Lo scorso fine settimana ho fatto un’escursione che consiglio a chiunque passi più di una settimana a New York in questa stagione. Sono stata alle cascate del Niagara che si trovano esattamente al confine tra lo stato di New York e il Canada. Non riuscirò mai ad abituarmi alle distanze americane. Le cascate del Niagara sono nello stato di New York, ma non sono affatto vicine a New York City. Si trovano più o meno a 8 ore di macchina di distanza, se tutto va bene. Detto questo, si tratta di una gita che si può benissimo fare in due giorni e ne vale davvero la pena. Si può prendere un volo fino a Buffalo e da lì andare alle cascate oppure si può noleggiare una macchina da New York e fare un piccolo viaggio on the road. Questa è la soluzione che preferisco per conoscere gli Stati Uniti perché mi piace l’idea di attraversare fisicamente i posti, vedere come cambia il paesaggio, guardarmi attorno. Mi sembra il modo migliore per far sì che anche il viaggio abbia un senso e non solo la destinazione. Tuttavia, questa escursione non l’ho fatta né avvicinandomi in aereo, né in macchina.
Ho fatto una scelta che di solito non avrei preso in grande considerazione e che è stata determinata dalle mie compagne di viaggio. La mia amica Laura e sua madre, infatti, preferivano andare alle cascate con un tour organizzato in autobus, un po’ per non avere la responsabilità di guidare per tante ore, un po’ perché affidandoci a un tour organizzato ci siamo convinte di non dovere pensare a niente e di poterci godere la gita in totale relax. Ci sono decine di compagnie che organizzano tantissimi tipi di tour, per tutte le tasche e per tutte le esigenze. Noi abbiamo scelto uno dei tanti tour che propone la Tours4fun, una compagnia cinese che sulla carta offre il migliore rapporto qualità prezzo: nel nostro caso, soltanto 112 dollari per un tour di due giorni con guida in inglese (e cinese), viaggio in autobus e albergo compresi. Tutto sommato si prospettava come un autentico affare e poi era così emozionante l’idea di fare questa gita con la mia amica del cuore qui a New York e con la sua mamma! Solo che purtroppo non è andata così.
Il fatto è che io mi sono aggregata in un secondo momento, dunque non abbiamo prenotato insieme, ma avendo selezionato lo stesso identico tour con lo stesso codice, lo stesso prezzo, lo stesso appuntamento per la partenza, eravamo ovviamente convinte di essere nella stessa comitiva. Il giorno stesso, invece, abbiamo scoperto che a coprire il tour c’erano due bus differenti. Abbiamo provato a convincere le due guide a fare uno scambio di posto, ma sono state rigidissime, così io sono finita in un autobus diverso e per giunta il posto che mi era stato assegnato era quello davanti, di fianco alla guida che parlava in continuazione al microfono in inglese e cinese. Una pacchia, insomma! Sarebbe stato bello se lo stesso rigore che hanno applicato in maniera intransigente nel non consentirci di viaggiare nello stesso autobus (pur essendoci posti liberi in entrambi i bus), lo avessero avuto anche rispetto al comportamento dei loro stessi dipendenti. Invece, mi sono ritrovata in una sorta di versione pullman dell’aereo più pazzo del mondo. In pratica, il conducente si è acceso una sigaretta dietro l’altra “di nascosto” e per farlo ha sbagliato strada due volte, riducendosi a fare una inversione a u in una strada molto trafficata e una retromarcia pericolosissima a un bivio. Questo ha fatto sì che non viaggiassimo con lo stesso ritmo dell’altro pullman, perciò non ho incontrato praticamente mai le mie amiche. Insomma, il viaggio con l’autista tabagista si è rivelato ben più avventuroso e pericoloso dell’esperienza delle cascate.
Bisogna precisare che è vero che di base il tour è molto cheap, ma tutte le attività sono escluse. Quindi per partecipare alle tre attività previste bisogna aggiungere altri 70 dollari più 18 dollari di fee per autista e guida. Una volta lì, ha senso partecipare alle attività proposte perché non c’è proprio il tempo per organizzare un’alternativa. Considerate che i tempi sono rigidissimi ed è successo che, all’appuntamento stabilito dalla guida per ritrovarci dopo cena e andare verso l’albergo, tre disgraziate arrivassero in ritardo: siamo partiti senza di loro che hanno poi dovuto raggiungerci in taxi. Tutto questo per 10 minuti scarsi di ritardo con tutta la comitiva che supplicava la guida di aspettare ancora qualche minuto. Questo ve lo dico per farvi capire che con i tempi di questi tour operator cinesi non si scherza proprio. È tutto molto frettoloso e calcolato minuto per minuto, altro che relax! In ogni caso, se anche voi non voleste partecipare alle attività extra vi trovereste veramente in difficoltà perché sono praticamente obbligatorie.

La prima tappa del tour è stata Alexandria Bay, un villaggio super autentico che si trova all’estremo Nord dello stato di New York e che si affaccia sul fiume Saint Lawrence, il confine naturale con il Canada. In quelle acque di confine si trovano le Thousand Islands che si chiamano così perché sono realmente migliaia di piccole isolette, 1.864 per l’esattezza.
La maggior parte delle isole ospitano le ville per le vacanze di alcuni tra i più importanti ricconi americani, tipo i proprietari storici di Macy’s. In pratica, ogni isoletta ospita una villa. La più interessante è il Boldt Castle, un vero e proprio castello che il signor Boldt fece costruire agli inizi Novecento per la sua amata.
La particolarità è che pare lui abbia fatto costruire 365 finestre, esattamente come i giorni dell’anno in cui si aspettava che lei fosse felice. Peccato lei sia morta prima che il castello fosse terminato. Che storia romanticissima, no? Adesso il castello è aperto ai turisti e lo avrei visitato volentieri, ma purtroppo il tour non lo prevedeva e così mi sono attenuta alla navigazione del fiume, che però almeno ho fatto insieme a Laura e a sua madre.
La gioia di ritrovarci è durata giusto il tempo della navigazione perché subito dopo abbiamo scoperto che eravamo dislocate in due alberghi diversi lontanissimi tra di loro. Tra l’altro la beffa ha voluto che il loro fosse un delizioso alberghetto in cui avevano persino la macchina dei popcorn in camera, mentre io mi sono ritrovata in un motel in mezzo al niente, davvero squallido. Poco male, in fondo si trattava di passare solo una notte in quel postaccio e per fortuna quando viaggio sono capace di dimenticare qualsiasi cosa, ma non il Kindle, quindi avevo parecchio da leggere. Certo che a parità di prezzo, il mio albergo era decisamente più scadente, soprattutto considerando la sveglia per partire alle 6 in punto e senza colazione. Non si capisce perché nel mio albergo la colazione non fosse inclusa mentre in quello delle mie amiche sì. Di certo però non posso lamentarmi perché sono state così carine che quando poi ci siamo ritrovate al Devil’s Hole State Park mi hanno portato dei mini donuts e dei panini alla marmellata che avevano preparato apposta per me. Dopo siamo state portate all’Old Fort Niagara che era una delle escursioni semi obbligatorie. Ecco, se posso darvi un consiglio, se andate per conto vostro, il forte potete tranquillamente evitarlo. Non c’è proprio niente di speciale da vedere. Approfittate, invece, del tempo che avete in quella zona meravigliosa per passeggiare tra i boschi e respirare a pieni polmoni. È poi arrivato finalmente il momento delle cascate. È stato davvero emozionante.
Un sacco di gente mi aveva detto che sarei rimasta delusa perché sul lato canadese ci sono un sacco di costruzioni in stile Las Vegas, ma io quei brutti alberghi nemmeno li ho guardati! Le cascate restano uno spettacolo magnifico e ci si sente completamente dentro a qualcosa di sublime, nel senso romantico del termine. Avrei potuto stare delle ore a farmi abbracciare dal rumore dell’acqua, ma avevo i minuti contatissimi. Resta il fatto che ho potuto partecipare all’escursione più grandiosa: il tour in barca Maid of the Mist. Ci si mette un impermeabilone che sembra ridicolo fino a quando non ci si avvicina con la barca alle cascate così tanto da venire letteralmente inondati d’acqua. Non c’è giostra artificiale che sia emozionante come quell’incredibile spettacolo della natura. Sono solo rimasta un po’ delusa perché ero convinta di vedere chissà quanti arcobaleni e invece ne ho visto solo uno e non entusiasmante. A restituirmi un po’ di senso di meraviglia ci ha pensato New York. Quando ci hanno lasciati a Chinatown, al ritorno, ero stanchissima e stordita, eppure ho visto una lucetta dietro alla porta del Manhattan Bridge e mentre tutti si sono avviati verso casa, io mi sono fermata a guardare l’arcobaleno che nasceva.
L’ho proprio visto nascere, non mi era mai successo prima. Un arcobaleno completo. Sì, quello che avete visto da ogni angolo di New York lo scorso weekend su Instagram. Sembra proprio che si vedesse da ogni parte della città e che nessuno se lo sia perso. Mi ha talmente riempita di gioia e di senso della meraviglia che in un attimo mi è passato il malumore causato da ore di viaggio con l’autista tabagista distratto. Così, mi è passata la voglia di usare i video che ho fatto mentre fumava di nascosto per denunciarlo o di fare chissà che complaint. Quell’arcobaleno mi ha restituito una tale gioia e un tale senso di gratitudine che sono stata semplicemente felice di essere di nuovo a New York e di potere tornare a casa a testa in su avvolta da nuvole rosa. Voi però fate tesoro della mia esperienza e se volete andare alle cascate, noleggiate una macchina o in ogni caso diffidate dei tour cinesi.