Il G7 si sta muovendo verso la riapertura dei confini tra i suoi stati membri, dopo l’annuncio che gli USA solleveranno le restrizioni all’ingresso per i vaccinati. Il settore aereo attende con ansia di avere chiare indicazioni, dopo che l’International Air Transport Association ha stimato che il 2021 porterà a perdite di 95 miliardi, dopo un 2020 a sua volta non roseo. I ministri di Trasporti e Sanità si sono riuniti virtualmente all’inizio di ottobre per discutere di come procedere.
Se ogni paese ha il suo diverso documento vaccinale, se qualcuno (come gli USA) non vuole implementare certificazioni digitali di vaccinazione per motivi di privacy, e se per giunta i vaccini approvati non sono gli stessi a livello globale, occorre un chiaro accordo che non lasci spazio all’interpretazione e chiarisca quali siano gli standard di vaccinazione comuni. L’Unione Europea, con il suo Green Pass, è la dimostrazione che con una buona coordinazione sovranazionale sia possibile riaprire le frontiere e dare respiro al settore del turismo senza sacrificare la sicurezza sanitaria di nessuno.
“Siamo determinati a far viaggiare le persone all’estero nel modo più libero e sicuro possibile, e i progressi compiuti oggi tra tutte le nazioni del G7 testimoniano questa visione […] Condividendo le informazioni, lavorando insieme su standard e soluzioni comuni per la certificazione dei vaccini, e concentrandoci su una ripresa sostenibile per il nostro settore dei viaggi, costruiremo una ripresa resiliente e duratura ora e per le generazioni a venire”, aveva detto il segretario ai trasporti inglese Shapps in conclusione del meeting, che l’Inghilterra ha organizzato, dato che presiede il G7 quest’anno.

Rimane in realtà insoluto il problema degli USA. Il tempo scorre e al fatidico novembre, indicato vagamente come data per la riapertura delle frontiere americane, mancano meno di 4 settimane, ma ancora non si sa nulla di come e quando questo accadrà. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, la riapertura dei confini dovrebbe avvenire tra l’8 e il 13 Novembre. Altre informazioni vengono invece da Martin Weiss, ambasciatore austriaco negli USA, che ha scritto su Twitter che i confini saranno riaperti già l’1 novembre.
Saranno ammessi senza quarantena tutti i cittadini con due dosi di vaccino (o una dose nel caso di Johnson&Johnson), che dovranno sottoporsi anche al tampone nasofaringeo, a differenza quindi delle norme utilizzate in Unione Europea. Ma quali vaccini sono accettati? Il CDC aveva spiegato a settembre, in occasione dell’annuncio delle riaperture, che gli States avrebbero accettato tutti i vaccini che la Organizzazione Mondiale della Sanità include nella lista degli idonei all’uso emergenziale, che comprende AstraZeneca anche se questo non è stato approvato dalla FDA, ma non è stato istituito un regolamento chiaro ed ufficiale. Non è, perciò, definitivo che tutti i cittadini europei, di cui una buona parte hanno ricevuto il farmaco di Oxford, potranno effettivamente entrare negli USA.
USA Today riporta che il CDC starebbe attenendo appunto delle direttive chiare da parte del governo, per esempio un ordine esecutivo che imponga alle compagnie aeree di effettuare il tracciamento dei passeggeri, raccoglierne informazioni e contatti per poterli avvisare e segnalare in caso di contagi a bordo. Ma sembra che i diversi dipartimenti, i servizi sanitari, il Dipartimento di Stato, la National Security Agency, stiano cercando di “scaricare barile” l’uno sull’altro.