Leaving New York never easy, come cantano i REM. E la citazione è azzeccata con la storia di Annalisa Menin, 33 anni, di origini venete, nella Grande Mela da 11.
“Ricordo ancora quel viaggio. Era il 26 maggio 2006. Dall’alto vidi la città, poi atterrai al JFK. Ero già stata qui cinque anni prima, nel settembre del 2001, una manciata di ore prima che tutto cambiasse per questo grande Paese. La seconda volta, quel giorno di maggio, non immaginavo che la mia vita stesse per cambiare. In meno di ventiquattro ore tutto sarebbe stato diverso.” Queste le prime frasi che si possono leggere sul Blog di Annalisa “Il Mio Ultimo Anno a New York”. La sua storia merita di essere raccontata e letta. Sullo sfondo c’è una New York che Annalisa impara a conoscere da stagista nel campo della moda a promotrice del sogno americano di ragazzi che, come ha fatto lei undici anni fa, affidano alla grande mela il loro destino cercando qualcuno che possa loro dare una mano (o mandare giù gli ascensori come dice Annalisa) per orientarsi nella città più competitiva del mondo. Lei si definisce “una persona che pensa, crea, che racconta storie”. È una che non molla, Annalisa.
La Voce di New York aveva avuto nel 2013 già modo di parlare di lei, della sua esperienza professionale e soprattutto umana, i suoi progetti realizzati, i suoi American Dreams. Da allora alcune cose sono cambiate, ma la voglia di mettersi sempre in gioco e di rialzarsi fanno di Annalisa la donna coraggiosa che è: ha dovuto affrontare momenti difficili, come la scomparsa del marito Marco Omiccioli, nel 2013, conosciuto proprio a NYC e sposato in Italia tre anni prima.
“L’aver avuto al mio fianco Marco ha addolcito la durezza della città. Ci siamo sempre aiutati a vicenda, quando uno di noi era giù, l’altro interveniva in supporto. Questa era la nostra forza”. Dopo la perdita del marito Annalisa reagisce al dolore creando l’iniziativa charity “Remembering Marco” .
“Avevo bisogno di dare un significato a quello che era successo. Non volevo arrendermi al fatto che tutto finisse così. Volevo preservare la memoria di Marco. Per i primi due anni ho utilizzato parte dei fondi raccolti per creare una borsa di studio per la ricerca sul cancro all’ Università di Bologna (2014) e a Weill Cornell (2015). Ora promuovo degli stage formativi presso le aziende della moda presenti a New York. Ho iniziato collaborando con Valentino; del resto sia io che Marco abbiamo cominciato lavorando con questa grande casa di moda. Adesso vorrei coinvolgere altre aziende per dare a più ragazzi la possibilità di vivere lo stesso sogno americano che noi abbiamo vissuto alcuni anni fa. La selezione cui vengono sottoposti i candidati è molto rigida; l’obiettivo è individuare gli studenti più meritevoli per offrire loro un’esperienza formativa unica che magari apra la strada a una carriera promettente. Come ho sentito dire da Kevin Spacey: “If you have done well in whatever business you are in, it is your duty to send the elevator back down and try to help bring up the next ge-neration of undiscovered talent”. Ovvero: se nel tuo lavoro le cose sono andate bene, qualsiasi esso sia, è tuo dovere mandare l’ascensore giù e cercare di aiutare a far crescere la prossima generazione di talenti ancora da formare. Nell’ultimo anno e mezzo è nato il progetto del Blog “Il Mio Ultimo Anno a New York”. Anche questo è dedicato a Marco perché lui ha sempre creduto in me. Dopo che è venuto a mancare, ho attraversato diverse fasi. Subito dopo la sua scomparsa non ero in grado di fare nulla. Così ho aspettato di essere pronta. Poi, un giorno che ricordo molto bene, ho sentito tornare in me una nuova forza. Da quel momento non mi sono più stati sufficienti il lavoro, vivere a New York e tutte le cose in cui ero impegnata. Volevo fare di più dare un significato diverso alla mia vita”.
E proprio questa grande forza, e la creatività che la contraddistingue l’ hanno spinta a iniziare a raccontare le sue avventure nella Grande mela. Sul Il Mio Ultimo Anno a New York, Annalisa racconta la sua esperienza negli Usa alternando post frivoli con riflessioni più profonde. “Quando cammino per New York o per qualsiasi altra parte del mondo, i miei occhi sono come dei radar, il mio naso quello di un cane da tartufo, le mie orecchie quelle sofisticate di un esperto di musica. Vivo ciò che succede intorno a me a 360 gradi, noto tutto. E poi lo racconto a modo mio, con i miei video”. Sul suo canale Youtube e sulla pagina Facebook di Il Mio Ultimo Anno a New York, Annalisa condivide le sue passeggiate in giro a New York e oltre, con la seguitissima rubrica #ASpassoConAnna.
Da qualche settimana Annalisa ha iniziato a pubblicare una ministoria in 13 puntate dove racconta il suo arrivo a New York.
“Ogni lunedì racconto un pezzettino di quei miei primi tre mesi a New York; sono stati velocissimi, intensissimi e semplicemente indimenticabili. In quel periodo la mia vita è cambiata”. Il successo di questa mini serie, e la richiesta di tanti fan di approfondire la sua storia, l’hanno spinta a scrivere un libro, al quale sta attualmente lavorando.
“Il mio intento è quello di condividere la mia esperienza e, mi auguro, ispirare tante persone che magari si trovano a vivere un momento di difficoltà e non sanno come uscirne. Una via d’uscita c’è sempre. Bisogna continuare a lottare. Per me la vita è come un videogioco: i livelli diventano sempre più difficili, ma noi diventiamo più forti. E allora dobbiamo armarci e uscire per la battaglia. Conquistare il mondo un passo alla volta”.
Ma ecco la domanda che tutti si stanno facendo. Perché l’ultimo anno a New York? In questa città hai davvero costruito molto del tuo presente. Il titolo del tuo Blog è scaramantico o davvero stai decidendo di trasferiti?
“Questa è la domanda da un milione di dollari. In tutta onestà non ho ancora una risposta certa. Non resterò qui per sempre, ora ho questo progetto per me importantissimo del blog e del libro. Sono arrivata qui quasi per caso, per uno stage di tre mesi da Valentino previsto dal corso di studi in Commercio estero dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Sono poi ritornata per una seconda volta, nell’aprile 2007 da Anna Sui. Da lì ho trovato un impiego come Business Analyst presso una compagnia di software finanziari a Wall Street. E nel 2012 ho preso la licenza per diventare agente immobiliare e sono stata assunta da Corcoran, una delle agenzie immobiliari più rinomate di New York. Negli ultimi due anni ho avuto la possibilità di ritornare a lavorare per Valentino.
Mi piace sempre ricordare che quando sono arrivata qui vivevo in una camera molto modesta a Maspeth, nel Queens, assai lontana da Manhattan, dove lavoravo. Nel blog cerco di far passare il messaggio che non è tutto facile. Anzi! Dietro ogni obiettivo raggiunto, dietro ogni successo ci sono tanti sacrifici, tanta dedizione e determinazione. E ci sono anche gli insuccessi, fanno parte del gioco. Il mio consiglio? Fate ciò che vi rende felici! Ricevo tantissime email di ragazzi e ragazze, di uomini e donne che vogliono uscire dalla situazione in cui sono. Vorrebbero cambiare lavoro, paese, contesto. Io incoraggio tutti, nei limiti delle proprie possibilità, a seguire i propri sogni. Quindi, ragazzi, bisogna provarci!”.
E ora, che cosa dobbiamo aspettarci da Annalisa? “Sono finalmente serena. Gli ultimi cinque anni sono stati davvero intensi per me. Vado avanti con grande passione con il mio blog e lavoro al libro. E’ un bellissimo progetto e mi auguro che raggiunga i cuori di tantissime persone”.