Ambizioso, lavoratore instancabile, sognatore ma anche pragmatico e con i piedi per terra. Francesco Realmuto lascia la sua Baucina, piccolo centro palermitano nel cuore del Monti Sicani, per la Grande Mela.
L’avventura americana inizia con una vacanza a 18 anni, quando decide, insieme alla sorella Maria, di andare a trovare i nonni a New York. Poi il fascino d’oltreoceano prende il sopravvento, le riflessioni sulle opportunità che il paese a stelle e strisce offre non lasciano spazio alla nostalgia per il mare e la propria terra.
In America i primi anni non sono facili: la durezza del lavoro nell’edilizia durante i rigidi inverni newyorchesi, una nuova lingua e un sistema, quello americano, non sempre facile da penetrare. Ma il sogno americano non tarda ad arrivare. Francesco, insieme ad un amico siciliano, è uno dei pochissimi, forse l’unico italiano a lavorare come tagliatore di diamanti nel distretto di Manhattan.
Dodici anni trascorsi a tagliare pietre, disegnare gioielli che gli hanno insegnato la precisione e il rigore. Poi accarezza e realizza il sogno del self-made man iniziando l’avventura da imprenditore. Nasce L’Arte del Gelato, la prima gelateria siciliana a New York, aperta nel 2005.
Un pezzo di Sicilia, quella del gelato artigianale fatto come si faceva una volta, che oggi si trova al Chelsea Market e nelle varie location estive (Lincoln Centre, Guggenheim Museum, High Line). Una passione per il gelato che nasce con il ricordo: la piazza di Baucina dove la gelateria dei fratelli Crapuzza faceva il vero gelato artigianale.
Francesco Realmuto vuole fare conoscere agli americani il vero gelato italiano. E accetta la sfida con umiltà e anche molta determinazione. Oggi sono passati 11 anni da quando la prima gelateria autenticamente italiana a New York, la sua, è stata inaugurata. E lui non si vuole fermare. Continuare nel segno del gelato artigianale, ingredienti freschi, di qualità, 100% naturali, è la sfida del futuro. Il suo sogno Americano è fatto di duro lavoro, fatica e molti sacrifici.
“Se non lavori con umiltà e grande spirito di sacrificio, questa terra non ti regala niente”, dice. Pensa ancora alla sua Sicilia. Alle estati trascorse a San Vito lo Capo e a Castellamare del Golfo. Ai suoi conterranei raccomanda: “Se decidete di rimanere, imparate ad amare e rispettare la vostra terra”.
La prima cosa che hai pensato quando sei arrivato a New York e l’ultima cosa quando hai lasciato la tua terra?
“La sensazione di stupore, di libertà ma anche la nostalgia di aver lasciato la mia famiglia in Sicilia. Tutto era nuovo, immenso, dinamico”.
Quali sono state le difficoltà dei primi anni e a che cosa erano legate?
“Alla lontananza dalla mia terra e dalla mia famiglia. La nostalgia di casa e dei miei amici. Ho trascorso i primi anni a scrivere lettere a chi mi aspettava in Sicilia. Non riuscivo ad integrarmi nella società americana, non mi sentivo parte. La mia mente e il mio cuore erano ancora in Sicilia”.
Quando, invece, ti sei sentito parte della società americana?
“Quando ho cominciato a lavorare nel distretto dei diamanti e sono entrato nella quotidianità newyorchese. Lavoravo a Manhattan e questo mi ha consentito di conoscere bene la città e i suoi abitanti. Mi si è aperto davanti un mondo che prima non conoscevo. Sono entrato nel sistema lavorativo e sociale americano”.
Cosa ti piaceva e ti ha insegnato il tuo precedente lavoro da tagliatore di diamanti?
“La precisione, il rigore, il rispetto delle regole. Era un lavoro molto interessante, appassionante”.
Poi il sogno da imprenditore che diventa realtà. Inizia la tua avventura con l’Arte del Gelato. Le sfide e i successi di questi 11 anni…
“Non è stato facile all’inizio. Nessuno conosceva il gelato italiano, c’erano questi inverni rigidi… E’ stata una bella sfida iniziata quasi per caso. Ad una fiera del cibo notai una lunga coda davanti ad un ice cream americano. Allora non esistevano le gelaterie italiane a NY e così tornai a casa con l’idea di portare un pezzo di Sicilia, quella del gelato artigianale, nella Grande Mela. Ho lasciato il mio lavoro e iniziato un nuovo capitolo. Anni di grandi sacrifici e successi. Molte soddisfazioni e anche rinunce”.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali?
“Crescere ancora. Io non mi fermo mai. Ho sempre in mente molte idee, molti progetti. Di recente, siamo riusciti a far arrivare il nostro gelato nella catena dei supermercati Gourmet Garage di Manhattan e nelle due location di Dean & DeLuca. In futuro penso di continuare con la distribuzione nei supermercati e di aprire una nuova gelateria in città. Investire sempre di più nella ricerca e nella qualità di un gelato tradizionale che rispetta il consumatore perché utilizza materie prime eccellenti ed è lavorato in maniera artigianale”.
Pensi che il sogno americano esista davvero? E se sì, oggi è come vent’anni fa?
“Il sogno americano esiste nella possibilità e nella meritocrazia che questo paese mette a disposizione di tutti. Chiunque, in questo paese, può sognare di realizzare i propri obiettivi, i progetti. Certo non è tutto facile e non tutti riescono. Occorrono molti sacrifici, umiltà e duro lavoro. Molti italiani arrivano qui pensando che sia tutto facile, tutto accessibile. Non è così. Rispetto a prima è diverso perché è cambiato il mondo e l’economia globale. La ristorazione a New York sta vivendo un periodo di crisi per l’eccessiva saturazione e gli affitti alti”.
Parliamo della tua Sicilia: come la vedi oggi dall’America e cosa hai lasciato? Cosa ti piace ritrovare?
“Ogni volta che torno a Baucina mi sembra che il tempo si sia fermato. Ritorno a vivere le stesse sensazioni, emozioni che vivevo quando ero nella mia terra. Mi piace tornare nelle strade che percorrevo da ragazzo, rivedere le persone che hanno fatto e fanno parte della mia vita”.
La tua New York: quali sono i luoghi che più ti appartengono, dove ti piace ritrovarti?
“Wall Street per la sua dinamicità, perché ti senti al centro del mondo. E poi anche Midtown con i suoi ristoranti e la sua atmosfera indaffarata. Ma soprattutto il distretto dei diamanti dove torno a trovare i miei colleghi”.
I ricordi di infanzia legati al gelato: cos’è per te il gelato?
“La gelateria della piazza di Baucina, le estati in Vespa, le serate tra amici. E’ nostalgia, ricordo, emozioni. Un gelato è una ricompensa per qualcosa che hai fatto, il primo appuntamento, il primo bacio. E’ la gioia di condividere insieme”.
Che gelato amano gli americani ?
“Stracciatella, pistacchio ma anche altri gusti tradizionali. Noi proponiamo solo gusti classici senza cedere alle sperimentazioni e alle mode del momento. Gli americani stanno imparando ad apprezzare la qualità del vero gelato italiano, l’autenticità delle materie prime e l’artigianalità”.
Hai ancora il sogno di aprire un’agrigelateria in Sicilia?
“Chissà, un giorno. Il mio sogno è quello di trascorrere più tempo in Sicilia, andare in barca, mangiare pesce fresco, aspettare che il giorno finisca per dispetto“.
Ai giovani che oggi sognano l’America, cosa vuoi dire? E a siciliani che restano e che partono?
“A chi resta mi sento di dire che bisogna imparare ad amare di più la propria terra. Valorizzarla, rispettarla. Rimboccarsi le maniche e lavorare. Non bisogna per forza andare via ma, se decidete di rimanere, non aspettate che siano gli altri a decidere per voi. A chi va via dico sempre di prepararsi ai cambiamenti e alle regole di un nuovo paese con molta umiltà, sacrifici e duro lavoro”.