C’è un detto che recita “dietro a ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. In questo caso, occorre una precisazione. Perché dietro a un grande narcotrafficante, c’è sempre stata una grande stratega.
Si chiama Emma Coronel Aispuro, ha 31 anni ed è la moglie del “Chapo” Joaquín Guzmán, uno dei boss della droga più famosi al mondo. È stata arrestata ieri, lunedì 22 febbraio, all’aeroporto internazionale di Dulles (Virginia), con l’accusa di avere aiutato il marito a gestire il suo cartello internazionale multimiliardario e aver pianificato la sua fuga nel 2015 da Altiplano, un prigione di massima sicurezza in Messico.
I due sono sposati dal 2007, quando la Aispuro era ancora un’adolescente, e secondo gli inquirenti c’è proprio la sua figura dietro molti degli affari illeciti portati avanti dal compagno. Figlia di Ines Coronel Barreras, membro del Cartello di Sinaloam arrestato nell’aprile del 2013 e condannato a 10 anni di carcere per traffico di marijuana e di armi da fuoco, da moglie del “Chapo” non si è fatta mancare nulla. Per l’FBI, dal 2012 al 2014 ha trasmesso messaggi per conto di Guzmán mentre lui fuggiva dalle autorità messicane. Il ruolo da intermediaria è proseguito anche dopo il primo arresto del 2014, grazie alle visite che regolarmente gli faceva in prigione.
Nonostante i numerosi procedimenti giudiziari che hanno visto protagonista Guzman, Coronel, ad aiutare il marito, non ha mai rinunciato del tutto. È diventata famosa la storia, confessata da un testimone che ha vissuto la vicenda in prima persona, di quando la Aispuro è riuscita a far evadere il marito dal carcere di Altiplano attraverso un tunnel sotterraneo. Un progetto che sembra quasi uscito da un film, ma che è invece un ingegnoso piano di fuga escogitato e riuscito alla perfezione.
Ora, la notizia dell’arresto della donna non è che l’ultimo capitolo di una saga familiare con una fedina penale ricca d’inchiostro. Guzman sta scontando l’ergastolo negli Stati Uniti, dove è stato estradato nel 2017 ed esiliato all’ADX, un carcere di massima sicurezza in Colorado definito dal suo ex direttore “come l’inferno, solamente più pulito” e persino i suoi figli sono coinvolti nel traffico di droga.
Ex reginetta di bellezza, dietro l’aspetto curato di Coronel si nasconde un’abile trafficante di cocaina, metanfetamina, eroina e marijuana. Tutto nel mercato degli Stati Uniti, Paese di cui lei ha la cittadinanza e nel quale il “Chapo” ha costruito la sua enorme ricchezza. Si racconta che fosse potente tanto quanto il re dei narcotrafficanti sudamericani, Pablo Escobar, e che sia stato il primo a immettere in modo massiccio sostanze stupefacenti nel mercato targato USA, proprio grazie a una rete di tunnel scavati sotto i confini meridionali degli States. Un modo di procedere a cui, considerata la sua storia, deve essere particolarmente affezionato.
Ora che anche Emma Coronel Aispuro è finita nelle mani della giustizia, rischiando persino l’ergastolo e la condanna a un risarcimento di 10 milioni di dollari, i rapporti già tesi tra Messico e Stati Uniti rischiano di complicarsi ulteriormente. Tra Donald Trump e il Paese dei mariachi, è risaputo, non scorreva certo buon sangue e l’episodio che lo scorso ottobre ha visto coinvolto l’ex ministro della difesa Salvador Cienfuegos, accusato di proteggere un cartello della droga, non ha di certo aiutato a distendere gli animi.
Joe Biden non avrà un compito facile nella gestione degli eventi, con il Presidente messicano Andrés Manuel López Obrador che già in passato ha attaccato gli USA sostenendo che si stessero muovendo in autonomia per combattere il narcotraffico sudamericano.
Il tema è scottante e la sentenza con la quale si concluderà il processo a Emma Coronel Aispuro non passerà nel silenzio. Intanto, la donna rimane in arresto e forse la sua cattura, arrivata dopo anni in cui non si è certo nascosta dalle autorità, potrebbe esercitare sul “Chapo” la pressione necessaria per convincerlo finalmente a parlare.