A vent’anni dalla Dichiarazione e Programma d’Azione di Durban, governi e ministri dei paesi membri dell’ONU si sono riuniti alla 76esima Assemblea Generale per discutere riparazioni, giustizia razziale e uguaglianza per le persone di origine africana nel mondo.
La Dichiarazione, che ha stabilito un quadro internazionale completo per combattere discriminazione e intolleranza nel mondo, non ha ancora portato ai risultati sperati. In molti, se non tutti, i paesi del mondo, infatti, persiste il razzismo strutturale e sistematico che continua a privare le persone nere dei loro diritti fondamentali. Esiste, inoltre, tutt’ora una forte connessione tra razzismo e disuguaglianza di genere, che pone le donne nere particolarmente a rischio.
UN Human Rights Chief @mbachelet calls on States to come together to #FightRacism and discrimination. Ending systemic racism concerns all of us, irrespective of race, colour, descent, ethnic or national origin, affiliation, religion or belief.
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“Dobbiamo invertire le conseguenze di generazioni di esclusione e discriminazione – includendo le ovvie dimensioni sociali ed economiche usando un quadro di giustizia riparatoria,” ha dichiarato il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres.
Anche secondo l’Alta Commissaria per i Diritti Umani Michelle Bachelet, è fondamentale che vengano considerate le conseguenze permanenti del razzismo, considerato che milioni di persone continuano a soffrirne tutt’ora come conseguenza dello sfruttamento coloniale.
“Le riparazioni devono andare oltre i simbolismi, includendo restituzioni (economiche), riabilitazione e garanzie che non succederà mai più,” ha detto Bachelet.