Al Palazzo di Vetro dell’ONU inizia una settimana da far tremare i polsi ai diplomatici che rappresentano i 193 paesi membri delle Nazioni Unite. Mercoledì è in programma il voto sulla nuova risoluzione contro la Russia e la guerra in Ucraina, previsto nella grande sala dell’Assemblea Generale.
Oggi si è riaperta infatti la sessione speciale di emergenza dell’UNGA77, questa volta per votare la risoluzione intitolata “Territorial Integrity of Ukraine: Defending the Principles of the UN Charter”. La risoluzione è co-sponsorizzata da tutti e 27 gli Stati membri UE, inclusa l’Italia. Il dibattito iniziato lunedì pomeriggio, continuerà mercoledì. L’Ucraina ha parlato per prima, seguita subito dalla Russia. Sulla base della list of speakers che potete consultare qui, l’intervento dell’Italia con l’ambasciatore Maurizio Massari è previsto per mercoledì mattina, mentre gli Stati Uniti parleranno poco prima del voto finale. Ancora una volta, l’ultimo discorso dal podio toccherà al rappresentante dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.

Intanto lunedì è avvenuto il primo voto procedurale: l’Albania, con la vice ambasciatrice Albana Dautllari, ha presentato subito all’Assemblea Generale una mozione che impedisse alla Russia di cercare di rendere il voto sulla risoluzione “segreto”. L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia, aiutato anche dal collega siriano, ha cercato di bloccare il voto dell’Assemblea sulla mozione procedurale presentata dall’Albania, ma il presidente dell’Assemblea Generale Csaba Kőrösi è andato avanti facendo votare l’AG che ha passato la mozione con 107 “sì” (inclusa l’India) contro 13 “no”. Gli astenuti sono stati 39. Ma molti non hanno votato (come la Cina) e poi durante il suo intervento, l’amb. russo Nebenzia ha accusato il presidente Korosi di scorrettezza sul regolamento. A questo punto c’è stata una buona mezz’ora di confusione. Korosi ha rimesso all’Assemblea di decidere se la sua decisione fosse da riconsiderare. E rivotando, questa volta con il “sì” a favore dei russi, ancora una volta il voto è stato contro Mosca: 14 “sì”, 100 “no” con 38 astenuti. Subito dopo un altro voto, sul non considerare il voto della mozione dell’Albania. E anche qui il voto è stato contro i desideri della Russia: 16 “sì”, 104 “no” e 38 astenuti.

A questo punto l’Ambasciatore della Russia ha cercato ancora di “cambiare” il programma dei lavori dell’Assemblea, chiedendo di passare subito al voto sulla risoluzione presentata e ascoltare dopo gli interventi degli iscritti a parlare. Ma Korosi, esperto diplomatico ungherese che da giovane studiò a Mosca, non ha mollato, lasciando tutto il programma come era stato previsto e lo “scontro” con l’ambasciatore russo è continuato. A questo punto Korosi ha tagliato corto, dicendo a Nebenzia che “la sua opinione sarebbe rimasta agli atti” ma dando la parola alla Lituania per continuare con il dibattito dell’Assemblea Generale. Il voto sulla risoluzione che accusa la Russia di violare la Carta Onu con le sue annessioni di territorio ucraino avverrà come previsto dopo i vari interventi.

Quale sarà la sentenza “morale” del mondo riunito in una sala quando sarà il momento, dopo il dibattito, di votare la risoluzione? Ricordiamo che il Consiglio di Sicurezza dieci giorni fa ha bocciato, con il veto della Russia, la risoluzione che gli USA e l’Albania avevano presentato su come Mosca stia violando la Carta delle Nazioni Unite per aver organizzato prima i referendum e poi proclamando l’annessione dei territori occupati in Ucraina. Quella risoluzione bloccata dal “niet” russo aveva avuto dieci voti a favore, ma anche le pesantissime astensioni di Cina, India, Brasile e Gabon (il paese africano che presiede il Consiglio di Sicurezza per il mese di Ottobre).
Cosa potrebbe succedere quindi in Assemblea Generale? Per passare, la risoluzione deve raccogliere i 2/3 dei voti espressi (tra sì e no), senza contare quindi le astensioni. Insomma, se su 193 paesi membri, 43 si astenessero o non votassero, la risoluzione per passare dovrebbe raccogliere almeno 100 “sì”. Ma per chi presenterà la risoluzione quale è il numero di consensi necessario per considerarla un successo e una umiliazione per Mosca? In un background briefing avuto con i giornalisti da un alto funzionario della missione USA guidata dall’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield, alla domanda su quanti “sì” Washington si aspetta, è stato risposto che “per noi è necessario che la risoluzione passi. L’obiettivo primario è l’approvazione”.

All’Assemblea Generale non c’è il potere di veto, però la Russia aveva, con una lettera inviata a tutti i paesi membri, già chiesto di far esprimere a tutti “segretamente” il voto. Per gli Usa, la richiesta era “una mossa disperata” di chi stava cercando di fuggire alle proprie responsabilità e alla condanna della comunità internazionale. Dai complicati regolamenti dell’Assemblea, non era chiaro se i russi sarebbero riusciuti a far approvare la loro richiesta di sospensione del voto palese, ma poi la mozione presentata subito lunedì pomeriggio dall’Albania e la sua approvazione, ha tolto ogi dubbio: il voto rimarrà palese. Intanto però la precedente astensione avvenuta al Consiglio di Sicurezza di Cina, India, Brasile e Gabon in Consiglio di Sicurezza, dovrebbe preoccupare molto gli Stati Uniti e tutti gli altri co-sponsor della risoluzione: quel voto di astensione potrebbe influenzare molti altri paesi e rendere il passaggio della risoluzione meno “trionfante” di quello che fu per la risoluzione di condanna della Russia votata sempre in Assemblea Generale lo scorso marzo.
I recenti bombardamenti russi delle città ucraine inclusa Kiev come rappresaglia di Putin al precedente attentato al ponte in Crimea, potranno influenzare il voto di mercoledì e spingere in alto il numero dei “sì” alla risoluzione?
Intanto non si è fatta attendere la reazione del Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres all’escalation dei crimini commessi in guerra. In una dichiarazione trasmessa dal suo portavoce Stephan Dujarric, si legge: “Il Segretario generale è profondamente scioccato dagli attacchi missilistici su larga scala di oggi da parte delle forze armate della Federazione Russa alle città di tutta l’Ucraina che, secondo quanto riferito, hanno provocato danni diffusi alle aree civili e provocato la morte e il ferimento di dozzine di persone. Ciò costituisce un’altra inaccettabile escalation della guerra e, come sempre, i civili stanno pagando il prezzo più alto”.
Il presidente dell’Assemblea Generale Csaba Korosi, nel suo discorso – in cui ha utilizzato tutte le lingue ufficiali dell’ONU tranne il cinese e lo spagnolo – non ha lasciato dubbi su come la pensasse sulla questione della violazione della UN Chater da parte della Russia:
Questa guerra non avrà vincitori – tutti stanno perdendo…. Come se gli orrori in Ucraina non bastassero, siamo costretti a convivere con la paura costante di un disastro nucleare…. L’AIEA ha avvertito che si sta “giocando con il fuoco”. Quando si tratta di questioni nucleari, qualsiasi azione o affermazione irresponsabile è inaccettabile. E ogni minaccia di usare armi nucleari dovrebbe essere universalmente condannata. La Carta delle Nazioni Unite è chiara. L’Assemblea Generale è stata chiara. Il Segretario Generale è stato chiaro. L’aggressione è illegale. La risoluzione GA del 14 dicembre 1974 definisce l’aggressione come l’uso della forza armata da parte di uno Stato contro la sovranità, l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di un altro Stato. Tale atto è definito incompatibile con la Carta. Invadere un vicino è illegale. L’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite afferma che “Tutti i membri si astengono nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. L’annessione di territori di altri paesi con la forza è illegale. La risoluzione GA del 24 ottobre 1970, la Dichiarazione sui principi di diritto internazionale in materia di relazioni amichevoli e di cooperazione tra gli Stati, ha rafforzato che il territorio di uno Stato non deve essere oggetto di acquisizione da parte di un altro Stato risultante dalla minaccia o dall’uso della forza. È incompatibile con le finalità ei principi della Carta. E come ha sottolineato il Segretario generale, i “referend” nelle regioni occupate “non possono essere definiti una genuina espressione della volontà popolare… Dobbiamo trovare una soluzione politica basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale. Dobbiamo tenere aperta la porta alla diplomazia. I combattimenti tra Russia e Ucraina devono cessare. Come ha deciso l’Assemblea Generale nella sua risoluzione adattata il 2 marzo 2022, “le truppe della Federazione Russa devono essere ritirate dal territorio dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”. Qual è l’alternativa? Un mondo senza regole condivise. Un mondo senza pace. Un mondo senza futuro. Dobbiamo impegnarci nuovamente a rispettare i valori, i principi e le finalità della Carta. Se vogliamo andare avanti come comunità globale, dobbiamo fornire risposte. Il mondo ci guarda.
Qui sotto il twit con cui la missione d’Italia all’ONU ricorda come il Segretario Generale Guterres abbia condannato le annessioni della Russia in Ucraina.
#BREAKING Today UNGA77 resumes Emergency Special Session on #Ukraine to take action on Res. "Territorial Integrity of 🇺🇦: Defending the Principles of UN Charter", co-sponsored also by 🇮🇹+🇪🇺 to #StopRussianAggression.
We call on all UNMS to get together & stand up for #UNCharter. pic.twitter.com/Lts0w0lP3v
— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) October 10, 2022
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