Sul governo di Giorgia Meloni cade la prima imbarazzante grana sul diritto internazionale non rispettato. Il ministro dell’Interno si chiama sempre Matteo, ma di cognome fa Piantedosi e con la sua “direttiva” imita bene il ministro Salvini di quattro anni fa, che anche allora mise nei guai il governo nel tenere lontane dai porti italiani le navi delle ong con a bordo i migranti soccorsi.
Sarebbe infatti “fuorilegge” il provvedimento del ministro degli Interni, per far sbarcare dalle navi ong con a bordo i migranti africani provenienti dalla Libia solo quelli in stato di “fragilità”. A dirlo c’è in prima fila l’ONU, con le sue agenzie per i rifugiati (UNHCR) e per i migranti (IOM) che hanno stamane rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si esorta il governo italiano a far sbarcare tutti coloro che sono stati soccorsi in mare, seguendo appunto le leggi. Ma oltre l’ONU, anche i giuristi italiani tirano le orecchie al governo Meloni. Giovanni Maria Flick, ex presidente della Corte Costituzionale ed ex Guardasigilli del primo governo Prodi, in una intervista a “La Repubblica” dice che il provvedimento “è contrario alla legge del mare, alle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, e alla nostra Costituzione”. Le leggi italiano, infatti, vietano di distinguere a bordo tra chi è fragile e chi no, “di discriminare in base al sesso, all’età, oppure a un’infermità in atto”.

L’ONU, dicevamo. L’IOM e l’UNHCR in un comunicato congiunto sollecitano “i governi europei a offrire rapidamente un luogo sicuro e consentire lo sbarco immediato di quasi 600 persone che rimangono su navi delle ONG dopo essere state soccorse in maltesi e libiche zone di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo centrale”.
Le agenzie dell’ONU danno sì il segnale di accogliere “favorevolmente” gli sforzi dell’Italia per lo sbarco di circa 400 persone, i più vulnerabili, a bordo di Humanity 1 e Geo Barents, “tuttavia, è urgente una soluzione per tutti i sopravvissuti rimasti, su tutte e quattro le navi in mare”.
Quindi per UNHCR e IOM “quelli bloccati devono essere sbarcati rapidamente senza ulteriori indugi. Chiediamo agli stati della regione di proteggere le vite di coloro che sono stati salvati ponendo fine all’attuale impasse e offrendo un luogo sicuro per lo sbarco”.
Almeno l’ONU sembra tirare le orecchie più all’Europa che all’Italia per non aver ancora trovato una soluzione al problema: “Lo sbarco sicuro dovrebbe essere seguito da una significativa condivisione delle responsabilità tra tutti gli stati interessati attraverso accordi regionali e di cooperazione in modo che tutti gli stati costieri possano assolvere le proprie responsabilità di ricerca, salvataggio e sbarco. Un approccio frammentario e ad hoc dall’alto mare che continua a lasciare soli gli stati costieri non può essere perseguito e non è sostenibile”.
Quello che però per l’ONU non è materia trattabile, è il rispetto dei diritti umani: “la priorità deve essere soprattutto salvare vite umane e rispettare la dignità umana. Coloro che arrivano dalla Libia hanno in molti casi subito gravi abusi e violazioni dei diritti umani. Le vulnerabilità di tutti i migranti e rifugiati che attraversano il Mediterraneo – compresi i minori accompagnati e non accompagnati, le vittime della tratta, i sopravvissuti alla tortura – dovrebbero quindi essere individuate per attivare meccanismi di protezione e accoglienza nazionali e internazionali”.
Insomma, tocca di nuovo all’ONU mettere in guardia l’Italia e l’Europa che il soccorso in mare “è un imperativo umanitario, saldamente radicato nel diritto internazionale e nel diritto del mare”. L’obbligo di coordinare e rispondere ai segnali di pericolo incombe su tutti gli Stati interessati.

ANSA / ETTORE FERRARI
Almeno 1.337 persone sono scomparse sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale quest’anno secondo il Missing Migrants Project dell’IOM. La maggior parte delle 88.000 persone arrivate via mare in Italia nel 2022 sono state soccorse dalla Guardia Costiera italiana e da altre navi di soccorso statali italiane o sono arrivate autonomamente. Il 15% è stato salvato da navi delle ONG.
La soluzione? I meccanismi di solidarietà regionale esistenti, scrivo nel comunicato le agenzie dell’ONU, possono favorire l’identificazione precoce e il ricollocamento delle persone bisognose di protezione internazionale, consentendo loro di chiedere asilo o di ricevere altre forme di protezione, nonché “il ritorno sicuro e dignitoso di coloro che non hanno diritto al soggiorno”. Nel 2022 circa 164 persone sono state ricollocate dall’Italia, nell’ambito del meccanismo di solidarietà volontaria, in Francia, Germania e Lussemburgo. Riconoscendo che “questi sforzi siano fondamentali, devono essere ampliati”.
Oggi al briefing al Palazzo di Vetro, abbiamo chiesto alla portavoce di turno, Stephanie Tremblay, se il Segretario Generale Antonio Guterres, che si trova in Egitto per la COP27 – dove ha avuto un incontro anche con la premier Giorgia Meloni – abbia parlato del problema con il governo italiano. Ci è stato risposto che “il segretario generale, che conosce bene le problematiche in virtù anche del suo precedente incarico – è stato Alto Commissario dell’UNHCR, ndr – continua a seguire gli eventi e appoggia totalmente le ultime iniziative dell’UNHCR e dell’IOM”.