L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è riunita martedì mattina, adottando consensualmente la risoluzione che stabilisce l’obbligo di un dibattito entro dieci giorni da un veto avvenuto nel Consiglio di Sicurezza.
Fin dalla creazione dell’ONU, infatti, i cinque membri permanenti hanno potuto decidere di respingere una qualsiasi decisione del Consiglio di sicurezza, e lo hanno fatto ben 295 volte nel corso degli anni: la prima nel 1946, l’ultima solo due mesi fa.
Non è una coincidenza che sia stata la Russia, ex-Unione Sovietica, ad usare il potere di veto entrambe le volte: il paese, infatti, è responsabile per quasi metà dei veti, un numero altissimo al quale si avvicinano solo gli Stati Uniti con 82 rifiuti in tutto.
D’ora in poi, però, per ogni veto imposto ad una risoluzione nel Consiglio di Sicurezza da uno dei cinque paesi, sarà obbligatorio tenere un incontro dei 193 membri dell’Assemblea Generale, volto ad esaminare e commentare la situazione in questione. Il membro permanente che avrà posto il veto durante i lavori del UNSC dovrà rivolgersi alla UNGA, spiegando i motivi dietro a questa scelta.
La proposta del Liechtenstein e degli 83 co-sponsor, inclusi Stati Uniti, UK e Italia, è dovuta al fatto che, in molti, considerino il veto causa di inattività, specialmente quando si tratta di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
“(Il veto) non dovrebbe essere usato con leggerezza. Non dovrebbe prevenire il Consiglio dal soddisfare il suo mandato,” ha sostenuto l’ambasciatrice britannica all’ONU Barbara Woodward. “Per questo motivo, oggi, supporto questa proposta. La Russia ha usato il veto 17 volte negli ultimi 11 anni per bloccare gli sforzi del Consiglio nel proteggere i siriani. Lo ha poi usato nuovamente per fermare il Consiglio dal reagire alla sua guerra illegale ed ingiustificata verso l’Ucraina. Lo ha fatto in maniera isolata, il che dimostra la mancanza di supporto internazionale.”

È accaduto spesso che il veto da parte di uno dei cinque membri permanenti prevenisse un’azione dell’ONU proprio nei confronti di Russia, Stati Uniti, Cina, Inghilterra o Francia.
“Con il potere di veto viene la responsabilità di lavorare per conseguire gli obiettivi ed i principi della Carta dell’ONU, in tutti i momenti,” ha detto l’ambasciatore del Liechtenstein, Christian Wenaweser, introducendo la sua mozione.
Da molti decenni si discute una modifica al diritto di veto, parlando sia dell’opzione di rimuoverlo totalmente, che di impedire che la Russia, in particolare, lo eserciti. Recentemente, il presidente ucraino Zelensky ha commentato la riforma, a suo parere, necessaria “affinché il diritto di veto non si trasformi nel diritto di uccidere”.
Nonostante la risoluzione sia passata senza che si tenesse un voto ufficiale, diverse delegazioni hanno annunciato che si sarebbero astenute, mentre la Bielorussia ha dichiarato che si sarebbe dissociata dal risultato. I rappresentanti della Russia, dopo l’adozione della nuova misura, hanno espresso “nessun desiderio di unirsi al consenso” degli altri stati.