A poche ore dal clamoroso attentato dinamitardo contro il ponte che collega Crimea e Russia, definito dal presidente russo Vladimir Putin “un atto terroristico” perpetrato dai servizi ucraini, lunedì mattina Mosca è passata alla rappresaglia con un’intensa serie di bombardamenti su numerose città dell’Ucraina, tra cui la capitale Kyiv.
I raid sono stati eseguiti in piena mattinata, durante l’ora di punta, e hanno provocato la morte di una decina di civili e il danneggiamento di numerose infrastrutture. Esplosioni sono state riportate in tutta l’Ucraina: dal centro (Kyiv, Charkiv, Dnipro, Kremenchuk), all’ovest (Leopoli, Ternopil e Zhytomyr) fino al sud (Zaporizhzhia). Un violento scoppio sarebbe stato avvertito anche nell’est del Paese, come riportato da alcuni residenti della regione frontaliera russa di Belgorod.
I danni più gravi son stati però registrati nel centro di Kyiv, dove almeno 8 persone hanno perso la vita e altre 12 sono rimaste ferite, secondo il resoconto della polizia cittadina. Al risuonare degli allarmi, gli abitanti si sono radunati in massa all’ingresso delle stazioni della metropolitana e dei parcheggi per ripararsi dai missili russi, uno dei quali è precipitato vicino a un parco giochi per bambini, dove ha scavato un cratere.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato sul suo account Telegram che la Russia “sta cercando di distruggerci e cancellarci dalla faccia della terra”, invitando i suoi concittadini a “non lasciare i rifugi” e a “tenere duro”.

L’attacco arriva poche ore prima di una cruciale riunione tra Putin e il suo consiglio di sicurezza, il primo dopo il clamoroso attentato di domenica contro il ponte di Kerch. L’infrastruttura, il ponte più lungo d’Europa grazie ai suoi 19 km di lunghezza, ha un enorme valore simbolico e logistico, in quanto unico collegamento via terra tra la Crimea (annessa da Mosca nel 2014) e la Russia continentale, e perciò fondamentale snodo per i soldati russi diretti nell’Ucraina sud-orientale.
Nonostante la paternità degli attacchi non sia stata ancora rivendicata, ieri il presidente russo si è detto certo che si sia trattato di un “attentato terroristico diretto alla distruzione di infrastrutture civili russe di importanza critica”, i cui autori, gli esecutori e i mandanti sarebbero “i servizi speciali dell’Ucraina”.
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