In Myanmar sgorga sangue da tutte le parti. Ad un anno dal colpo di stato militare sono oltre 1500 le persone uccise nella brutale repressione, più di 11000 quelle ancora detenute, almeno 600 i destinati al carcere e 45 i condannati a morte. Tra gli imprigionati c’è anche Aung San Suu Kyi, la leader della Lega Nazionale per la Democrazia, che il 1° febbraio scorso avrebbe dovuto insediarsi a capo del nuovo governo, ma è stata arrestata e incriminata per frode elettorale dai golpisti.
Quel giorno, i militari hanno dato inizio ad una vera e propria impresa criminale con omicidi, torture, rapimenti e sequestri dei beni alla popolazione birmana, costringendo oltre 400.000 persone a scappare e diventare sfollati. Molti hanno invece attraversato la Thailandia e l’India; altri ancora, spinti dalla disperazione, si sono rifugiati nella giungla e vivono senza cibo, né riparo, né igiene.

Ma i golpisti sembrano farla franca: agiscono indisturbati mentre continua l’annientamento del popolo birmano. E dalle Nazioni Unite, l’esperto indipendente dei diritti umani, Tom Andrews alza la voce per spronare gli Stati membri ad intraprendere un’azione più decisa. “È inaccettabile che sia passato un anno senza una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che imponga un embargo globale sulle armi” ha dichiarato, chiedendo ai Quindici di trovare un’intesa per fermare l’uccisione di innocenti. Nel frattempo, Andrews ha fatto sapere che presto pubblicherà un rapporto che identifica le armi nell’arsenale della giunta e i luoghi di provenienza.
Sempre dall’Onu arriva anche un nuovo piano di risposta umanitaria. Jens Laerke, vice portavoce dell’OCHA, ha presentato il piano di aiuti per il 2022 in Myanmar che richiederebbe ben 826 milioni di dollari, il doppio rispetto allo scorso anno.
Sono 6,2 milioni le persone bisognose, afflitte non solo dalle turbolenze economiche e politiche del 2021, ma anche dall’impatto devastante della pandemia Covid-19. Disgrazie che hanno ridotto metà della popolazione in povertà e condannato i più piccoli alla malnutrizione.
Nel giorno dell’anniversario non è mancato il messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che nel rimarcare la crisi umanitaria nel Paese, ha sottolineato anche le aspirazioni democratiche del popolo.