L’abito non fa il monaco, dite voi. Ma una tonaca può fare una cantante. Fidatevi di me: sono famoso da 2014 anni dunque un minimo di autorevolezza sui meccanismi del mondo dello spettacolo dovrei anche averla acquisita.
Lo ammetto: Cristina Scuccia l’ho scelta tra tutte. Mi piaceva, era un bel tipino, determinata e concentrata prima di salire sul palco, curata nel trucco e nell’abbigliamento senza essere eccessiva come tante sue coetanee. L’ho pescata a Comiso, in provincia di Ragusa e ho iniziato a corteggiarla in modo generoso ma allo stesso tempo insidioso. Le donne amano i regali sfarzosi, lo so persino io, quindi son partito proprio da questo. Le ho regalato la Voce, The Voice, puntini di un piano divino che ora si palesa ma che lei da piccina non poteva nemmeno immaginare.
Timbro da usignolo, estensione vocale da soprano leggero, grinta a piacere, interpretazione in grado di far emozionare quelli che io chiamo i Giuda o gli Erode in circolazione ai miei tempi, i JAx e i Piero Pelù ai vostri: l’ho dotata di una voce full optional e le ho detto “sfreccia!”. Ma la ragazza non ha capito subito chi fosse il mandante del presentino e ho dovuto faticare un bel po’.

Suor Cristina, prima di vestire l’abito monacale, si esibì al Kantaestate, presentata da Roberto Ciaculli (nella foto a destra)
Aveva appena 16 anni quando nel 2005 partecipò al Kantaestate, un festival canoro di Scoglitti, con Insieme di Mina. Lo so che pensava a me quando cantava “Io non ti conosco, io non so chi sei, so che hai cancellato con un gesto i sogni miei”. Tutto vero, ho preso la sua vita e l’ho portata, come in un videogame, al livello successivo. E c’ho pure dei testimoni: “Cristina, prima di diventare suora, era una ragazza molto semplice. Certo, era brava nel canto e socievole ma non così gioiosa, vivace e brillante com’è ora”. A dirlo è Roberto Ciaculli, il direttore artistico del Kantaestate che quell’anno la presentò in top ad ombelico scoperto e gonna nera, un filo di trucco, collana di perle e orecchini. “Quell’abito da sorella la fa splendere. Al provino in tv l’ho vista molto cambiata. Devo ammettere che la scelta della vocazione evidentemente è stata proprio la strada giusta. Ne ha guadagnato in verve e carica comunicativa. Ora la vedo come un qualcosa di straordinario”.
Grazie, grazie, ma bando ai complimenti. Gli anni passano e Cristina quasi non mi frequenta la messa la domenica. Prova il talent show Amici senza risultato, si iscrive a XFactor ma nulla. Se non mi ci metto di mezzo finisce che le ho fatto un regalo per niente. Devo intervenire in fretta.
Nel suo percorso, nella casella 2008, inserisco un incontro con la convertita Claudia Koll e un musical su Sant’Angela Merici e suor Rosa Roccuzzo, fondatrice dell’Ordine delle Suore Orsoline della Sacra Famiglia. Così capirai, figlia mia, no? E infatti l’esperimento funziona, il suo ruolo di cantante combacia con la religione, ecco la vocazione, finalmente mi sente, sa che esisto. Convoliamo a nozze il 29 luglio del 2012, prende i voti temporanei, dopo un fidanzamento iniziato con un postulantato a Roma e un anno e mezzo in Brasile per il noviziato. Siamo due piccioncini, Cristina Scuccia diventa per tutti Suor Cristina, mette le scarpette da suoretta ma non smette di battere il tempo. Occhiali dalla montatura leggera e un sorriso che diventerà il mio marchio di fabbrica e il suo miglior cosmetico. “Ho capito che il mio è un bel messaggio da trasmettere. Mi piacerebbe che la gente pensasse che la Chiesa è ovunque, può stare con tutti. Solo perché siamo suore non possiamo esibirci? Chi lo ha detto?”. Io giuro che questo non l’ho mai detto. “Ho un dono, ve lo dono!”. Ora sì che sfreccia tra le vie della sordità religiosa, è una Ferrari customizzata e come prevedibile fa rumore.
La posso guidare ma deve fare anche di testa sua. Dissemino e cospargo indizi ovunque, questa cosa della voce le frullerà prima o poi in testa in qualche modo. Scrive una sua canzone, testo e melodia, che presenterà su Tv2000, e al momento di pensare al titolo le sibilo qualcosa all’orecchio: il brano si chiamerà Senza la tua VOCE. Evvai Cristì! Pian pianino ci stiamo arrivando. Aprono i casting di The Voice, il reality di Rai 2 che ha come caratteristica le blind auditions: i quattro giudici e capo squadra Noemi e Raffaella Carrà oltre a Piero Pelù e JAx ascoltano il provinante rivolgendogli le spalle. Se la voce piace premono un pulsante rosso e la poltrona gira di 180 gradi su se stessa, sancendo così l’ingresso nel programma televisivo e la possibilità del cantante di scegliere con che artista partecipare.
È mercoledì sera. Sul palco di The Voice salgono i passetti veloci di Suor Cristina. Parte No One di Alicia Keys e lei canta una profetica “You and me together/ Through the days and nights/ I don't worry 'cause / Everything's gonna to be alright”. È l’apoteosi della nostra unione, il tripudio di sacro (noi) e profano (tutto il resto). Il pubblico pensa subito che tu sia “una svitata in abito da suora” come feci attentamente sottotitolare il film Sister Act quando arrivò in Italia. E scrosciano gli applausi. I quattro giudici si trovano davanti ad un muro di pubblico impazzito: la gente si alza in piedi, applaude, sorride, si abbraccia. I giudici vengono conquistati più dalla reazione sproporzionata che da una ragazza che canta bene Alicia Keys. Premono i pulsanti, si contagiano tra di loro, “Schiaccia!” si intimano l’un l’altro. Chi fa la spia non è figlio di Maria, ma io vi accolgo tutti. E poi, quando vedono la mia suor Cristina, la piccoletta venticinquenne ex timida con cui ho tanto faticato, iniziano con il carosello delle espressioni che meriterebbe rivedere al rallenty: la Carrà mette la bocca ad uovo, JAx si commuove, Noemi ride, Pelù resta scioccato. Che c’è? Non sapete che le vie del Signore sono infinite? Tutti la scelgono, tutta la vogliono. Lei dà fiducia al primo che ha creduto al pubblico e alla sua/mia voce: suor Cristina sarà in squadra con JAx, gli opposti che si attraggono, le parole della conversione imminente che lo fanno piangere come una fontana. Lavorerò anche con lui ma questa è un’altra storia.
Intanto, dopo le luci della ribalta, suor Cristina è ritornata nella sede delle suore Orsoline di Milano, in via Monfalcone, dove dovrà rimanere, fino all’inizio del programma, in un silenzio che non può che essere religioso. Il video della sua performance però su Youtube spopola con quasi 25 milioni di visualizzazioni. Non solo: a condividere il suo video sui social network ci hanno pensato la vera svitata in abito da suora Whoopi Goldberg, attrice di Sister Act e la cantante Alicia Keys interprete del pezzo scelto nel provino. Risultato? La notizia è rimbalzata dal Time a Le Figaro e Liberation, da E! a People, dal The Guardian all’Hollywood Reporter e Huffington Post US. Stupiti? Non dovete. Del resto i miracoli non solo esistono, ma li ho pure inventati io.