Youtube e Apple Music? Preistoria musicale! La piattaforma numero uno per scoprire nuova musica è quella cinese di TikTok.
E’ questo il risultato di uno studio internazionale condotto dal sito internet Onlineroulette.org: il 60% delle persone intervistate utilizza questa piattaforma e metà di loro sono influenzate da TikTok nei loro gusti musicali.
Il giovane social network, nato nel 2017 dalla fusione di Musical.ly (che conteneva brevi video di sincronizzazione labiale –lip-sync– e dove gli utenti sceglievano la canzone e inventavano dei balletti) e Bytedance (colosso cinese che si occupa di piattaforme digitali), è arrivato ad avere quasi un miliardo di utenti nel mondo, mettendo al centro la loro creatività con lo slogan “make every second count” (“fai che ogni secondo conti”).

Il pubblico scopre direttamente su TikTok nuove canzoni, artisti, e colonne sonore (nuove o vecchie ma sped up, cioè velocizzate ad arte) e questo successo non si ferma nella piattaforma: spesso i brani resi popolari su TikTok, conquistano la vetta delle classifiche. Ciò vale per giovani alle prime armi come per artisti affermati.
Siamo ormai in un’epoca in cui è possibile diventare famosi producendosi e cantando una canzone semplice e orecchiabile, ma soprattutto facilmente ballabile e riproducibile: è il caso di Old Town Road (un misto tra country, rap e hip-hop anni ’90) di Lil Nas X, un ragazzo qualunque che nel 2019 ha comprato la base per qualche dollaro ed è arrivato a battere il record di settimane consecutive al primo posto della Billboard Hot 100.
Non mancano naturalmente anche esempi italiani: il 18enne Matteo Romano prima ancora di scrivere una canzone ha cantato una sua breve composizione di 15 secondi al pianoforte: sono bastati per fare il giro di TikTok Italia e spingerlo a scrivere poi per intero Concedimi brano con 4 milioni di streaming su Spotify. C’è anche il caso di Pietro Morello musicista polistrumentista e pianista, nonché tiktoker torinese con oltre 2 milioni di followers: oltre ad aver fatto uscire alcuni singoli, tra cui Filo(sofia), molto amati dagli utenti della piattaforma, suona quotidianamente la musica che i suoi seguaci gli propongono di replicare quando non è impegnato con diverse associazioni umanitarie nel curare bambini problematici con la musicoterapia.
E’ oramai quasi imprescindibile per un artista pubblicare sui social, in particolare TikTok, per farsi conoscere, data la grande visibilità che questa piattaforma concede. Non solo i nuovi cantanti in erba, ma anche quelli già affermati possono ritrovare la fama e tornare sulla cresta dell’onda grazie ad un pezzo virale sul social cinese: come è stato nel 2020 il caso di Jason Derulo che dopo cinque anni di silenzio artistico è tornato in cima alle classifiche con un brano che è diventato un balletto famosissimo (creato sulla base di un artista 17enne: Joshua Stylah) e uno dei pezzi più ascoltati e utilizzati nella storia di TikTok, Savage Love. Lo stesso ha fatto il cantante canadese Justin Bieber: grazie a Peaches e Yummy è tornato al centro dell’attenzione. Milioni di persone le hanno usate come suono base dei loro brevi video (obbligatoriamente non più lunghi di 15 secondi) prima sulla piattaforma cinese e poi anche negli Instagram Reels (ultima novità di Instagram, il social network di Mark Zucherberg, in risposta a TikTok).
Le case discografiche cercano di cavalcare queste nuove tendenze, e non sempre in modo pulito. Un ritornello può essere comodamente contenuto in una breve clip e se crea uno slogan ad effetto o una melodia perfetta per un balletto, tanto maggiori sono le probabilità: di conseguenza le canzoni più popolari tendono ad avere quasi sempre lo stesso ritmo, la stessa cadenza. Tutto ciò non accade per moto spontaneo degli artisti: spesso le case discografiche li invitano a sperimentare in questa direzione, nella speranza di intercettare una platea di giovanissimi ascoltatori la cui soglia dell’attenzione è sempre più bassa e volatile. Numerose pop star internazionali si sono più volte lamentate di subire pressioni dall’alto per creare non più canzoni, ma contenuti ad hoc per TikTok e non sentirsi liberi nella loro creatività.
Ma la vera rivoluzione (più inquietante, in un certo senso) non riguarda tanto la musica recente, quanto quella d’annata. Sulle varie piattaforme non è difficile imbattersi in tracce famosissime degli anni ’80, ’90 e 2000 che in calce al titolo contengono la dicitura sped up (cioè accelerate da un software apposito): il brano viene velocizzato per poterne includere una porzione maggiore in un video breve e quando la clip diventa virale, la versione della canzone a cui gli utenti si affezionano è quella velocizzata. È successo di recente a Lady Gaga, la cui hit Bloody Mary del 2011 è diventata un trend dopo una serie di balletti virali che includevano una versione sped up del brano.
Il 2022 è stato l’anno dei grandi eventi musicali in esclusiva su TikTok, dei formati inediti e dei contenuti condivisi dal grande pubblico: dal Festival di Sanremo – con il video in cui Blanco e Mahmood intonano Brividi dal balcone dell’hotel – ai 3 miliardi di visualizzazioni dell’hashtag #Eurovision2022 (di cui TikTok è stato Official Entertainment Partner), fino alla nuova edizione di X Factor che ha visto protagonista Francesca Michielin e i suoi divertenti video dietro le quinte. Tra le canzoni che hanno fatto parte della colonna sonora del 2022 suTikTok: Shakerando di Rhove, Caramello di Rocco Hunt&Elettra Lamborghini&Lola Indigo, Tu Comm’a Mme di Gianni Celeste. Fedez, i Maneskin e Jovanotti: gli artisti con più visualizzazioni.
TikTok rappresenta ora un elemento centrale per le etichette discografiche e come conseguenza è nata una nuova schiera di venditori di musica sui social media per sostenere gli sforzi promozionali sull’app. Più sono influencer più vengono coccolati dalle case discografiche perché i loro brani potrebbero raggiungere anche diversi milioni di visualizzazioni!

Gli accordi promozionali tra venditori di musica e influencer sono un’importante fonte di reddito per i creatori di TikTok: alcuni utenti possono arrivare a guadagnare centinaia, o addirittura migliaia di dollari/euro, per un singolo video in cui promuovono la traccia di un artista!
TikTok sta rovinando la musica o è una forma di democrazia culturale? Il dibattito è acceso. L’opinione pubblica è divisa tra chi pensa che questa sia per tutti una possibilità di esprimersi e far conoscere la propria arte e chi denuncia un abbassamento della qualità con hit ripetitive e a malapena orecchiabili.
Di certo ora è possibile realizzare i propri sogni più facilmente che in passato senza dover per forza passare per un intermediario difficile come un’etichetta discografica o aspettare di essere abbastanza famosi da passare in radio o televisione: non si deve attendere nessuno per far fare il giro del mondo al proprio pezzo. Allo stesso tempo, anche gli spettatori hanno maggior potere decisionale, come in una sorta di “televoto 2.0”, decidendo quali canzoni ascoltare che finiranno poi anche nelle classifiche di Spotify e nel settore Per te di TikTok.
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