Sono le 9 di sera a New York. Al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti hanno convocato improvvisamente una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina subito dopo il discorso di Putin alla Russia in cui ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche del Donbass e l’invio, sotto richiesta, di soldati “peacekeepers”. Un’azione, quella di Mosca, incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite. A ribadirlo più chiaramente è stato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, “straordinariamente preoccupato” per la crisi ucraina, tanto da aver cambiato i suoi piani di viaggio ed essere rientrato a New York, pronto a mettersi al tavolo della diplomazia.
“I prossimi giorni saranno critici – ha detto la sottosegretaria agli affari politici dell’Onu, Rosemary Dicarlo, durante la riunione dei Quindici – Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto ad ogni costo“. Tra le mura dell’Headquarters dell’Onu, gli interventi degli ambasciatori occidentali si sono concentrati sulle prevaricazioni di Putin, che ha violato la sovranità di uno Stato membro dell’Organizzazione.

Fanno rabbrividire le parole dell’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield che avverte sulle conseguenze delle azioni russe: “saranno terribili, in tutta l’Ucraina, in tutta Europa e in tutto il mondo”. Per la diplomatica statunitense non è difficile immaginare le motivazioni del leader del Cremlino. “Putin sta testando il nostro sistema internazionale” per vedere “fino a che punto può spingerci… Oggi, ha rilasciato una serie di affermazioni oltraggiose e false sull’Ucraina volte a creare un pretesto per la guerra” ha spiegato, smentendo sia l’intenzione dell’Ucraina di chiedere armi nucleari all’Occidente, sia l’intenzione degli Stati Uniti e dei suoi alleati di fornirle.
“Putin – continua l’ambasciatrice USA – ha affermato che la Russia oggi ha una legittima pretesa su tutti i territori dell’Impero russo; lo stesso impero russo precedente all’Unione Sovietica, di oltre 100 anni fa. Ciò include tutta l’Ucraina. Include la Finlandia. Comprende la Bielorussia, la Georgia e la Moldova, il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan, il Turkmenistan, l’Uzbekistan e la Lituania, la Lettonia e l’Estonia. Comprende parti della Polonia e della Turchia. In sostanza, Putin vuole che il mondo viaggi indietro nel tempo… In un’epoca in cui gli imperi governavano il mondo… Non è il 1919. È il 2022. Le Nazioni Unite sono state fondate sul principio della decolonizzazione, non della ricolonizzazione”. Poi, conclude: “siano impegnati ad andare avanti, non a tornare indietro”.
“Chi sarà il prossimo?” si chiede invece Ferit Hoxha, rappresentante dell’Albania. Con tono di sfida, il diplomatico ucraino, Sergij Kislicja, quasi ricalcando le parole del presidente Volodymyr Zelens’kyj, dichiara davanti ai membri del Consiglio che la sua gente non ha “paura di niente e nessuno”. Definisce la Russia un “virus” che ha istigato la guerra e il caos per otto anni. Poi, l’attacco alle Nazioni Unite: “sono malate. È un dato di fatto: sono state colpite dal virus diffuso dal Cremlino“.
L’ambasciatrice britannica Barbara Woodward pone invece l’accento sul “terribile impatto umanitario” che potrebbe colpire l’Ucraina, e accusa la Russia di “prendere in giro gli impegni presi attraverso il Memorandum di Budapest e gli Accordi di Minsk“. Regno Unito e Francia, insieme ai partners europei, promettono “nuove sanzioni“. Il francese Nicolas de Rivière sbugiarda Mosca, ricordando come “il 17 febbraio, il rappresentante russo ha pubblicamente riconosciuto davanti al Consiglio che ‘non c’era alternativa’ agli accordi di Minsk e che questi erano ‘l’unica base giuridica riconosciuta a livello internazionale’ per la risoluzione del conflitto in Ucraina…, ma la realtà oggi è fondamentalmente diversa. La Russia sta scegliendo la strada della sfida e del confronto“.
Mantiene la sua linea l’ambasciatore russo, Vasilij Nebenzja, che ribadisce di essere certo che gli Stati Uniti e i loro alleati stiano “armando” gli ucraini e accusa Kiev di non volere veramente una soluzione diplomatica al conflitto. La Cina, invece, resta equidistante e spera in una soluzione pacifica.
Insomma, tutto fumo e niente arrosto al Consiglio di Sicurezza. Alle Nazioni Unite, nessuna risoluzione su sanzioni o altre punizioni potrebbe passare, dal momento che la Russia detiene uno dei cinque seggi permanenti con diritto di veto. Ma certamente è stata un’occasione per gli Stati Uniti e i suoi alleati per sostenere l’Ucraina in prima serata e denunciare la Russia sulla scena mondiale, mostrando come, ormai, Mosca sia sempre più isolata nella comunità internazionale.