Linda Thomas-Greenfield, scelta da Joe Biden come ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU, è la seconda afroamericana a ricoprire questa carica. Giovedì è arrivata a New York per consegnare le sue credenziali al Segretario Generale Antonio Guterres. “Questa mattina è stato uno sprint” ha detto sorridente presentandosi al Palazzo di Vetro ai giornalisti, e appellandosi alla sua esperienza professionale, ha sottolineato: “La diplomazia consiste nel mostrare compassione, gestire i punti di divisione e riunire le persone”.
All’headquarter dell’ONU, le aspettative sono alte per la nuova ambasciatrice, che è stata anche elevata, a differenza del suo predecessore, al rango ministeriale dal presidente americano. “L’America è tornata“, ha concluso facendo eco alle parole pronunciate da Biden. “Il multilateralismo è tornato. La diplomazia è tornata“.
Inaspettatamente, la neo-ambasciatrice non ha risposto alle domande dei giornalisti, ma la sua conferma arriva proprio mentre gli Stati Uniti stanno per assumere la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza, l’organo più potente dell’organizzazione. E per l’occasione terrà una conferenza stampa d’inaugurazione. In quel ruolo dal 1° marzo, Thomas-Greenfield dirigerà le riunioni del Consiglio e ne annuncerà le decisioni, interfacciandosi con la stampa quotidinamente.
Martedì era stata confermata dal Senato americano con 78 voti a favore e 20 contrari e mercoledì ha prestato giuramento davanti alla vicepresidente Kamala Harris.
La Greenfield ha ricevuto critiche da parte dei repubblicani del Senato in quanto, in passato si era pronunciata a favore degli investimenti della Cina in Africa. Prima della sua conferma però, aveva comunque sottolineato di dover prestare attenzione al Dragone. Ma a parte la Cina, la nuova ambasciatrice dovrà rilanciare la presenza di Washington alle Nazioni Unite, che si è notevolmente ridotta durante gli anni dell’America First. Donald Trump aveva infatti ritirato gli USA sia dall’UNESCO, che dall’OMS; aveva rinnegato accordi internazionali chiave come l’accordo nucleare iraniano e l’accordo sul clima di Parigi. Il presidente Biden ha già rimediato annunciando il rientro degli Stati Uniti come è già avvenuto la scorsa settimana con il suo inviato speciale per il Clima John Kerry che ha ufficializzato il rientro nel trattato di Parigi.
Sarà compito di Linda Thomas-Greenfield guidare il rinnovato impegno degli Stati Uniti all’interno dell’organizzazione internazionale. E lei sembra essere la persona perfetta, basta osservarne la carriera.
Nata in Louisiana 68 anni fa, ha avuto un’infanzia punteggiata da tensioni razziali. Durante gli anni alla Louisiana State University ha subito molestie nel suo dormitorio ed è stata vittima di insulti razziali da parte di un professore di storia. Dopo il college, ha frequentato la University of Wisconsin per la scuola di specializzazione ed è entrata a far parte del Foreign Service nel 1982. Ha una lunga carriera diplomatica. È stata ambasciatrice in Liberia, ma ha ricoperto incarichi anche in Kenya, Gambia e Nigeria. Dal 2013 al 2017, al Dipartimento di Stato, è stata la principale diplomatica degli Stati Uniti per gli affari africani, dove ha contribuito a supervisionare la risposta all’epidemia di Ebola.
“Abbiamo molto da fare” ha sottolineato la Greenfield, “e siamo pronti per metterci al lavoro“.
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