Cercansi disperatamente notizie allegre o che, almeno, facciano sorridere un po’. Lo so: è difficile di questi tempi, tra la marea montante dei suicidi dei piccoli imprenditori travolti da tasse che non possono pagare e l’onda non bene odorante di un’altra marea che monta, quella dei politici che, pur di riconquistare il palcoscenico da cui gli italiani li vorrebbero cacciare appaiono pronti anche a far cadere l’unico governo credibile vistosi in questo Paese negli ultimi venti anni.
Ma proprio perché la situazione è disperatamente avvilente, occorre cercare di riderci su. E’ una saggia e antica ricetta. E, cercando con il lanternino nella deprimente lettura dei giornali, è proprio da una ricetta che può arrivare la prima occasione per un fugace sorriso.
Lo sapete qual è il dolce più amato a tavola?
No, nessuno tra pastiera napoletana, cassata siciliana, panettone milanese, torrone o amaretti. Sono stati tutti scalzati da Lui, il nuovo re della pasticceria tricolore. Si parla del tiramisù.
Questo dolce al cucchiaio, venuto alla ribalta negli anni Settanta anche se la formula originale è molto più antica (pare sia nato in Veneto, con il nome dialettale di “tirame su” per via del forte contenuto calorico), è risultato il primo assoluto in una classifica internazionale di Assolatte, che raggruppa i produttori caseari. L’incoronazione è avvenuta in rete, come dire la nuova reggia mondiale in questa era di globalizzazione. Il gran mix di mascarpone, uova sbattute e caffè ha ottenuto un vero e proprio plebiscito di consensi, con numeri da capogiro: qualcosa come 14 milioni di clic dalla Cina, 19 dai siti in lingua inglese, nove da quelli in francese, tedesco e spagnolo. Tutti alla ricerca della ricetta perfetta. Perché, è chiaro, ogni chef e ogni casalinga ha la propria variante. Ma forse, chissà, oltre alla obbiettiva bontà del prodotto, a contribuire al successo sarà magari pure il nome che incoraggia a guardare al futuro con un minimo di speranza. E allora, forza: un bel Tiramisù per l’Italia.
Anche gli aquiloni possono fare allegria. E allora, mi sento di segnalare ancora una volta una manifestazione di cui avevo parlato l’estate scorsa: il Festival Internazionale degli Aquiloni che si terrà dal 23 al 27 maggio nella meravigliosa spiaggia di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani Si intitola: “Emozioni a naso un su» ed è giunto alla quarta edizione.
Ecco: a spingermi a ripetere la segnalazione è proprio il fatto che in questo angolo di Sicilia ci siano persone che caparbiamente tentano di farci sorridere. Con uno slogan semplice ma efficace – arte e creatività – stanno spargendo il virus dell’ottimismo in giro per il mondo.
Quest’anno i partecipanti vengono, oltre che dall’Italia, anche da Belgio, Francia, Germania, Indonesia, Gran Bretagna, Svizzera e persino da Singapore. L’aquilone è sogno, fantasia, libertà. Ne abbiamo bisogno.