Mario Draghi sceglie la Libia e vola a Tripoli per la sua prima visita di politica estera in veste di Presidente del Consiglio italiano. “E’ un momento unico”, non solo per i libici, ma anche per “ricostruire quella che è stata un’antica amicizia” ha dichiarato orgoglioso il premier, sottolineando ancora una volta la volontà dell’Italia a riproporsi come interlocutore privilegiato.
Accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, Draghi ha incontrato Abdul Hamid Dbeibah, primo ministro ad interim del nuovo governo di unità nazionale, nato recentemente grazie al forum di dialogo intralibico guidato dalla road map delle Nazioni Unite.
Per Draghi, l’incontro è stato “straordinariamente soddisfacente, caloroso e ricco di contenuti”. Dbeibah, dal canto suo, ha ringraziato il suo omologo per la “considerazione e la serietà” dimostrata: “apprezziamo questa visita speciale, l’Italia è tra i pochi Paesi che ha mantenuto i rapporti con Tripoli in un momento molto difficile”.

La Libia potrebbe finalmente essere davanti ad una svolta di unità e stabilità, e Roma vuole essere al suo fianco. È un paese dove vertono interessi strategici per l’Italia, sia economici sia politici. E durante la conferenza congiunta, i due leader hanno parlato della “cooperazione nel campo energetico ed infrastrutturale, sanitario e culturale”. “C’è la volontà di riportare l’interscambio tra i due paesi ai livelli che aveva 5-6-7 anni fa – ha spiegato Draghi – e anzi la conversazione di oggi mi assicura che si vuole anche superare quel livello”.
C’è ottimismo dunque, ma i progetti di cooperazione non sono stati ancora annunciati. Tra questi potrebbe includersi la ricostruzione dell’aeroporto di Tripoli, motivo per cui nel giorno di Pasquetta, i dirigenti del Consorzio Aeneas e dell’agenzia italiana per il servizio aereo (Enav) si sono recati nella città libica. E potrebbe anche completarsi l’autostrada che avrebbe dovuto attraversare il paese, promossa dall’ex premier Silvio Berlusconi all’allora Muhammar Gheddafi. Per quanto riguarda il settore energetico, Dbeibah ha rimarcato il ruolo dell’Eni, con cui si concluderanno diversi accordi per aumentare la collaborazione tra i due paesi.

Sull’immigrazione, Draghi ha espresso “soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi… Aiutiamo e assistiamo la Libia, ma il problema non è solo geopolitico è anche umanitario”. E per Dbeibah è una questione europea ed internazionale.
A questo proposito, le parole pronunciate dal premier italiano hanno scatenato non poche polemiche. Il deputato Nicola Fratoianni dalla Sinistra italiana ha insinuato come “evidentemente – a Draghi sfugga – la differenza tra salvataggio e cattura”. Dal Partito Democratico, si aggiunge anche la critica di Matteo Orfini che ha twittato: “Significa dirsi soddisfatti della sistematica violazione dei diritti umani. Era inaccettabile quando lo dicevano i suoi predecessori. È inaccettabile anche oggi che a dirlo è lui”.
Infine è arrivata anche la reazione dell’Onu, quando durante il briefing abbiamo chiesto a Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale cosa pensi Antonio Guterres del lavoro svolto dalla Libia con i migranti e della dichiarazione del leader italiano che lodava gli sforzi libici. Ha risposto che non è sua intenzione “commentare la posizione del Primo Ministro italiano”, ma crede che “noi abbiamo problemi sul modo in cui i migranti sono stati trattati nel Mediterraneo, in Libia e in altri paesi, e questi sono chiari e non sono cambiati. Lascio a voi i pro e i contro”. (I’m not going to comment on the Prime Minister’s position. I think our issues with the way that migrants have been treated in the Mediterranean, have been treated in Libya and other countries, are clear and unchanged. And I think I will let you do the compare‑and‑contrast).