Mentre l’Europa dell’Unione trema per il Brexit britannico, l’Italia dell’ONU è ormai alle battute finali della campagna per essere eletta al Consiglio di Sicurezza come membro non permanente. E il 28 giugno, giorno del voto in Assemblea Generale, l’Europa concorre già spaccata: l’Italia se la dovrà vedere con due potenti rivali, l’Olanda e la Svezia, entrambi paesi con diplomazie di peso al Palazzo di Vetro, anche se geopoliticamente meno determinanti dell’Italia.
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Sono solo due i posti disponibili in queste elezioni al Consiglio di Sicurezza ONU per l’Europa occidentale (Francia e GB sono già membri permanenti), e quindi gli azzurri della diplomazia devono sperare di riuscire a ottenere per l’Italia almeno un voto in più di almeno uno di questi altri due paesi europei. Solo così l’Italia potrà entrare per due anni nella stanza che veramente conta alle Nazioni Unite. In quel caso si tratterebbe delle settima elezione per l’Italia, da quando entrò a far parte dell’ONU 51 anni fa.
Il voto avviene per scrutinio segreto e le missioni dei 193 paesi membri dell’ONU riceveranno anche solo poche ore prima, dalle loro capitali, i nomi dei paesi per cui votare. Quindi le “telefonate” più importanti stanno avvenendo tra le capitali del mondo, ma al Palazzo di Vetro si sta cercando comunque di vincere la partita della simpatia cercando di impressionare il più possibile i vari diplomatici in modo che nelle loro indicazioni e consigli possano mettere “la buona parola” e influenzare le decisioni dei loro governi …
Per sapere i punti di forza (e di debolezza) della candidatura dell’Italia rispetto a quelle dell’Olanda e della Svezia, rimandiamo ad un articolo che abbiamo pubblicato in inglese pochi giorni fa. Intanto vi raccontiamo gli ultimi giorni della campagna elettorale italiana che ha saputo letteralmente “prendere per la gola” i diplomatici e funzionari del Palazzo di vetro.
Dopo aver offerto ai diplomatici il caffè Lavazza, sempre nella “Delegates Lounge”, la grande sala al secondo piano del Palazzo di Vetro, martedì scorso è stata la seconda volta del “Free tasting Italian gelato”. Ecco che anche il 21 giugno si è formata una lunga fila, un grande successo di pubblico. La coda davanti al carrettino che L’Arte del Gelato, gelateria italiana con sede al Chelsea Market, ha posizionato nel bar della grande sala dei delegati, per servire sette gusti classici della tradizione italiana, dalla nocciola delle langhe alla cassata siciliana, ai sorbetti agli agrumi. Il più gettonato? Il gelato al pistacchio preparato con il pistacchio importato direttamente da Bronte, paesino siciliano dove si coltiva quello che viene chiamato l”oroverde”. Apprezzati anche la cassata siciliana, il caffè e la nocciola delle Langhe. L’Arte del Gelato, gelateria siciliana, è stata aperta nel 2005 al Chelsea Market da Francesco Realmuto, nato e cresciuto a Baucina, in provincia di Palermo.
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Circa cinquecento persone hanno avuto la possibilità di assaggiare il gelato siciliano e c’eravamo anche noi de La Voce in fila, per saperne di più cosa tra diplomatici, funzionari e giornalisti, si pensasse sulle possibilità di vittoria dell’Italia sulla Svezia e l’Olanda. Il coro delle persone in fila è stato unanime: “Certo che vince l’Italia”, anche se qualcuno, scherzando, ha detto di voler rispondere solo dopo aver assaggiato il gelato… Quando abbiamo cercato di fare domande più serie (ricordiamo che il voto è segreto) una diplomatica della missione della Bosnia, che ci dice che il suo nome in italiano si traduce in “Biancaneve”, senza ufficialmente fare alcuna dichiarazione, ha sfoggiato un gran sorriso fiabesco per rassicurarci che da Sarajevo la scelta a favore di Roma sarebbe stata molto probabile, per non dire ovvia. Un gruppo di diplomatiche del Guatemala, ridendo ci dicono che non possono parlare. Però, sempre ridendo, alla fine ammettono che riferiranno all’ambasciatore come era il gelato e che sicuramente questo diventerà un rapporto per i superiori a Managua, e se il gusto sarà quello giusto…
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Due colleghi in fila, del Medio Oriente, non hanno dubbi: per Abdelhamid Abdeljaber, giornalista palestinese e corrispondente dall’ONU per Al-Quds Al-Arabi, e la collega libanese Samar Nader, corrispondente per AL-Jadeed TV (NTV) e elnashra Newspaper in Lebanon, l’Italia vince sicuro. “Assolutamente serve più Italia al Consiglio di sicurezza per la sua politica equilibrata” dice Abdelhamid, che poi con un tono serio aggiunge: “Con quello che sta accadendo in Libia, Siria e nel Mediterraneo, con la crisi dei profughi e migranti, un paese come l’Italia così direttamente coinvolto e che ha il peso giusto per poter operare nelle crisi, ecco è ovvio che debba avere la precedenza su scelte come Svezia o Olanda, paesi molto meno importanti per queste crisi”. Nader, cristiana libanese, prima scherzando ci dice che lei ci tiene che vinca l’Italia “perché qui la gente mi chiede sempre se sono italiana, e allora…”. Ma poi anche lei assume un tono serio e afferma: “Spero che l’Italia venga eletta al Consiglio di Sicurezza, perché è più sensibile alla protezione dei cristiani che sono oggi in serio pericolo in Medio Oriente”.
La giornalista Seana Magee, americana corrispondente dall’ONU per Kyodo News, agenzia giapponese, pensa che l’Italia abbia più chance della Svezia e dell’Olanda, “anche per il fatto che la fila che si vede qui per il gelato, ecco la posso già immaginare per altri eventi culinari che ci saranno dopo l’elezione…”. Ride Magee, e ci dice anche che secondo lei con l’Italia passerà la Svezia.
In fila dietro di noi due giovani donne, sono funzionarie ONU, una americana e una cinese, da poco arrivate a New York e ci avvertono che non si sentono ancora preparate per far pronostici. Ma pressate, alla fine ci dicono che se fosse dipeso da loro, l’Italia avrebbe attratto certamente il loro voto, sperando ovviamente di aver ancora più occasioni culinarie come questa…
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Che infatti è puntualmente arrivata il giorno dopo, quando alla Morgan Library, sulla Madison e 36esima strada, la missione italiana guidata dall’ambasciatore Sebastiano Cardi, col supporto del consolato e del console generale Francesco Genuardi, ha organizzato una gran festa italiana con misto di motori, moda, arte e, ovviamente, tanta cucina: quella prelibata di Lidia Bastianich che tra le varie squisitezze ha anche fatto servire un risotto di cui gli oltre 400 ospiti hanno fatto più volte il bis. A rappresentare il governo italiano durante il ricevimento, c’erano due sottosegretari agli Esteri, Mario Giro e Vincenzo Amendola, inviati dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (In arrivo lunedì a New York, in tempo per dare l’ultima spinta all’Italia prima del voto di martedì) e che in questi giorni hanno avuto decine di incontri, per confermare gli accordi presi dall’Italia cercando di assicurare più voti possibili in Assemblea Generale.
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Molto successo ha avuto il ricevimento organizzato mercoledì alla Morgan Library e gli invitati erano più selezionati, con tanti capi missione presenti per dare un segnale di attenzione alla campagna elettorale italiana. Non abbiamo visto l’ambasciatrice americana Samantha Power (Stati Uniti ci voteranno? Dovrebbero, anche se Olanda e Svezia sono paesi che hanno tutti i titoli per essere appoggiati da Washington. L’Olanda, come l’Italia del resto, ha per gli USA anche il bollino di “garanzia” di paese NATO). Non abbiamo visto l’ambasciatore russo Vitaly Churkin (la Russia di Putin, si prevede, che ci voterà), ma abbiamo visto e quindi fatto una breve chiacchierata, proprio mentre visitava la sala dei preziosi manoscritti custoditi dalla Morgan Library, con l’ambasciatore cinese Jieyi Liu. Quando abbiamo chiesto al capo missione alle Nazioni Unite della Cina il suo parere tra la corsa tra questi tre paesi europei per due posti al CdS ONU, ovviamente Liu non poteva spingersi fino alla dichiarazione di voto, ma dal ragionamento che ci ha fatto, ci è apparso chiaro quanto alla Cina interessi il peso geopolitico e strategico dell’Italia nelle aeree di crisi attuali: “Credo che la candidatura dell’Italia sia molto importante in questo momento” ci ha detto l’ambasciatore cinese “e per quello che sta avvenendo nel Mediterraneo, non credo che nessuno possa negare il suo peso geopolitico, la cui importanza risulta ovvia…”. Insomma passa o non passa l’Italia? L’ambasciatore cinese resta calmo e sorridente conclude: “Non mi preoccuperei, se fossi in lei”.
L’ambasciatore spagnolo Roman Oyarzum Marchesi, lo vediamo mentre ammira la Ferrari spider, stranamente non rossa ma verde, messa al centro del ricevimento alla Morgan. L’ambasciatore ha accanto due sue assistenti, con lui non si parla di elezione al Consiglio di Sicurezza ma della sfida agli europei di lunedì tra gli azzurri e le furie rosse: Marchesi ha un pronostico: “1-1 e poi ai rigori…” Quando gli chiediamo chi la spunta per il Consiglio di Sicurezza, lui non risponde e ci indica le due assistenti che, molto gentili, ci spiegano che la Spagna sta terminando il suo mandato al CdS ONU, e la loro previsione è quindi che l’Italia sarebbe il naturale successore come paese mediterraneo…
L’ambasciatore della Namibia, Wilfried Emvula, non potendo rivelare il voto del paese africano, ci ha comunque manifestato tutta la sua ammirazione per l’Italia, facendo capire che avrebbe fatto il tifo per noi – ma la decisione, lo ripetiamo, arriva dalle capitali -; mentre l’ambasciatrice del Lussemburgo, Sylvie Lucas, molto gentile nel fare una sua analisi del voto, non si sbilancia sulle preferenze ma afferma che per lei la corsa è alla pari: “Tra Italia, Svezia e Olanda non ci sono favorite: hanno tutte la stessa possibilità e fino all’ultimo il voto delle varie nazioni risulterà incerto”.
Così anche una funzionaria dell’ambasciata del Kazakistan, elegantissima, ci ha detto che anche lei non potrebbe prevedere le vincenti: “Italia, Svezia e Olanda sono tre paesi che hanno le stesse chance di vittoria”.
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L’ambasciatore del Venezuela Rafael Ramirez-Carreno, che come l’ambasciatore della Spagna, siede tuttora al Consiglio di Sicurezza, ci fa un gran sorriso quando gli chiediamo secondo lui chi la spunterà. Ricordando che nel suo paese ci sono tantissimi italiani, passa la palla a sua moglie, Beatrice Sansó de Ramírez, che divertita e in perfetto italiano ci dice: “Non si preoccupi per l’Italia, il Venezuela non potrebbe non votarla”.
Il giorno dopo la festa alla Morgan Library, siamo ancora alla ricerca di previsioni. Torniamo a rivolgere la nostra domanda ai colleghi giornalisti che incontriamo nei corridoi dell’ONU, e qui siamo ancora più ottimisti.
Chiediamo: se fossi il presidente del tuo paese e dovresti istruire il tuo ambasciatore per chi faresti votare per un seggio al Consiglio di sicurezza tra Italia, Svezia e Olanda? Maurizio Guerrero, dell’agenzia messicana Notimex, ci pensa un po’ e dice: “Italia: perché in questo momento ci sono grandi crisi nel Mediterraneo e poi al Consiglio di Sicurezza i paesi nord europei sono già rappresentati”.
Sherwin Bryce Pease, corrispondente della tv del Sud Africa SABC, quando gli chiediamo se fosse responsabile del governo del suo paese chi farebbe votare, ecco che indica subito la Svezia. “Ha una seria politica all’ONU su tutti i punti importanti, attivissima nello sviluppo, la parità di genere, equilibrata nella questione palestinese…” Poi, nella scelta tra Olanda e Italia, il giornalista sudafricano non ha dubbi: “Italia. Gli olandesi hanno un passato di colonizzatori in Sud Africa che non dimentichiamo e non possiamo certo votarli…”
Stiamo uscendo dal Palazzo di Vetro, in ascensore incontriamo un’altra collega, la palestinese Ibtisam Azem, che scrive dall’ONU per al-Araby al-Jadeed. Anche lei non ha dubbi: “Se fossi presidente del mio paese, la Palestina, e potessi votare indicherei la Svezia e l’Italia. Hanno politiche estere equilibrate, sono paesi che meritano il seggio al Consiglio di Sicurezza. Non voterei l’Olanda, che invece in Medio Oriente ha una politica troppo filo israeliana”.
Come finirà allora? Incertezza fino all’ultimo, anche perché, ricordiamo, che il voto della Cina in Assemblea Generale conta quanto quello di un’ isoletta micro stato sperduta nel Pacifico. Noi quindi, anche dopo la partita di lunedì contro la Spagna, per altre 24 ore al Palazzo di Vetro siamo destinati a continuare a tifare: forza Italia!