“La solidarietà verso i migranti non è mai stata così urgente”. Lo ha detto il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres commentando la Giornata Internazionale dei Migranti, celebrata ogni 18 dicembre dal 1990. Quest’anno, l’obiettivo è quello di migliorare la cooperazione internazionale e rendere il sistema più compassionevole, sfruttando “l’intero potenziale della mobilità umana”.
Nel 2020 i migranti sono stati in 281 milioni, circa il 3.6 per cento della popolazione globale. Le loro condizioni sono state rese particolarmente drammatiche dalla pandemia, che ha rimosso molti dei servizi di supporto a loro dedicati, lasciandoli bloccati lontani da casa. “Eppure, durante la pandemia, i migranti hanno arricchito le società ovunque e sono spesso stati in prima linea nella risposta al COVID-19, in quanto scienziati, operatori sanitari e lavoratori essenziali”. Guterres ha poi sottolineato come i gruppi più vulnerabili (donne, bambini e minoranza etniche) “continuano a dover affrontare stigmatizzazione, disuguaglianze, xenofobia e razzismo”.
Mobility is a defining feature of humanity.
IOM marks seven decades of promoting safe, human and orderly migration for all. pic.twitter.com/zMdsLL9kvT
— IOM – UN Migration 🇺🇳 (@UNmigration) December 5, 2021
La giornata di oggi cade a 70 anni dalla Conferenza di Bruxelles, nella quale è stata fondata l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Il Presidente, António Vitorino, ha raccontato in un video-messaggio la storia dell’organizzazione ed il contributo dei migranti nelle comunità in cui vivono. “Il positivo impatto sociale ed economico nei paesi in cui risiedono (i migranti), ed i $540 miliardi rimessi l’anno scorso nelle comunità dei paesi a reddito basso e medio, sono misure delle industrie, dell’imprenditorialità e del senso di comunità delle quali tutti noi godiamo”, ha detto Vitorino. Il Presidente dell’OIM ha parlato degli effetti della pandemia sui migranti, che avrebbe aumentato l’odio e la strumentalizzazione delle loro vite in politica: “è inaccettabile” ha evidenziato.
Anche secondo Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO, non ci si può permettere che il bisogno di fermare la pandemia limiti ulteriormente le possibilità di chi deve trasferirsi all’estero per trovare un futuro migliore. La pandemia continua, infatti, a rendere peggiori le condizioni che già prima influenzavano le migrazioni: insicurezza alimentare, conflitti e gli effetti del cambiamento climatico. “Riconosciamo quanto sia urgente intervenire per proteggere i migranti più vulnerabili e, in particolare, assicurarsi che vengano incluse nelle società che li accolgono”, ha dichiarato Azoulay.