“Il mio nome è Marina Abramović. Sono nata in Yugoslavia, un paese che prosperava sotto l’influenza della cultura dell’ovest e dell’est, per via della Russia. Negli ultimi anni ho lavorato in Ucraina e ho conosciuto il popolo ucraino. Sono orgogliosi, sono forti, hanno dignità. Provo solidarietà nei loro confronti durante questo giorno impossibile. Un attacco all’Ucraina è un attacco a tutti noi. È un attacco all’umanità, e deve essere fermato”.
Lo ha dichiarato con un video l’artista e performer di origine serba Marina Abramović, poco prima di organizzare un suo ritorno nelle gallerie d’arte newyorkesi. Questa volta, l’iconica performance “The Artist is Present”, che ha avuto il suo debutto nel 2010 al Museum of Modern Art, verrà usata con fini caritatevoli. In due occasioni l’artista siederà di fronte ai vincitori di un’asta, che sta terminando proprio in queste ore e le due parti verranno fotografate da Marco Anelli, lo stesso artista che ha supportato Abramović 12 anni fa.
La performer artist 75enne ha organizzato l’asta in collaborazione con Artsy, sito che si occupa di aste d’arte online, e con la Sean Kelly Gallery di Chelsea, dove le due sedute avranno luogo. Come la sua opera originale tenutasi al MoMA, l’obiettivo artistico sarà di “allungare la durata di una performance oltre alle aspettative degli spettatori, in modo da alterare la nostra percezione del tempo e favorire un più profondo coinvolgimento nell’esperienza”. Dieci anni fa, infatti, Abramović aveva speso un totale di 716 ore e mezzo seduta al semplice tavolo in legno della performance, incontrato ed osservando di fronte a sé oltre 1500 partecipanti, tra cui Lou Reed, James Franco, Sharon Stone e Björk.
Già qualche ora fa, le due aste avevano superato i $24.000. I fondi ottenuti verranno consegnati a Direct Relief, un’organizzazione no-profit che sta lavorando con il Ministero della Salute ucraino per offrire aiuti a breve e lungo termine ai cittadini devastati dalla guerra.
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