Simona Sacri non è “solo” una travel blogger specializzata sugli Stati Uniti d’America, ma una vera esploratrice di mondi e paesaggi da scoprire e raccontare.
Per lei il viaggio è libertà, felicità, gioia ed euforia, spirito di adattamento e uno stile di vita. Una grande passione per gli USA che con il tempo si è trasformata in un vero e proprio lavoro. Più di 60 viaggi, diversi on-the-road, 49 Stati attraversati, più di 60 città visitate ed un nuovo progetto sempre pronto per ripartire.
Ha ricevuto dal Console Onorario Americano per i Media Awards 2015 per la diffusione del turismo statunitense in Italia. Da settembre 2016 è stata nominata socia onoraria dell’Associazione VisitUSA Italy.
E proprio per poter continuare a viaggiare in un momento in cui il mondo sembra essersi fermato, Simona propone l’appuntamento podcast “StatiUniti on the road”: episodi di circa 30 minuti in cui racconta una destinazione o un itinerario, anche in base alle richieste che gli ascoltatori le fanno di settimana in settimana. Le mete sono non convenzionali, vanno oltre le tappe ormai stereotipate dei soliti tours, dal New Messico, all’Arizona, dal Mississipi al New England si raccontano le origini, la storia e cultura di un popolo immenso e sfaccettato.
Prima che blogger e travel writer, Simona Sacri è sempre stata animata da una grande passione per il viaggio inteso come scoperta di luoghi storici, oltre che essere una divoratrice di storia e letteratura, in particolare americana. Napoletana di nascita, ma piemontese d’origine e romagnola d’adozione, ha da sempre una grande passione per i viaggi e per l’esplorazione in generale. Lei stessa afferma che viaggiare fa crescere e maturare. E questo è quello che è accaduto a lei che, fin da bambina è cresciuta viaggiando in compagnia di due genitori instancabili avventurieri.
Come è nata la tua passione e come è diventata una professione?
“Io sono una grandissima appassionata di storia, per cui amo andare a visitare proprio i luoghi in cui si è fatta la storia. Magari qualcuno a volte pensa che io reciti, ma io mi emoziono davvero a contatto con luoghi, documenti… quando ho visto l’Air Force One di Kennedy, in Ohio, mi sono messa a piangere. Poi alle medie ho scoperto la letteratura americana, quindi Mark Twain, Hemingway… ed è nata la curiosità di scoprire quei luoghi. Nel 2012 al ritorno da un viaggio in Argentina e Cile decide di creare un semplice blog e per condivisione con gli amici e per mantenere traccia di quei viaggi. Non pensava minimamente che quel primo sforzo avrebbe cambiato la sua vita”.
Poi che è successo?
“Un anno e mezzo più tardi, il blog era cresciuto oltre ogni previsione. Ho compreso che era il momento di scegliere: o continuare a livello amatoriale o farla diventare una professione. In realtà non é stata una scelta mirata, lo sono diventata per, diciamo così, un felice caso fortuito. Io mi definisco principalmente una viaggiatrice. Ho imparato il senso del viaggio dai miei genitori, l’ho poi sviluppato arricchendolo con la mia innata curiosità e la mia passione per la storia, le tradizioni e le culture differenti ed oggi lo condivido con un meraviglioso compagno di vita, e di viaggi naturalmente, mio marito. Con il tempo, la passione ed un pizzico di fortuna tutto questo si é trasformato in una nuova avventura che, oggi dopo quasi dicci anni, mi regala grandi soddisfazioni e nuovi stimoli per continuare a crescere e migliorare e per poter offrire ai miei lettori sempre maggiore qualità ed informazioni dettagliate”.
Da anni esiste ormai la tendenza a rivolgersi agli strumenti online per organizzare viaggi e il web è saturo di proposte e itinerari. Il tuo in cosa si differenzia?
“Sono una persona molto discreta, non c’è nulla sul mio blog che parla della mia vita personale. Mi fa sorridere la parola influencer #travelblogging Diventare una professionista significa innanzitutto acquisire una formazione specifica, apprendere nuove skills e competenze. Intanto ha scelto (“non per snobismo” ma per suo modo di lavorare) di non partecipare a blogtour ed attività di gruppo preferisce lavorare one-to-one. A volte le agenzie la contattano direttamente. Altre volte propone lei stessa progetti che le piacciono. Se raggiungono un accordo allora cominciano a lavorare assieme a qualcosa. Oltre ai numerosi e costanti blogpost, ci sono i social, su Facebook in particolare i post sono spesso mini racconti con testi elaborati e tante foto, la newsletter con contenuti inediti cui abbina anche mini guide di viaggio. Per me è comunque importante continuare a fare i suoi viaggi indipendenti per avere un’eterna fonte di ispirazione. Occorre investire in formazione, ed essere pronti ad imparare!”.
Quale è ad oggi il modo giusto per comunicare ai lettori ancora impossibilitati a viaggiare?
“Io non scrivo mai di realtà che non ho testato di persona. Il mio lavoro esiste perché c’è un contratto di fiducia con I miei lettori
Parole chiave “Super organizzazione e preparazione”. I risultati sono tangibili: 3000 iscritti alla newsletter con tasso di lettura al 75% ma non è magia è lavoro! Oggi è più difficile, tempi sono molto cambiati da allora. E spesso che gli esempi che si vedono in giro non sono quelli da seguire. Spesso non sono i “personaggi” i migliori travel blogger. Fondamentale rispettare il suo stile di storytelling. Quanto al racconto del viaggio questo comincia dalla newsletter in cui informo i lettori della prossima meta. La mia Pagina FB è il riferimento principale durante il viaggio. Almeno un post ben elaborato (quasi un articolo), emozionale ed informativo ogni due o tre giorni. Una volta rientrata la produzione di contenuti sul blog si spalma in 2-4 mesi dopo il viaggio. Importantissimi i report: un report social per illustrare contenuti ed un 2° report 6-8 mesi dopo per fare vedere tutta la produzione di articoli e risultati…”.
Quanto viaggiava Simona Sacri in un anno prima della pandemia?
“Dai 20 ai 30 viaggi l’anno…. Includendo anche week-end in Italia ed Europa cui si aggiungono viaggi impegnativi di 2-3 settimane negli USA. Capirete bene perché a questi ritmi la parola “organizzazione” sia così importante. La mia priorità è creare cose utili per chi mi legge. Grazie ai lettori riesco a fare tutto quello che faccio. Sono fiduciosa che si ripartirà, proprio con la voglia di scoprire mete meno conosciute, più ricche di cultura, magari meno iconiche ma assolutamente affascinanti!
Sulla pagina dedicata ai podcast trovate la backlist di tutti gli episodi passati con link alle shownotes per un veloce riassunto di ciascuno. Nel file audio chiaramente c’è molto di più…”.