In queste ultime settimane ci siamo abituati a ricevere quotidianamente notizie tremende e sconcertanti. Forse l’unica nota indiscutibilmente positiva è rappresentata dalla generosità e dalla solidarietà che sta unendo gli italiani e non solo, con il lancio di numerose iniziative benefiche per raccogliere fondi utili a fronteggiare l’emergenza.
Molti personaggi noti, dal mondo dello spettacolo a quello dello sport e della politica, si stanno impegnando sia per appoggiare la campagna #iorestoacasa, sia per promuovere diverse campagne a sostegno di ospedali e associazioni che lottano in prima linea contro il virus. Tra questi c’è anche l’italo-americano Rocco Commisso, fondatore e CEO di Mediacom e presidente della Fiorentina. Il club ha lanciato la raccolta “Forza e cuore” sulla piattaforma GoFundMe per aiutare l’Italia e la città di Firenze. Commisso, insieme alla moglie Catherine e al figlio Giuseppe, ha donato 125 mila euro alla Fondazione Careggi e 125 mila euro alla Fondazione Santa Maria Nuova Onlus. In appena due giorni, “Forza e cuore” ha già quasi raggiunto il suo traguardo di 500mila euro.

Abbiamo contattato telefonicamente il presidente Rocco Commisso, che ha risposto a qualche nostra domanda su questa iniziativa benefica e sull’emergenza del Coronavirus in Italia e negli Stati Uniti.
“Forza e cuore” in meno di due giorni ha già quasi raggiunto il suo obbiettivo di 500mila euro. Si aspettava un successo così grande?
“No, sono piacevolmente sorpreso, non me l’aspettavo in meno di quarantotto ore. Ci sono stati più di novecento donatori, molti dall’Italia, ma alcuni anche dagli Stati Uniti e questo mi fa molto piacere perché noi qui non abbiamo i problemi che ci sono in Italia, eppure molti si sono spesi lo stesso per la causa di Firenze”.

Il virus non ha risparmiato il mondo del calcio e tra i contagiati ci sono anche alcuni giocatori della Fiorentina. I campionati sono fermi, la Champions League e l’Europa League sono state sospese e hanno rinviato gli Europei, ma la UEFA all’inizio ha esitato, ricevendo molte critiche. Lei cosa ne pensa?
“Non voglio assolutamente criticare nessuno, perché siamo tutti in questa situazione. Con la Fiorentina abbiamo preso l’aereo per andare a giocare contro l’Udinese e una volta lì ci è stato detto che non avremmo giocato, così siamo tornati a Firenze. Allora la situazione non era ancora grave, ma dopo qualche giorno ci sono stati i primi casi di tra i nostri giocatori e i membri del nostro staff. Non so dove sia avvenuto il contagio, ma ciò che conta adesso è questo problema con cui abbiamo a che fare. Nessuno poteva immaginare l’impatto che il virus avrebbe avuto sulla vita di tutti i giorni. Io sono a New York, ma è meglio per tutti se rimaniamo a casa. È la cosa giusta da fare per la salute. C’è poi anche un problema economico perché il presidente di una squadra di Serie A, di Serie B o di Serie C deve preoccuparsi anche di questo, deve avere i soldi per pagare gli stipendi dei suoi dipendenti e dei suoi giocatori. Ovviamente la salute è al primo posto e noi alla Fiorentina stiamo prendendo tutte le precauzioni, mettendo in quarantena i contagiati. Mio figlio è a Firenze chiuso in albergo, così come il direttore generale Joe Barone, e abbiamo mandato tutti i dipendenti a lavorare da casa”.
L’emergenza ora cresce anche negli Stati Uniti. Il governo si sta muovendo per tutelare sia la salute degli americani sia l’economia. Il governatore Andrew Cuomo e il sindaco Bill De Blasio stanno discutendo riguardo alla chiusura di New York. Pensa, in generale, che la politica sia gestendo bene questa crisi?

“Io faccio ciò che credo sia giusto per me, la mia famiglia, la Fiorentina e Mediacom, che sta garantendo un grande servizio per il pubblico, perché noi portiamo internet nelle case. Ora che tutti sono casa, internet è diventato la cosa più importante, perché senza connessione non puoi lavorare. La situazione negli Stati Uniti non è ancora arrivata al livello dell’Italia, soprattutto perché secondo me qui non sono stati effettuati molti test. Oltretutto adesso che tutti gli ospedali si stanno concentrando sul Coronavirus cominciano a mancare i posti anche per coloro che hanno altri problemi e altre emergenze. Penso che sia un problema enorme. Riguardo alla politica, è facile dire che bisognerebbe chiudere la metropolitana a New York, ma sai quante persone la usano? Non tutti hanno una macchina e poi pensi che tutti rimarrebbero davvero chiusi in casa? Non lo so, ma credo che alcuni servizi debbano continuare a essere garantiti, non si può bloccare l’intera economia qui. Tornando alla salute, qui mancano anche le mascherine ed è quasi impossibile farsi fare un test. Ci sono moltissimi problemi, non è facile mettersi nei panni di chi deve prendere le decisioni. Tutto questo ha un impatto enorme sull’economia, dai ristoranti alle compagnie aeree. A Mediacom ho mandato quasi tutti i dipendenti a casa ma dobbiamo continuare a lavorare per garantire una connessione internet alla gente. Non voglio mettere la mia azienda allo stesso livello degli ospedali, ovviamente, ma internet è fondamentale per il lavoro delle persone e di tutte le aziende, come la Fiorentina, le banche, i giornali. Possiamo solo provare a fare del nostro meglio di fronte al problema che stiamo affrontando”.
Vuole mandare un messaggio a tutti gli italiani che in questo momento stanno lottando contro questa emergenza?
“Sto provando a fare tutto ciò che posso per aiutare Firenze e la Toscana e mi dispiace per il resto dell’Italia. Penso che la cosa migliore sia continuare a restare a casa. Ho capito che il servizio sanitario nazionale al sud non è preparato come al nord, dove sappiamo cosa è successo. Dico agli italiani di essere forti e di stare attenti. Pregherò per tutti loro e mando un incoraggiamento ai miei paesani calabresi di Marina di Gioiosa Ionica. Tenete duro! Speriamo che il Signore ci aiuti e che anche San Giuseppe oggi possa darci una mano”.