sfida è a due e non facile. L’attrice di Tar, già vincitrice di due statuette in questa categoria, può vantare la Coppa Volpi a Venezia, il BAFTA, il CCA e anche il Golden Globe. Michelle Yeoh, Everything Everywhere All At Once, ha vinto il premio come migliore attrice del SAG e potrebbe essere trainata dai tanti premi (penso tra 4 e 6) che verranno assegnati al film. Per lei sarebbe il primo Oscar e questo potrebbe giocare a suo favore nella decisione dei votanti dell’Academy.
Migliore attore non protagonista

Ke Huy Quan
Parte come favorito statistico con il Golden Globe, il Critics’ Choice e il SAG ottenuti per Everything Everywhere All At Once, ma non sottovaluterei però la possibilità di Barry Keoghan, che per Banshees of Inisherin ha vinto inaspettatamente un meritato Bafta.
Migliore attrice non protagonista

Jamie Lee Curtis
Il premio SAG da lei ricevuto conferma lo slancio di Everything Everywhere All At Once in tante categorie di premio. Sarebbe la sua prima statuetta, una specie di premio Oscar alla carriera. La sorpresa potrebbe essere Angela Bassett per Black Panther: Wakanda Forever, che ha ricevuto i premi CCA e GG, anche se ha contro una certa avversione dell’Academy verso la Marvel.
Migliore sceneggiatura originale
Everything Everywhere All At Once
Sua avversaria più pericola e quella di Banshees of Inisherin scritta da Martin McDonagh, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico britannico di origini irlandesi.
Migliore sceneggiatura non originale

Women Talking
Sarah Polley ha ottenuto sia il premio della WGA che l’USC Scripter Awards nell’ultimo weekend prima degli Oscar. Inoltre la sua mancata nomination come migliore regista ha destato un certo sdegno, visto che Women Talking è candidato come miglior film. Questo dovrebbe tradursi in una statuetta (meritata, anche se sembrerà di consolazione).
Miglior film internazionale

Niente di nuovo sul fronte occidentale
Il film tedesco non ha concorrenti. L’unico poteva essere Triangle of Sadness (vincitore della Palma d’Oro a Cannes), curiosamente non selezionato dal suo paese (la Svezia), ma presente in altre tre categorie tra cui miglior film e miglior regia (come avvenne l’anno scorso con lo spagnolo Madres Paralelas di Pedro Almodovar)
Miglior film d’animazione

Pinocchio di Guillermo del Toro
E’ praticamente un Oscar scontato, uno di quelli su cui Netflix ha puntato di più spendendo oltre 15 milioni di dollari di campagna promozionale.
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