Potrebbe sembrare un regalo di Natale in anticipo la decisione annunciata il 23 novembre dal governo americano, che si rivolge a diverse fasce di stranieri che desiderano un visto lavorativo negli Stati Uniti. Con l’avvicinarsi del secondo anniversario della pandemia, infatti, risultano evidenti le grandi difficoltà che hanno avuto i lavoratori a rientrare nel paese, e che hanno creato problemi logistici per le aziende che da loro dipendono.
Il Dipartimento di Stato ha quindi deciso di esentare le persone che richiederanno alcune tipologie di visto dai colloqui in presenza nei consolati, in modo da agevolare e velocizzare la distribuzione dei permessi di lavoro.
“Il Dipartimento di Stato riconosce l’impatto positivo che i possessori di visti lavorativi temporanei hanno sull’economia degli Stati Uniti e si impegna a facilitare gli arrivi dei non-migranti”, spiega il comunicato del DOS. “Con la ripartenza dei viaggi internazionali, prendiamo queste misure temporanee per confermare il nostro impegno per ridurre in modo sicuro ed efficiente le attese, mantenendo come priorità la sicurezza nazionale.”
Come i visti che già nei mesi passati avevano ottenuto l’esenzione, anche quelli aggiunti alla lista a dicembre non necessiteranno di colloquio fino alla fine del 2022. I primi includono studenti e lavoratori temporanei, mentre le categorie annesse comprendono atleti, artisti, insegnanti e altre persone le cui occupazioni speciali le rendono indispensabili per il futuro del paese. È anche stata estesa a tempo indeterminato l’iniziativa che permette alle persone a cui è scaduto il visto entro gli ultimi 48 mesi di rinnovarlo senza recarsi in ambasciata.
La decisione del Dipartimento di Stato arriva dopo le molte critiche rivolte alla nazione da stranieri ed altri paesi per via della chiusura dei confini, istituita dal Presidente Trump e durata fino all’8 novembre di quest’anno. Data la drastica riduzione nella quantità di richieste di visto che ambasciate e consolati sono riusciti ad esaminare nei mesi scorsi, per via della pandemia, non c’è altra possibilità se si vuole sperare nella totale ripartenza delle aziende e della cooperazione tra i paesi.