I giorni successivi alla scomparsa del volo Malaysia Airline 370 (MH370) avevano visto alcuni giornalisti alle Nazioni Unite cercare di comprendere quante miglia l'aereo avrebbe percorso con la quantità di carburante che trasportava. Dopo essere decollato da Kuala Lumpur, l'areo non ha mai raggiunto la destinazione prevista, Pechino. Ben 239 passeggeri sono stati dichiarati scomparsi e all'inizio delle frenetiche operazioni di ricerca per determinare la sorte dell'aereo erano coinvolte 26 nazioni.
Le ultime parole dalla cabina di pilotaggio furono: "Va bene, buona notte", un passo e chiudo rivolto ai controllori del traffico aereo. Questo dopo che il sistema di comunicazione dati dell'aereo era stato parzialmente disattivato. I piloti non fecero cenno ad alcun problema a bordo, e ciò suggerisce che potrebbero aver voluto fuorviare il controllo da terra. Vi è anche la possibilità che quelle parole siano state pronunciate da qualcun altro, non dai piloti.
Se l'aereo avesse virato fuori rotta verso sud avrebbe sorvolato l'Oceano Indiano meridionale. Questa massa d'acqua è la terza più profonda al mondo oltre ad essere una delle distese d'acqua più isolate sul globo, per di più con scarsa copertura radar. Questo, se l'aereo fosse andato a sud. Dall'altro lato, come hanno fatto anche alcuni membri della stampa alle Nazioni Unite, si è guardato verso nord. Il sistema ACARS (Aircraft Communications Addressing and Reporting System) dell'aereo era riuscito infatti a fornire un segnale molto debole ma evidente, su base oraria, che è stato poi raccolto via satellite. L'ultimo impulso si è registrato alle ore 08:11, ovvero 7 ore e 31 minuti dopo il decollo dell’aeromobile e collocava l’aereo da qualche parte in un enorme arco la cui estensione andava dal Kazakistan, in Asia centrale, a nord, fino all'Oceano Indiano, a sud.
Il fatto che inizialmente ben 26 nazioni cercassero l’aereo nell'Oceano Indiano, non prova che stesse andando in quella direzione.
Isaac Yeffet, esperto di aviazione e, negli anni '80, capo della sicurezza globale per El Al, compagnia aerea di bandiera israeliana, disse che gli investigatori avevano ragione a puntare sui due passeggeri iraniani con falso passaporto saliti a bordo del tragico volo e che avrebbero perso tempo prezioso esplorando altre piste. Nulla fa pensare che i due piloti avessero motivo di voler distruggere l’aereo. Uno dei piloti aveva alle spalle 30 anni di esperienza, l'altro era felicemente sposato. Il fatto che i rottami del velivolo non siano stati trovati indica la possibilità che il volo 370 sia stato dirottato e fatto atterrare e che adesso sia nascosto. “Dagli Stati Uniti alla Cina al Giappone, sono tutti alla ricerca di questo aereo o di qualche suo pezzo. Ma non vi è alcun segno. Quindi, a mio parere, l'aereo è stato dirottato. Ed è stato un ottimo piano dei terroristi: atterrare in un luogo dove potevano nascondere l'aereo e far sì che nessuno potesse trovarlo”, ha dichiarato Isaac Yeffet che oggi lavora come consulente per la sicurezza nell’ambito dell'aviazione in New Jersey.
Il movente e i mezzi del piano per far scomparire l’aereo si trovavano tutti a bordo. Il volo 370 trasportava una ventina di passeggeri che lavoravano per la Freescale Semiconductor, un’azienda che produce potenti microchip, anche per l'industria della difesa militare, e che, proprio alcuni giorni prima della scomparsa del volo, aveva presentato un nuovo prodotto. Venti dei suoi senior consultant erano proprio su quel volo. Il nuovo gadget bellico elettronico per sistemi radar militari era stato lanciato sul mercato americano il 3 marzo 2014.
Secondo il blogger Ted Jeory, “Evitare i radar attraverso 'tecnologie di occultamento' è stato a lungo uno degli obiettivi dell'industria della difesa e la Freescale è stata attiva nello sviluppo di chip per radar militari. Sul suo sito web, l'azienda dice che i suoi prodotti a radiofrequenza soddisfano i requisiti per le applicazioni in avionica, radar, comunicazioni, missili teleguidati, armamenti elettronici e identificazione amico-nemico. Lo scorso giugno l’azienda ha annunciato che stava creando un team di specialisti che si sarebbero dedicati alla produzione di prodotti a radiofrequenza per l'industria della difesa. E il 3 marzo, aveva annunciato che stava per mettere sul mercato 11 di questi nuovi gadget per noi in 'alta frequenza, VHF, e radar UHF e comunicazioni radio a banda bassa". Che a bordo di quel volo ci fossero 20 esperti di questa tecnologia a quello stadio di sviluppo potrebbe essere stata una motivazione sufficiente per uno stato canaglia per voler “dirottare” le loro conoscenze e competenze.
Pini Schiff, è uno dei maggiori esperti di aviazione in Israele. Sostiene che la sua teoria sulle sorti dell'aereo sia valida quanto di quella di chiunque altro. Schiff ritiene che ci sia una buona possibilità che l'aereo sia stato fatto atterrare intatto, su una pista nascosta in qualche angolo sperduto del mondo.
Il tenente colonnello Eran Ramot, ex pilota di caccia dello IAF (Israeli Air Force) e capo della ricerca aeronautica del Fisher Institute for Air and Space Strategic Studies in Israele, afferma: “Una delle mie ipotesi è che l'aereo sia atterrato in Bangladesh. Poteva arrivarci, è molto vicino all’Afghanistan. Potrebbe essere atterrato su una pista di atterraggio e tutte le persone a bordo potrebbero essere ancora vive. Era fattibile. Verrà trovato. Ci potrebbe volere un mese o un anno, ma alla fine sarà trovato. Questo aereo non è svanito. Esiste da qualche parte nel mondo, e si troverà, probabilmente in un unico pezzo”.
Traduzione dall'originale inglese di Stefano De Cupis.