All’Ambasciata d’Italia a Washington una cerimonia ha celebrato ieri la restituzione di sette opere d’arte italiane rubate e poi trafugate negli Stati Uniti. E all’affollato evento, ha partecipato il segretario del Dipartimento della Homeland Security Janet Napolitano che con una firma ufficiale, ha restituito le opere d’arte all’ambasciatore Claudio Bisogniero.
Le opere restituite sono due vasi di ceramica di oltre duemila anni fa, una scultura di marmo di epoca romana, un dipinto del Rinascimento e tre fogli musicali provenienti da libri del secolo XIII. Le opere sono state recuperate durante quattro operazioni di investigazione condotte dal US Immigration and Customs Enforcement’s (ICE) Homeland Security Investigations (HIS). Le diverse indagini hanno avuto la collaborazione dell’ufficio dell’ICE di New York e di Roma e della forza speciale dell’Arma dei carabinieri dedicata al recupero delle opere d’arte rubate.
"Gli Stati Uniti e il Department of Homeland Security sono orgogliosi di onorare i nostril impegni al nostro alleato, l’Italia", ha detto Janet Napolitano. "Continueremo a lavorare per assicurare che questi tesori culturali che furono rubati e che sono entrati nel nostro Paese illegalmente siano ritrovati e restituiti alla loro legittima nazione". "E devo ammettere che le mie origini italiane rendono questo momento per me ancora piú piacevole e sentito" ha concluso il ministro.
"Non si facciano più illusioni i criminali che commerciano in opere d’arte rubate", ha esordito l’ambasciatore Bisogniero, "l’Italia e gli Stati Uniti sono uniti e non avranno scampo. La restituzione all’Italia di diverse e importanti opere d’arte rubate, segna un nuovo passo nella fruttuosa collaborazione bilaterale tra l’Italia e gli Stati Uniti. E’ un evento che si integra all’interno di una consolidata partnership nella quale i due Paesi con successo lavorano uno accanto all’altro contro tutte le forme di attività criminale" ha continuato l’ambasciatore italiano. "Vista la qualità di alcune delle antichità restituite", ha concluso Bisogniero, "la cerimonia tenuta oggi all’ambasciata dovrebbe essere vista come un capitolo nella vitale relazione culturale tra Roma e Washington".
Durante la cerimonia hanno preso la parola anche il direttore dell’ICE John Morton, il generale dei Carabinieri al comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Pasquale Muggeo e l’assistant US Attorney del Southern District di New York Sharon Levin.
"Condurre queste operazioni e mostrarne il risultato manda un messaggio forte. L’ICE è seriamente impegnata nel tenere sotto stretto controllo i ladri e i trafficanti di opere d’arte e antichità" ha detto Morton. "Insieme con i Carabinieri e le agenzie come l’Interpol, il Dipartimento alla Giustizia e la nostra agenzia sorella US Customs and Border Protection, intendiamo impedire ai ladri di opere d’arte e antichità di continuare la loro attività".
"Il successo operativo delle investigazioni ha reso possibile non solo la restituzione allo Stato italiano di queste opere d’arte sottratte al suo patrimonio culturale, ma ancora una volta, mette in luce la collaborazione che esiste tra il Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei carabinieri e le autorità statunitensi nella loro comune missione di ricostruire e lasciare ai posteri questi tesori", ha detto il Generale Muggeo.
Il Manhattan US Attorney Preet Bharara ha detto che con questa operazione "stiamo restituendo al popolo italiano un piccolo pezzo della loro storia, e questo non potrebbe essere più gratificante".
Due delle quattro indagini portavano a Ginfranco Becchina, un trafficante d’arte sospettato di avere legami con il crimine organizzato e diretto concorrente delle organizzazioni di trafficanti che fa a capo Giacomo Medici, che è stato identificato dai carabinieri come il più grande traffficante del patrimonio culturale italiano.
Alcune di queste opere sono state sottratte da scavi archologici e poi trafugate attraverso la Svizzera per poi essere vendute durante alcune aste di Christie’s a New York. Gli agenti speciali dell’HIS hanno bloccato il trasferimento delle opere e dopo l’autenticazione, è iniziata la procedura per la restituzione. Le procedure di sequestro si sono avvalse degli accordi bilaterali tra Stati Uniti e Italia del 2001 (rinnovati nel 2006 e nel 2011), che impediscono l’importazione negli Stati Uniti di materiale archeologico senza una appropriata documentazione.
Un’altra indagine iniziò nel 2008, quando gli agenti speciali dell’HIS di New York ricevettero delle informazioni che si riferivano a un dipinto rinascimentale, "Leda e il Cigno", di Lelio Orsi. Le indagini rilevarono che il dipinto era stato illegalmente importato negli Usa nel 2006 e messo all’asta da Sotheby’s a New York nel gennaio del 2008 per un milione e 600 mila dollari. L’acquirente ha annullato il contratto dopo aver saputo delle indagini italiane e alla fine l’opera è stata riconsegnata al HIS dall’ufficio dell’Attorney del Southern District di New York. L’attaché culturale dell’ambasciata, Renato Miracco, ci ha detto che anche la cornice di rame dell’opera, per le sue notevoli misure, rappresenta un esemplare molto raro prezioso.
La quarta indagine iniziò nel 2010 a Portland, Oregon, e riguardava due fogli rimossi da dei libri di musica corale. Si pensa che le pagine siano state rimosse da due diversi volumi antichi risalenti al XIII secolo, uno rubato nel 1990 a Pistoia nella chiesa di San Paolo, e un altro nel 1975 dal monastero del Monte Oliveo Maggiore a Siena. Le preziose pagine stavano per essere vendute on line da un dealer dell’Oregon, ma gli agenti speciali del HIS di Portland hanno imposto al commerciante la restituzione dei fogli. Inoltre, successivamente una terza pagina è stata recuperata sempre dagli agenti dell’HIS.
Intervista al generale Muggeo
"Con gli Usa tutto ok, con Svizzera e Gran Bretagna invece…"
"Sì con gli Stati Uniti, rispetto al passato, le incompresioni sono finite. Detto questo è importante che queste opere d’arte che tornano in Italia non rimangano chiuse in musei per sempre, ma possano viaggiare per essere viste anche all’estero".
A parlare con America Oggi è il generale Pasquale Muggeo, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio culturale dell’Arma dei carabinieri, che alla fine della cerimonia all’ambasciata d’Italia ha risposto ad alcune nostre domande.
Il crimine dei trafficanti d’arte si espande sempre piú anche su internet?
"Sì, infatti facciamo un enorme lavoro di monitorizzazione. Colgo l’occasione per dire che la nostra banca dati è consultabile e vogliamo metterla a disposizione di tutti, anche attraverso la collaborazione con l’Interpol, per poter mettere tutte le polizie del mondo in grado di consultare una banca dati preziosissima per combattere questo tipo di crimine".
Allora come avete detto prima, con gli Usa adesso la collaborazione è strettissima. Ma con quali altri Paesi invece trovate le maggiori difficoltà?
"Qualche difficoltà c’è con Paesi che hanno delle legislazioni diverse dalle nostre. In Italia abbiamo un codice riguardante questo tipo di reati avanzatissimo. Ci sono Paesi invece con legislazioni poco sensibili a questo tipo di reati che riguardano il traffico illecito di beni culturali. Così è difficile porre in atto delle rogatorie giudiziarie che non vengono riconosciute. Qui mi riferisco sicuramente alla Svizzera, che però devo dire, ad onor del vero, che negli ultimi tempi sta mostrando maggiore disponibilità. E soprattutto mi riferisco al Regno Unito, dove la legislazione poco si armonizza con la nostra. Speriamo che l’Unione Europea agisca presto".
L’Arma dei carabinieri è riconosciuta nel mondo per essere all’avanguardia nel recupero di arte rubata. La difficoltà maggiore nel cercare di fermare questo traffico?
"L’Arma dei carabinieri ha avuto il guizzo di creare un reparto che si occupasse di opere d’arte trafugate un anno prima addirittura della convenzione Unesco del 1970. L’altra intuizione è stata la creazione della banca dati. La difficoltà maggiore? Noi sappiamo che il crimine trova il suo limite solo nella fantasia dell’uomo. E’ l’eterna lotta tra la spada e la corazza. Più l’indagine di affina e più chi commette crimini si evolve. Ovviamente questo è un crimine diverso da quelli a cui siamo abituati a pensare, però la criminalità organizzata sta mostrando sempre più interesse perché in questo traffico trova un modo per riciclare del denaro sporco".
*Pubblicato su www.americaoggi.info