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Migranti: Bachelet accusa l’Italia? Salvini minaccia di non pagare più l’Onu

La Commissaria ai Diritti Umani dice che invierà in Italia una missione per indagare, il vice premier replica duro. La reazione al Palazzo di Vetro

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Migranti: Bachelet accusa l’Italia? Salvini minaccia di non pagare più l’Onu

Michelle Bachelet, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Foto ONU/Jean-Marc Ferre)

Time: 5 mins read

La neo alta Commissaria ONU ai diritti umani, l’ex presidente del Cile Michelle Bachelet, a Ginevra pronuncia il suo primo discorso in cui, dopo aver criticato pure l’amministrazione Trump per aver separato i figli dei migranti, tira le orecchie anche al governo italiano di Conte (uhmm, meglio dire di Salvini) per come sta trattando negli ultimi mesi i migranti e i rom. Quindi, ecco esplodere la replica rabbiosa del vice-vero-premier del governo di Roma che, inoltre, minaccia di non dare più soldi all’ONU “sprecona”. Noi de La Voce, qui a New York abbiamo chiesto al portavoce del Segretario Generale Antonio Guterres e a quello del Presidente dell’Assemblea Generale che ne pensassero delle minaccia di Salvini.

Ma andiamo con ordine.

Bachelet, in un discorso di inaugurazione del mandato di commissaria all’apertura dei lavori del Consiglio per i diritti umani a Ginevra, nel lanciare moniti ai leader nel mondo (a quelli degli USA, della Cina ma anche ai militari che in Birmania sono accusati di tentato genocidio nei confronti della minoranza islamica dei Rohingya, o ai sauditi per i bombardamenti in Yemen, o ai russi per la drammatica situazione a Idlib in Siria), punta il dito contro l’Italia (e anche l’Austria) per la loro politica sui migranti, dicendo: “Abbiamo intenzione di inviare personale in Italia per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom”.

Bachelet ha detto anche che “dare priorità al ritorno dei migranti dall’Europa, senza assicurare che gli obblighi internazionali in materia di diritti umani siano assicurati, non può essere considerata una risposta di protezione”.

“Il governo italiano sta negando l’ingresso alle navi da soccorso delle Ong – ha continuato l’ex presidente del Cile e anche ex direttrice dell’agenzia ONU per le donne – Questo tipo di atteggiamento politico e altri recenti sviluppi ha conseguenze devastanti per molti persone già vulnerabili” ha aggiunto, precisando: “Sebbene il numero dei migranti che attraversano il Mediterraneo sia diminuito, il tasso di mortalità nei primi sei mesi di quest’anno è stato più alto del precedente”.

Così Bachelet, che riguardo al rispetto dei diritti umani ha la credibilità di chi ancora nel corpo porta le ferite da ex prigioniera politica torturata durante la dittatura di Pinochet in Cile,  ha rimproverato i politici al governo di Italia e Austria, e anche degli USA di Trump, per le politiche sulle migrazioni che dovrebbero essere “basate sulla realtà non sul panico. Erigere muri, proiettare paura e rabbia sui migranti non offre soluzioni di lungo periodo per nessuno, solo più ostilità, miseria, sofferenza e caos”.

Il ministro degli Interni e vicepremier del governo Matteo Salvini

La replica del ministro degli Interni Matteo Salvini non si è fatta attendere: “L’Italia” ha detto il vice (vero) premier, “negli ultimi anni ha accolto 700 mila immigrati, molti dei quali clandestini, e non ha mai ricevuto collaborazione dagli altri Paesi europei. Quindi non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dall’Onu che si conferma prevenuta, inutilmente costosa e disinformata: le forze dell’ordine smentiscono ci sia un allarme razzismo. Prima di fare verifiche sull’Italia l’Onu indaghi sui propri Stati membri che ignorano diritti elementari come la libertà e la parità tra uomo e donna”.

Insomma, dice Salvini: ma come si permette l’Onu di criticare l’Italia, che ora potrebbe ripensare a tanti di quei milioni che gli versa ogni anno?

E infatti, mentre altri giornali si fermavano a riportare fin qui le parole di Salvini, su Il Giornale, abbiamo scovato delle dichiarazioni ancora più forti ed eplicite, che se confermate, scoprono le carte delle minacce di Salvini: “Un’ organizzazione che costa miliardi di euro, a cui l’Italia dà più di 100 milioni all’anno di contributi… Ragioneremo con gli alleati sull’utilità di continuare a dare questi 100 milioni per finanziare sprechi, mangerie, ruberie per un organismo che vorrebbe venire a dare lezioni agli italiani – avrebbe detto sempre Salvini – Poi ha Paesi che praticano torture e pena di morte. Invece di mandare gli ispettori dell’Onu in Italia, avrei mezzo mondo in cui mandarli. L’emergenza razzismo vadano a cercarla altrove e non in Italia”.

Quindi non sono più solo gli Stati Uniti di Trump a minacciare di tagliare i contributi verso le Nazioni Unite per i “vari sprechi” e perché “anti-Israele”, ma anche l’Italia del governo giallo-verde sembra cominciare a usare il “ricatto” dei soldi. Tu mi critichi sui migranti? E io non ti do più i danari che comunque sprechi…

Oggi abbiamo chiesto durante il briefing giornaliero al Palazzo di Vetro dell’ONU, cosa ne pensassero delle minacce di Salvini, i portavoce del Segretario Generale Antonio Guterres e quello del Presidente dell’Assemblea Generale, lo slovacco Miroslav Lajčák.

Il primo, Stephane Dujarric, dopo aver cercato di scansare la domanda su cosa ne pensasse della reazione di Salvini, dando la responsabilità a Bachelet “di un discorso pieno di fatti su aree che appartengono direttamente alle preoccupazioni e competenze del suo lavoro come commissario Onu responsabile dei diritti umani”. Per poi aggiungere: “Diversi paesi reagiscono in diversi modi e noi non commentiamo sulle loro reazioni, quello che è importante che ogni stato lavori a stretto contatto con il commissario per i diritti umani e i meccanismi che ci sono in difesa per i diritti umani”. Quando abbiamo insistito (vedi qui video dal minuto 12:08), cercando una reazione del portavoce di Guterres sulla specifica minacciosa critica che Salvini fa nei confronti dell’ONU di “sprecare” risorse e quindi del taglio dei soldi dell’Italia, Dujarric non ha rischiato nulla e si è limitato a dire: “Apprezziamo tutti i soldi che ci vengono affidati da tutti gli stati membri,  e incoraggiamo tutti gli stati a continuare a contribuire e essere cooperativi con le Nazioni Unite”.

Alla nostra stessa domanda, questa volta posta al portavoce del presidente dell’Assemblea Generale Brenden Varma (vedi dal minuto 1:16), se fosse giusto minacciare di dar meno soldi all’ ONU ogni volta che questa critica l’operato di un suo stato membro, la risposta è stata laconica: “Gli stati membri si mettono d’ accordo sul budget delle Nazioni Unite e quindi ricevono regolarmente i contributi che questi stati danno all’ONU in modo che possa svolgere il suo lavoro.  E le Nazioni Unite continueranno ad operare con forza grazie a questi contributi dati loro. Quindi questo fatto non cambia”.

Quando poi, sulle scale, Varma ha voluto di nuovo sapere chi fosse stato l’esponente del governo italiano a fare quelle dichiarazioni minacciose, ha anche precisato: “Il budget viene deciso e votato ogni due anni. Le decisioni prese rimangono e sono quelle”.

Aggiornamento, 13 settembre:

Abbiamo continuato a chiedere ai portavoce del Segretario Generale dell’ONU, soprattutto dopo che anche il ministero degli Esteri italiano ha replicato alle accuse di Michelle Bachelet sul non rispetto dei diritti umani da parte dell’Italia, se quindi Antonio Guterres ritenesse fondate le accuse di Bachelet (che riguardano gli ultimi mesi) oppure no. La risposta, come potete vedere anche voi in questo video, dal minuto 9:25, è stata di quelle del tipo “qui lo dico e qui lo nego”, e che per i nostri lettori parafrasiamo anche così: “Guterres appoggia il lavoro di Bachelet, ma non dice che l’Italia non ha rispettato i diritti umani…”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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