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October 10, 2016
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“Italiano Lingua Viva”: riflessioni per il convegno di Firenze

A Palazzo Vecchio il Ministero degli Esteri organizza la seconda edizione degli Stati Generali della Lingua Italiana

Filomena Fuduli SorrentinobyFilomena Fuduli Sorrentino
stati generali lingua italiana

Stati Generali della Lingua Italiana: una immagine dal precedente convegno

Time: 8 mins read

Il prossimo 17 e 18 ottobre si svolgerà a Firenze la seconda edizione degli Stati Generali della lingua italiana, intitolata Italiano Lingua Viva. Organizzato dal ministero degli Affari Esteri, si svolgerà al Palazzo Vecchio in contemporaneità con la XVI Settimana della lingua italiana nel mondo, dal titolo L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design (17 – 23 ottobre). Il 17 i lavori della conferenza, moderati dal Vice Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Mario Giro, apriranno con un intervento del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Interverranno anche Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Dario Nardella, Sindaco di Firenze; Andrea Riccardi, Presidente Società Dante Alighieri e Monica Maggioni, Presidente Rai.

A sottolineare l’importanza del convegno sulla lingua italiana, il giorno dopo chiuderà i lavori il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il 17 ottobre, Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese MAECI,  presenterà il nuovo Portale della lingua italiana nel mondo. Inoltre sarà approfondito il tema dell’uso della lingua italiana nelle strategie di comunicazione delle aziende del Made in Italy con la partecipazione di rappresentanti dei settori della moda, del design, dell’enogastronomia e dell’auto-motive. Alla tavola rotonda del primo giorno, parteciperanno alcune aziende che affermano il Made in Italy nel mondo con la presenza di  Olivier François, Direttore Marketing Gruppo FCA & Responsabile Marca Fiat; Andrea Illy, Presidente Fondazione Altagamma e Presidente Illycaffè; Clemént Vachon, Direttore comunicazione e relazioni internazionali Gruppo San Pellegrino; Lelio Gavazza, General manager Europa, Asia, Medio Oriente Bulgari; Annamaria Testa, esperta di comunicazione e saggista.

Il convegno sarà trasmesso in diretta streaming dal sito del Ministero degli affari esteri, con interventi anche di chi avesse delle domande sull’insegnamento dell’italiano. La Farnesina ha chiesto la partecipazione dei docenti alla conferenza, nella sessione pomeridiana dalle 15 alle 18, orario italiano (a New York dalle 9 am alle 12.00 pm. Per registrarsi vedi i link ala fine dell’articolo).

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo intervento al Congresso della Dante Alighieri
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo intervento al Congresso della Dante Alighieri dell’anno scorso

Nel 2015, all’evento Riparliamone: la lingua ha valore, il Ministero degli Esteri aveva fornito l’aggiornamento dei dati sulla diffusione dell’insegnamento dell’italiano nel mondo nel 2014; e si era anche riflettuto sull’italiano come strumento del sistema economico, come programma per gli Stati Generali nel 2016. Perciò, questa seconda edizione segue l’iniziativa dell’ottobre del 2014, del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca in collaborazione con il Comune di Firenze.

Pertanto, l’obiettivo del 17 e 18 ottobre è quello di valorizzare l’uso dell’italiano come strategia di comunicazione usando la popolarità del Made in Italy, con la produzione creativa che l’Italia offre al mondo. Si discuterà il legame tra lingua italiana e creatività con rappresentanti nei settori della moda, dell’enogastronomia, e dell’industria automobilistica, da cinque gruppi di Lavoro: L’italiano nel mondo e l’italofonia; strategie di promozione linguistica all’estero e attrazione degli studenti; le nuove tecnologie e la comunicazione linguistica; la certificazione unica; lingua, valore e creatività.

Mario Mignone, professore all’università SUNY di Stony Brook , e la professoressa Josephine Maietta, presidente dell’AIAE, avrebbero voluto che partecipassi alla sezione in diretta, e con questo articolo cerco di dare il mio contributo, evidenziando alcuni importanti punti sui temi che saranno discussi al convegno di Firenze.

Un argomento importante è insegnare negli USA. In fatti, sono molti a scrivermi con quesiti su come, o cosa, fare per insegnare la nostra lingua a New York, o in un altro Stato degli USA. Alcuni vogliono farlo nelle università, dove non è richiesta un’abilitazione, ma è fondamentale il PhD. Sarebbe utile se i presenti al convegno dessero chiare spiegazioni su questo tema, affinché chi aspiri a una carriera di docenza negli Stati Uniti sappia cosa fare e a chi rivolgersi, non solo nel settore privato, o universitario come lettori (pochissimi negli USA), ma anche sui requisiti per insegnare nelle scuole pubbliche.

Importante sapere che nelle scuole pubbliche USA è necessaria l’abilitazione dello Stato in cui si insegna. Per esempio, per abilitarsi nello stato di New York si devono superare tre esami di Stato; io sono abilitata in tre lingue (K-12) dal NYS, e se voglio insegnare nel Connecticut, devo fare domanda allo Stato e dare esami per l’abilitazione del CT. Nel New Jersey, invece, con la nuova legge firmata da Chris Christie, a parte l’abilitazione dello Stato bisogna essere residenti, perciò, i docenti residenti in NY non possono insegnare nelle scuole pubbliche del NJ, invece gli insegnanti del NJ abilitati dal NYS possono insegnare nelle scuole newyorkesi. A parte i requisiti e le leggi statali bisogna avere la residenza USA, Green Card, oppure il permesso di lavoro, e ogni volta che si cambia istituto, si perde la graduatoria e si ricomincia da capo. Negli USA i docenti sono impiegati comunali e non statali, quindi, il trasferimento da una scuola all’altra è possibile solo nella stessa città.

Capisco che quando si parla di insegnare la nostra lingua all’estero molti pensano che in qualunque paese si vada i requisiti siano simili a quelli dei paesi europei, purtroppo negli USA non è cosi. Che io sappia, lo Stato di New York non riconosce la certificazione unica del MIUR, sottolineata dal Vice Ministro Giro, per insegnare nelle scuole pubbliche. Inoltre, con la nuova Riforma di Obama “Race to the Top”, sapere bene l’inglese è fondamentale per insegnare l’italiano.

La lingua straniera non può essere insegnata parlando solo italiano in classe, come si fa con la lingua seconda, almeno, nelle scuole pubbliche. Le spiegazioni devono essere fatte in inglese, e si deve evitare anche di allontanare gli studenti con un eccesso di grammatica. Bisogna insegnare la lingua stimolando la curiosità per la cultura con spiegazioni in inglese per motivare gli alunni a imparare la lingua. Ricordiamoci che vogliamo attirare studenti nelle nostre classi, e nelle scuole medie molti studiano la lingua come requisito. Perciò, devono essere in grado di capire quel che si è detto, o di interpretare una pagina scritta, e vincere, così, il senso di smarrimento che coglie qualsiasi studente alle prese con una lingua nuova. E anche perché nel NYS il curriculum e gli esami sono bilingue.

Paolo Balboni
Il linguista Paolo Balboni, che parteciperà agli Stati Generali della Lingua Italiana

Se poi, si insegna in scuole private, o a studenti di livello linguistico e sociale alto, si possono usare strategie diverse parlando solo l’italiano, come ha detto il professor Paolo Balboni in una intervista con me apparsa su questo giornale:  “L’italiano deve essere cool per essere richiesto. Deve avere qualcosa in più del francese o dello spagnolo o del cinese, qualcosa di diverso. Questo qualcosa non può essere generico, deve mirare ad un target molto preciso di popolazione studentesca: ad esempio quello interessato alle tre F: food, fashion, Ferrari. L’italiano come lusso – e dentro il lusso ci sono anche Michelangelo e Verdi, Machiavelli e Fellini, ma sono gioielli che si scoprono dopo, maturando.

Sulla diffusione dell’italiano nel mondo concordo con le parole del Vice Ministro Mario Giro all’evento Riparliamone: la lingua ha valore, (2015) riferendosi alla richiesta globale, “C’è molta richiesta di italiano ma non sempre la domanda incontra la nostra offerta”. Negli USA la richiesta non è soddisfatta, e non è per mancanza di docenti qualificati come spesso si giustifica. Io sono un esempio. Insegno dal 2003 e ho cambiato parecchie scuole perché cercavo un istituto dove insegnare solo l’italiano. Quasi tutte le scuole richiedono che i docenti insegnino due lingue. Nel 2010 mi hanno offerto la docenza, dove gli studenti iniziavano a imparare l’italiano fin dall’asilo, e a me era sembrato un sogno. Accettai subito, nonostante la scuola si trovasse a due ore da casa mia.

Beh, era un sogno perché dopo tre anni eliminarono l’italiano e adesso in quella scuola esiste solo lo spagnolo. I fondi per l’italiano erano finiti e il programma eliminato, e le proteste dei genitori non sono servite a farlo ripristinare. Adesso insegno italiano e spagnolo in un’altra scuola nella stessa città. L’anno scorso avevano cancellato le classi di II Media – in cui gli studenti iniziano lo studio della lingua- e ho dovuto insegnare lo spagnolo. Nel sistema scolastico di Newburgh abbiamo perso circa 400 studenti di italiano in un solo anno; alunni costretti a scegliere lo spagnolo invece dell’italiano. Dopo le proteste dei genitori quest’anno abbiamo nuovi studenti di italiano della seconda media, alunni che proseguiranno gli studi almeno fino al secondo liceo. Ciò durerà nei prossimi anni? Questo succede in molte altre scuole pubbliche, e la scusa è sempre la stessa: “Non ci sono soldi”. Contano i dati, il numero degli studenti iscritti, e lo spagnolo ha un gran numero di alunni, ai quali il Governo Federale distribuisce fondi per il programma bilingue e per quello di inglese come lingua seconda.

Come si è detto a molti convegni, l’Italia ha un esteso patrimonio culturale che potrebbe essere meglio valorizzato e capitalizzato come strumento per promuovere la nostra lingua. Negli USA, l’Italia suscita simpatia e attrazione, e questo lo mostra la domanda che c’è per lo studio dell’italiano in tutte le scuole. Però il nostro paese non è ancora all’altezza di soddisfare la risposta di tutti i ragazzi che desiderano studiare la nostra lingua. Lo studio della nostra lingua nelle scuole pubbliche USA, insieme al suo patrimonio culturale, artistico, e umano, dovrebbe essere facilitato dalla diplomazia Italiana.

Infine, due quesiti provenienti dai miei lettori:

Perché quando un professore italiano, o un diplomatico, fa una presentazione a New York, in un’università, al Consolato, o all’IIC parla sempre in inglese e non in Italiano?

In Inghilterra la lingua italiana non è né insegnata né richiesta? Forse solo all’Università ma anche lì, poco! Perché?

E un commento: In Svizzera, nonostante il Canton Ticino di lingua italiana, negli altri Cantoni da diversi anni l’insegnamento della lingua italiana è soltanto facoltativo, con l’assoluta indifferenza dei nostri governi. Mia figlia che insegna italiano e spagnolo in un liceo scientifico pubblico di Ginevra da molti anni incontra serie difficoltà per raggiungere il numero di studenti. La cosa più strana è che a richiedere l’insegnamento dell’italiano non sono i figli degli emigrati (meno del 10%), ma i ragazzi francofoni.

Per collegarvi in diretta o per trovate il programma e tutti i video, che saranno caricati sul portale della lingua italiana, e anche tantissimo materiale utile per i docenti all’estero:

IN DIRETTA STREAMING www.linguaitaliana.esteri.it  ( qui per registrarsi al convegno sugli stati generali della lingua italiana)

RSVP: ti.iretseobfsctd-25e932@6102ilarenegitats indicando le sessioni di lavori cui si intende partecipare.

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Filomena Fuduli Sorrentino

Filomena Fuduli Sorrentino

Calabrese e appassionata per l’insegnamento delle lingue, dal 1983 vivo nel Long Island, NY. Laureata alla SUNY con un AAS e in lingue alla NYU con un BS e un MA, sono abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento K-12 in italiano, ESL e spagnolo. Insegno dal 2003 lingua e cultura italiane nelle università come adjunct professor e come docente di ruolo in una scuola media del Newburgh ECSD. Nel mio tempo libero amo scrivere, leggere, cucinare, ascoltare musica, viaggiare, visitare i centri storici (soprattuto italiani) e creare cose nuove. Tra le mie passioni ci sono la moda, il mare e la natura.

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