President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • Login
VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Expat
May 5, 2015
in
Expat
May 5, 2015
0

Gli italiani preparati, motivati e ottimisti che ce la fanno fuori potrebbero farcela anche in Italia. Ma davvero?

Chiara BarbobyChiara Barbo
Da sinistra Mario Fratti, Elena Perazzini, Elisabetta Volpe, Elisa Simonelli, l'interprete e Antono Monda

Da sinistra Mario Fratti, Elena Perazzini, Elisabetta Volpe, Elisa Simonelli, l'interprete e Antono Monda

Time: 5 mins read

L'occasione è quella della conversazione che si è tenuta il 29 aprile alla Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University su due libri a confronto: Via da noi. Italiani ma in America (Far From Us) di Elena Attala Perazzini e Il paese dove tutto è possibile (The Country Where Anything is Possible) di Elisa Simonelli. 

Appuntamento per parlare di un tema che ha tante storie e tanti punti di vista, quello degli italiani che “ce la fanno”, venendo in America o restando in Italia, ognuno nel proprio campo, ognuno con una motivazione diversa, ognuno per la propria strada. 

La conversazione, che fa parte di una serie intitolata "Eppur si muove" introdotta dal direttore della Casa Italiana Stefano Albertini, ha visto la partecipazione, oltre che delle due autrici e del Professor della NYU Antonio Monda che ha moderato l'incontro, anche di alcuni dei protagonisti delle storie e delle interviste di cui i libri si compongono – ha offerto molti spunti interessanti che meriterebbero senz'altro un ulteriore approfondimento e una più attenta e vivace discussione. Purtroppo non ci sono stati i modi e i tempi per un confronto, soprattutto con il numeroso pubblico presente, su un tema ampio e complesso che ha sollevato molte domande e anche qualche perplessità.

Albertini

Elisa Simonelli, Stefano Albertini e Elena Perazzini con i libri presentati alla Casa Italiana Italiana Zerilli Marim├▓

Via da noi è un libro che si compone di racconti e cronache, che mescola la verità giornalistica alla scrittura narrativa, intrecciando fatti e finzione in quello che sono dei ritratti di italiani venuti in America per ragioni economiche, di opportunità, ma soprattutto per quelle che sono le ragioni del cuore, che hanno a che fare con la ricerca di se stessi più che la ricerca di qualcosa fuori da sé, la ricerca di un altrove rispetto a quell'Italia in cui non potevano o non volevano più restare.

Italiani ma in America, recita il sottotitolo del libro di Elena Perazzini, perché anche se in America si rimane italiani, e si finisce per essere divisi in due, spaccati tra due continenti, due culture, tra l'ostinazione americana, pragmatica e ottimista, del guardare sempre avanti, e quel fardello del passato così squisitamente italiano che ci portiamo sempre appresso, che ci dà quella profondità che spesso è difficile trovare qui ma che ci paralizza, cristallizzati in un eterno presente.

Gli italiani raccontati da Elena Perazzini vivono in momenti e luoghi diversi d'America, ciascuno con il suo passato e il suo possibile futuro, e nelle pagine del libro diventano personaggi di tante micro storie che compongono un'affresco italiano nell'America di oggi.

Il paese dove tutto è possibile di Elisa Simonelli parte invece dall'idea che non occorre andare in America per riuscire a realizzare il proprio sogno o obiettivo, perché è possibile farlo anche in Italia, il paese appunto dove tutto è possibile. Se il presupposto è lodevole, e anzi necessario visti i tempi – e cioè che con determinazione, lavoro e qualche occasione è possibile farcela anche in Italia senza padrini e raccomandazioni, o senza essere figli d'arte – e occorre infondere ottimismo e portare esempi positivi a un paese scoraggiato e fortemente in crisi, le perplessità sono motivate da quello che è un punto di vista molto parziale in un'indagine non troppo rigorosa che parte da dati ISTAT e si preannuncia come giornalistica mentre non tiene conto di variabili che sono fondamentali in un'analisi sociale come quella che si propone Elisa Simonelli nelle 22 interviste (tra il letterario e il glam) che compongono il libro.

La prima variabile è quella anagrafica: sebbene l'obiettivo sia quello di dimostrare che ci sono esempi illustri che ce l'hanno fatta in Italia prima dei quarant'anni e senza essere figli d'arte, è innegabile che Pupi Avati, Dante Ferretti, Umberto Veronesi, Achille Bonito Oliva, Giancarlo Giannini (per citare solo alcuni nomi) ce l'hanno fatta in anni in cui l'Italia era semplicemente un altro paese; non è infatti paragonabile ad oggi il contesto economico prima di tutto, e sociale, in cui loro come altri si sono affermati ciascuno nel proprio campo.Tra le generazioni più giovani, ci sono esempi di carriere e risultati brillanti che sono eccezioni nel proprio percorso, non la regola (tra gli altri, il vicedirettore del quotidiano La Repubblica e conduttore di Ballarò Massimo Giannini, Giorgio Mortari, fondatore del festival Dissonanze e Federico Marchetti fondatore di Yoox). Ma l'eccezione è ovunque e c'è sempre stata, il problema in Italia è un sistema che non funziona, un sistema-paese che non investe nella formazione e non incoraggia percorsi professionali e produttivi virtuosi all'interno di un mercato del lavoro sano e trasparente.

Sarebbe poi interessante approfondire anche la questione del genere legata al lavoro: problema non solo italiano, ma come dimostra lo stesso libro (solo 3 sono le donne intervistate) percentualmente sono molto poche le donne che riescono ad affermarsi professionalmente, e solitamente non c'è parità nel trattamento economico rispetto agli uomini.

Una delle donne intervistate è Elisabetta Volpe: ricercatrice di neuroimmunologia alla Fondazione Santa Lucia di Roma era tra i partecipanti alla conversazione alla Casa Italiana e ha raccontato il proprio percorso professionale. Dopo anni di ricerca con pochissimi soldi e attrezzature in Italia, è stata ammessa all'Institut Curie di Parigi dove ha lavorato, con ben altri mezzi, per tre anni. Ha deciso poi di tornare in Italia, perché è vero che legami familiari e amici sono spesso determinanti nelle scelte. E qui ha cominciato a lavorare con successo alla Fondazione Santa Lucia, è riuscita ad avere un finanziamento per la sua ricerca con cui ha già ottenuto risultati importantissimi nel proprio campo. Sebbene questa sia una delle tante storie di merito e successo che ci sono nel nostro paese (che sinceramente fanno bene al cuore), guardando le migliaia di ricercatori che lottano per andare avanti tra precariato, scarsezza di risorse e con stipendi ridicoli, non si può non chiedersi se le cose sarebbero andate allo stesso modo se Volpe non avesse lavorato a uno dei principali centri di ricerca europei a Parigi.

Ci sono sicuramente risposte valide a questa e altre domande, e nonostante le personali perplessità quello di Elisa Simonelli è un punto di vista interessante e un utile punto di partenza, e speriamo veramente ci siano presto altre occasioni di confronto su questi temi.

Intanto è Mario Fratti, noto drammaturgo italiano in America, columnist della VOCE, che è anche uno dei personaggi di Via da noi, che ci ricorda una legge universale, determinante per lui e la sua lunga e difficile gavetta americana e per chiunque si affacci su questa sponda dell'oceano come anche per chi rimane in Italia e continua a lottare ogni giorno per la dignità del proprio lavoro e il rispetto delle proprie scelte: pur vacillando, perseverare sempre. 

Forse è questa la lezione principale di questa “conversazione italiana a New York”.

 

 

 

Share on FacebookShare on Twitter
Chiara Barbo

Chiara Barbo

Scrivere di cinema o scrivere il cinema? Possibilmente tutti e due. Dalla critica cinematografica alla sceneggiatura passando per la produzione, al di qua e al di là dell'oceano, collaboro con La VOCE di New York e con Vivilcinema, con la Pilgrim Film e con Plan 9 Projects. E anche con altri. Ma per lo più penso, immagino, ricerco, scrivo, organizzo in modalità freelance. Insieme a tanti altri, faccio parte della giuria del David di Donatello. New York è stata una scelta. New York è intensa, vitale, profonda e leggera, pacchiana e intellettuale, libera, creativa, è difficile, è bellissima, ed è la città più cinematografica del mondo.

DELLO STESSO AUTORE

I premiati “a distanza” del Tribeca Film Festival e pensieri sul futuro del cinema

I premiati “a distanza” del Tribeca Film Festival e pensieri sul futuro del cinema

byChiara Barbo
Il cinema al tempo del coronavirus: ora New York ci può emozionare dai film

Il cinema al tempo del coronavirus: ora New York ci può emozionare dai film

byChiara Barbo

A PROPOSITO DI...

Tags: Elena PerazziniElisa SimonelliemigratiIl paese dove tutto è possibileitalianiitaliani all'esteroitaliani d'AmericaItaliani fuoriItaliani nel mondoVia da noi
Previous Post

Gaetano Filangieri e l’impronta napoletana sulla Costituzione americana

Next Post

Palermo e la sua storia atto I: da città elegante ed industriosa al declino

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Trent’anni fa Harry incontrò Sally e New York celebra quel magnifico film

Trent’anni fa Harry incontrò Sally e New York celebra quel magnifico film

byChiara Barbo
Happy Thanksgiving! I classici film da vedere a casa in cui si celebra la festa

Happy Thanksgiving! I classici film da vedere a casa in cui si celebra la festa

byChiara Barbo

Latest News

Camp Darby: un 4 luglio “made in Italy”

Camp Darby: un 4 luglio “made in Italy”

byDania Ceragioli
Bale, Chiellini, e l’esordio nel derby di Los Angeles

Bale, Chiellini, e l’esordio nel derby di Los Angeles

byLa Voce di New York

New York

Gli affreschi romani di Villa Boscoreale dispersi nel mondo

Gli affreschi romani di Villa Boscoreale dispersi nel mondo

byAlma Torretta
Bimbo di 3 anni precipita nel vuoto da un grattacielo: tragedia a East Harlem

Bimbo di 3 anni precipita nel vuoto da un grattacielo: tragedia a East Harlem

byLa Voce di New York

Italiany

Con il falso Made in Italy gli Usa vogliono invadere il mercato europeo

Con il falso Made in Italy gli Usa vogliono invadere il mercato europeo

byLa Voce di New York
Lo staff di In Scena!

In Scena! Sipario sul festival del teatro italiano a New York che reagisce alla pandemia

byManuela Caracciolo
Next Post

Scuola, le ragioni dello sciopero contro l’agghiacciante riforma di Matteo Renzi

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In