
E’ ancora “una ragazzina, un’adolescente”, ma la Festa del Cinema di Roma cresce rafforzandosi anno dopo anno. E che si stia conquistando con sempre più merito un posto nel panorama internazionale lo dimostra il fatto che la 14.esima edizione – dal 17 al 27 ottobre – ha in cartellone l’ultimo lavoro di Martin Scorsese, “The Irishman”, che Cannes e Venezia avevano cercato in tutti i modi di accaparrarselo. Bel colpo, indubbiamente, probabile riflesso della molta stima che Antonio Monda, direttore artistico della manifestazione capitolina, gode a New York, dove vive dal 1994 ed insegna cinema alla New York University e scrive romanzi ambientati nella Grande Mela.
L’ennesimo film di Scorsese sulla mafia americana si preannuncia con il botto, perché dopo 11 anni (“Sfida senza regole”, di Jon Avnet, 2008) vedremo insieme Robert De Niro – nei panni del sicario mafioso Frank Sheeran – e Al Pacino – in quelli del sindacalista Jimmy Hoffa, scomparso in circostanze misteriose il 30 luglio1975, dopo che i due si erano incontrati, nel primo pomeriggio, nel ristorante Machus Red Fox di Bloomfield Hills, un sobborgo di Detroit. Nel 1995 i due grandi attori avevano già fatto coppia per la prima volta nell’indimenticabile “Heat-La sfida”, di Michael Mann.

Prima di addentrarsi nel vasto e accattivante programma della festa del cinema della Città Eterna, va sottolineata la pre-apertura del festival, il 14 ottobre, con il film, in anteprima mondiale, “La prima donna”, di Tony Saccucci: prodotto da Istituto Luce-Cinecittà, in collaborazione con Teatro dell’Opera della Capitale, racconta la vicenda dimenticata, ritrovata e clamorosa di Emma Carelli, soprano osannata in tutto il mondo nei primi del ‘900 e direttrice del Teatro Costanzi (l’odierno Teatro dell’Opera di Roma) dal 1912 fino al 1926, anno in cui fu estromessa dall’incarico dal governo fascista, perché – come si legge in un rapporto della polizia segreta – come donna ha sviluppato un carattere indipendente che le fa assumere atteggiamenti di superiorità verso chicchessia. Insomma, pensava ed agiva di testa sua! La Carelli (interpretata da Licia Maglietta) fu un’impresaria di valore che, tra l’altro, portò per la prima volta in Italia Picasso, i Futuristi e i Balletti russi di Djagilev. Insomma, un film che ben dovrebbe confacersi al dibattito sulla disparità di genere oggi, sulla violenza contro le donne e su quanta strada c’è ancora da fare, purtroppo, per una parità legata al merito e non al sesso.

Monda nel presentare la manifestazione ha detto che “la Festa è donna”: non solo per la testimonial scelta per il poster, Greta Garbo simbolo di eleganza e del divismo immortale, ma soprattutto perché saranno ben 19 i film in programma afirmati da registe e perché molti di essi presentano profili femminili.
Tra questi, solo per citarne alcuni, c’è “Antigone”, di Sophie Deraspe e con la canadese Nahéma Ricci nel ruolo principale della libera trasposizione cinematografica della tragedia di Sofocle: in seguito all’assassinio dei suoi genitori, la giovane Antigone si rifugia a Montreal insieme ai fratelli e alla nonna. Studentessa modello, Antigone è il collante che tiene unita la famiglia. La tragedia deflagra quando suo fratello Étéocle viene ucciso dalla polizia. Motivata dal senso del dovere verso la famiglia e dal ricordo dei genitori, Antigone decide di mettere a repentaglio il suo futuro per proteggere quello della sua famiglia: alla legge dell’uomo, sostituisce il proprio senso della giustizia, fondato sull’amore e sulla solidarietà.
Atteso è anche “The Farewell-Una bugia buona” di Lulu Wang. Billi ( l’attrice e rapper statunitense Awkwafina – vero nome Nora Lum) torna dagli Usa in Cina, suo Paese d’origine, e scopre che alla nonna è rimasto solo poco tempo di vita: decide allora di tenerla all’oscuro di tutto, programmando nel frattempo un matrimonio da organizzare prima che muoia. Tra consuetudini familiari, viene fuori la storia di un popolo ben diverso da come lo immaginiamo e che è molto attento ai legami profondi perché essi resistono a spazio e tempo.
Poi c’è “Judy” di Rupert Goold, adattamento del lavoro teatrale “End of the Rainbow” di Peter Quilter. E’ la storia di Judy Garland (Renée Zellweger) che nel 1968 arriva a Londra a trent’anni dalla fama avuta con “Il mago di Oz” di Victor Fleming (1939) e “E’ nata una stella” di George Cukor (1954). Il ritratto di una donna di spettacolo fragile e indifesa, ossessionata dalla sua infanzia e dalla Hollywood di quei tempi: il film mostra che alla fine dell’arcobaleno la brava cantante e attrice non aveva trovato il segreto della felicità, ma cinque matrimoni, depressione, alcolismo e una dipendenza da barbiturici che la condusse ad una fine prematura a soli 47 anni.
Due film “in odore di Oscar per la recitazione”: “Le ragazze di Wall Street-Hustlers” di Lorene Scafaria, storia vera: quattro spogliarelliste, capeggiate dall’avvenente Ramona (Jennifer Lopez) decidono di unirsi per estorcere denaro ai loro facoltosi clienti e per farlo organizzano un’elaborata truffa; e “Motherless Brooklyn”, atteso film d’apertura, con rimandi hitchcockiani, diretto ed interpretato da Edward Norton, qui solitario detective newyorkese, con la sindrome di Tourette, colpito da frequenti tic verbali che vanamente tenta di sopprimere: per risolvere un difficile caso di omicidio fa ricorso alla sua frizzante memoria mentre si avventura -nei bassifondi di Brooklyn che potenti immobiliaristi vorrebbero riqualificare eliminando la presenza dei neri.
Molta attesa anche per il documentario “Western Stars” diretto da Bruce Springsteen e Tom Zimny: trasposizione cinematografica dell’omonimo album del Boss. Il documentario vede Springsteen debuttare alla regia in quella che è un’esibizione in piena regola, nella quale esegue i tredici brani dell’album insieme a un’intera orchestra nel fienile della sua dimora. Sullo schermo non solo il Bruce cantante, ma anche un viaggio nei suoi ricordi, grazie al materiale d’archivio, pubblicato e privato, e al racconto in prima persona dello stesso artista. Non solo musica quindi, ma anche l’amore, la famiglia, la solitudine, la perdita e il passaggio inesorabile del tempo, che sembra non aver scalfito il genio creativo di Springsteen. L’album è stato il suo secondo da solista dopo “Devils and Dust” del 2005 ed è stato anche il secondo album, dopo “Nebraska” del 1982, a cui non è seguito un tour. Il documentario è insomma, in sostanza, un regalo del boss a tutti i suoi fan nel mondo.
La Festa del Cinema di Roma trova il suo glamour non solo nei film ma anche nei tanti Incontri Ravvicinati: sezione incentrata sulle masterclass con il pubblico di registi, attori e grandi personalità del mondo della cultura, quali Ron Howard (che presenterà il suo documentario su Pavarotti, “tenore del popolo”), Fanny Ardant, Ethan Coen, Bertrand Tavernier, Olivier Assayas, John Travolta, Viola Davis e Bill Burray (che riceveranno il Premio alla Carriera) e lo scrittore Bret Easton Ellis.
E gli italiani? Fondendo lo sguardo documentaristico con l’indagine poliziesca, “Santa subito”, di Alessandro Piva denunzia la debolezza dello Stato nell’affrontare il mai tanto deprecato femminicidio presentando la vicenda di Santa Scorese, giovane ragazza di Bari dalla forte vocazione spirituale che, nonostante le tante denunce in tre anni, fu vittima di uno stalker schizofrenico.
Guido Lombardi presenta il suo “Ladro di giorni”: Salvo (Augusto Zazzaro) ha circa 5 anni quando suo padre Vincenzo (Riccardo Scamarcio) scompare, portato via da due carabinieri. Uscito di prigione dopo alcuni anni, Vincenzo va in Trentino a riprendersi suo figlio, ospitato nel frattempo dagli zii. Sembrano due estranei quando si mettono in macchina verso il sud d’Italia, dove Vincenzo ha una missione da compiere. Durante il viaggio li metterà di fronte alla verità del loro rapporto e di cosa sono l’uno per l’altro.
Sono previste anche masterclass con il pubblico di Carlo Verdone, Gabriele Muccino, Gianni Amelio e Giuseppe Tornatore.
Questi sopra menzionati sono solo alcuni dei tantissimi film in programma nella 14esima Festa del Cinema di Roma. Poi ci sono i tanti omaggi a Piero Tosi, Carlo Vanzina, Gillo Pontecorvo, Franco Zeffirelli, Turi Ferro, Luciano Salce, Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti. A questi ultimi due è dedicato un documentario realizzato con l’aiuto delle loro due figlie, Andreina e Orsetta, “Ugo & Andrea”, di Rocco Mortelliti: scherzi, battute, ricordi, note autobiografiche, pensieri profondi narrati con distacco ed ironia, dai quali emergono grande rispetto e amore per il prossimo e per la famiglia.
Film di chiusura è “Tornare” di Cristina Comencini, con Giovanna Mezzogiorno e Vincenzo Amato: Alice è una donna di quarant’anni al suo rientro dall’America, dopo una lunga assenza, a seguito della morte del padre. Lei e la sorella decidono di vendere la casa di famiglia, ma occorre svuotarla dagli oggetti di una vita. Inaspettatamente, Alice scopre che la casa è abitata da una ragazza giovane e bellissima. Con lei inizia un dialogo intenso e promettente, come il legame che si crea con Marc, un uomo affascinante e gentile incontrato alla commemorazione del padre. Intorno ad Alice prende forma un mondo nuovo, intrigante e pericoloso, che apre squarci sul suo passato e sulla sua esistenza.
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