Si avvicina il primo giorno di scuola in molti paesi. 140 milioni di bambini che dovrebbero iniziare la prima elementare, però, potrebbero non entrare in classe anche quest’anno per via della pandemia.
Il nuovo comunicato stampa dell’UNICEF esprime le preoccupazioni degli esperti per questa generazione di bambini, che potrebbe perdere l’occasione di imparare competenze di base, ottenere indipendenza, e creare connessioni profonde con insegnanti e compagni di classe. L’equivalente della prima elementare, in tutto il mondo, è uno tra gli anni più importanti: fornisce ai bambini gli elementi fondamentali che useranno per il resto della loro vita.
Secondo i dati ottenuti dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, almeno 8 milioni di bambini aspettano il loro primo giorno di scuola da oltre un anno, poiché vivono in paesi dove gli istituti sono rimasti chiusi a partire dall’inizio dell’emergenza COVID.
Durante il 2020, le scuole sono state chiuse in media per 79 giornate di insegnamento, nonostante ben 168 milioni di bambini non
Secondo un comunicato pubblicato dall’UNICEF a marzo di quest’anno, sono 14 i paesi dove le scuole sono rimaste chiuse dal marzo del 2020 al febbraio 2021. Due terzi di questi sono in America Latina o nei Caraibi, un’area geografica già economicamente svantaggiata che soffrirà molto gli effetti delle chiusure delle scuole.
Secondo la Banca Mondiale, infatti, gli anni di istruzione ricevuti da un bambino sono direttamente collegati alla quantità di denaro da loro guadagnata da adulti. È stato ipotizzato, quindi, che questa generazione di studenti perderà $10 trilioni nel tempo per via delle chiusure.
Ad oggi, l’UNICEF continua a monitorare le chiusure delle scuole in giro per il mondo, con mappe aggiornate sul sito a riguardo. Con il comunicato stampa, l’organizzazione vuole sollecitare i governi locali a dare la priorità alla riapertura degli istituti scolastici appena la diffusione del coronavirus lo consenta.
I suggerimenti dell’UNICEF, in collaborazione con l’UNESCO e la Banca Mondiale, includono il riportare gli alunni a scuola, in un ambiente in cui i loro bisogni accademici, salutari, sociali e psicologici possano essere soddisfatti, creare programmi di recupero per i mesi persi, e supportare gli insegnanti con iniziative volte all’aggiornamento.
“Il primo giorno di scuola di ognuno di noi è un giorno pieno di speranza e possibilità – un giorno per partire sul piede giusto. Ma non tutti i bambini stanno iniziando con il piede giusto. Alcuni bambini non stanno iniziando affatto,” ha detto la direttrice esecutiva dell’UNICEF Henrietta Fore. “Dobbiamo riaprire le scuole per le lezioni dal vivo il prima possibile, e dobbiamo affrontare immediatamente le lacune create dalla pandemia. Se non lo facciamo alcuni bambini non recupereranno mai.”
Nelle prossime settimane, l’UNICEF continuerà a fare pressione sui governi locali per evitare che si presenti una catastrofe nel campo dell’istruzione. Intanto lo stato di New York, come molti altri negli Stati Uniti, si prepara a riaprire le scuole, mettendo in atto norme di sicurezza specifiche per tenere al minimo i contagi.