Per due giorni Firenze ha accolto incontri, riflessioni, approfondimenti e iniziative sul tema L’italiano nel mondo che cambia. Durante le due giornate degli Stati generali della lingua italiana nel mondo, si è evidenziato che la nostra lingua non è solo la radice della nostra identità, ma è anche un veicolo che può trasmettere le nostre risorse culturali al di fuori dei confini nazionali.
Attraverso l’italiano, oltre alla comunicazione, l’arte, la letteratura, la ricerca scientifica, e la tecnologia italiana, si può far conoscere anche il grande patrimonio culturale con attività e progetti all’estero. I partecipanti al congresso hanno potuto cogliere l’occasione per analizzare delle strategie di diffusione dell'italiano in modo costruttivo e produttivo. Alcuni dei temi trattati durante le sessioni plenarie comprendono: le nuove sfide, e i nuovi strumenti della comunicazione linguistica; le strategie di promozione linguistica per le diverse aree geografiche e per i Paesi prioritari; il ruolo delle università con particolare attenzione alle cattedre d’italianistica; il ruolo degli italofoni e delle comunità italiane all'estero; la gestione e gli strumenti della promozione per la lingua italiana.
In occasione di questo evento, italofoni di tutto il mondo hanno avuto occasione di scambiare le loro idee ed elaborare nuove strategie per l’insegnamento della nostra lingua. Erano presenti ambasciate, consolati, istituti italiani di cultura, scuole e università, enti gestori dei corsi delle comunità italiane all’estero, docenti e allievi, e studiosi e ricercatori. Numerosi sono stati gli esponenti nazionali e internazionali che si sono confrontati attraverso cinque tavoli tematici e tre tavole rotonde. Tutti i partecipanti coinvolti avevano un solo obiettivo in comune, e si sono concentrati nelle dinamiche di diffusione della lingua italiana nel mondo. A questo grande appuntamento hanno partecipato numerosi illustri personaggi italiani del mondo della cultura, editoria, spettacolo e televisione, tra cui Renzo Arbore, Tosca, Fabio Armiliato, Gabriele Lavia e Dacia Maraini.
Presente anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che, nella mattinata di martedì 21, ha aperto il suo intervento parlando di un recente studio sull’uso della lingua tra i giovani italiani. “Un adolescente su 5 – ha detto Nardella – ha difficoltà con la lingua italiana [. . .] con problemi spiccati tra i giovani meridionali.” Poi, continuando la riflessione sull’italiano ha illustrato l’idea di istituire in Italia un Erasmus dedicato alle arti come mezzo per la diffusione della lingua italiana nel mondo: “ Dobbiamo raddoppiare le tournée delle orchestre sinfoniche, liriche, e della musica popolare nel mondo come promozione della lingua italiana [. . .] Dobbiamo utilizzare il cinema, promuovendo in ogni istituito italiano di cultura una scuola di cinema per i giovani, e dando sistematicità a un progetto internazionale complessivo.”
Renzo Arbore, che da 25 anni ormai esporta con la sua Orchestra Italiana la musica italiana nel mondo, condivide la visione di Nardella. Arbore, oltre a suggerire l’uso di Rai Italia, ha suggerito di utilizzare le smart TV e Internet. Nel suo intervento, Arbore si è agganciato alle parole del sindaco di Firenze parlando della musica popolare e citando alcuni cantautori. Musica e canto possono essere strumenti didattico-culturali per la diffusione dell’italiano all’estero, esportando la miglior produzione di musica popolare da De André a Paoli, Dalla, Battisti, De Gregori, e Conte, con l’utilizzo dei testi, e con traduzioni o sottotitoli.

La scrittrice Dacia Maraini è intervenuta al congresso a Firenze
“Amo le lingue straniere, ma ogni lingua deve conservare la sua specificità e la sua fisionomia tradizionale, trasformandosi nel tempo senza imbarbarirsi. Il futuro non è nella contaminazione selvaggia, ma nel plurilinguismo rispettoso delle rispettive identità, come accade in Svizzera, dove coabitano tre lingue ufficiali: italiano, francese e tedesco”. Con queste parole, la scrittrice Dacia Maraini ha preso di mira l’eccessiva intrusione di anglicismi nel lessico italiano. La scrittrice ha affermato che in Italia l’italiano si sta degradando per via del sempre più diffuso uso di termini stranieri nel linguaggio quotidiano. La scrittrice ha aggiunto che bisogna ricordare come la popolazione italiana sia sempre stata in qualche modo nomade, e che l’emigrazione non è sempre e solo negativa perché ci offre anche la possibilità di diffondere la nostra cultura all’estero. “L’essere contemporanei al proprio tempo significa accettare il concetto d’identità diffusa – ha detto Maraini – L’italianità oggi non è più un’appartenenza legata al sangue, o al territorio, o alla religione, ma alla nostra lingua e cultura”.
L’intervento di Bernardo Paradiso, uomo d’affari e presidente dello IACE, Italian American Committee on Education, è stato un esempio illuminante dell'impegno del settore privato nello sviluppo dell’italiano all’estero. Paradiso ha rappresentato lo IACE di New York, che oggi assiste 42mila studenti d’italiano nell’area della Grande Mela. Paradiso ha attirato l'attenzione dei presenti suggerendo una semplice ma proficua strategia: “Per insegnare la lingua bisogna trovare i mezzi per renderla popolare”. Lo IACE opera con il supporto del MAECI e sotto la supervisione del Consolato Generale, ma si autofinanzia al 60%.
Nella discussione e rflessione sullo sviluppo della lingua e della cultura italiane nel mondo, sono entrati anche i temi del mercato e della competitività. Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, ha presentato il libro in formato elettronico L'editoria italiana nell'era digitale (edito dall'Accademia della Crusca con la collaborazione di goWare), la cui pubblicazione è avvenuta in occasione della XIV Settimana della lingua italiana nel mondo (20-25 ottobre 2014). La sottosegretaria ai Beni Culturali, Simonetta Giordani, ha affermato che l’Italia da primo paese turistico degli anni Novanta è scivolata al quinto posto. Perciò, secondo la segretaria, bisogna ragionare insieme sull’idea che l’italiano possa rientrare in un'offerta per attirare il turismo in Italia.
Per concludere, le parole di Tosca, la cantante romana protagonista di un tour che valorizza la nostra musica popolare, invitano a utilizzare la lingua e la cultura come strumenti per costruire il futuro: “Noi ignoriamo quello che siamo stati, e così dimentichiamo quello che possiamo essere”.
Per saperne di più: il documento con le conclusioni degli Stati Generali della Lingua italiana nel mondo.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.
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