Si è tenuto oggi un Consiglio di Sicurezza dell’ONU, durante il quale il Segretario Generale Guterres ha ribadito l’urgenza di cambiare rotta relativamente al cambiamento climatico, che ha più volte chiamato “la questione decisiva del nostro tempo”. Nel suo briefing ai paesi del Consiglio, ha sottolineato il bisogno di agire in quattro principali ambiti: prevenzione, protezione, sicurezza e collaborazione.
Il segretario ha avvertito che la “nuova norma”, fatta di inondazioni, terribili tempeste come quella che sta colpendo il Texas, incendi e siccità non danneggiano solamente l’ambiente, ma anche la stabilità politica, economica e sociale.
La riunione è stata presieduta da Boris Johnson, in quanto la Gran Bretagna è presidente del Consiglio questo mese. Johnson si è unito al Segretario Generale dicendo che “che vi piaccia o no, è una questione di quando, non se il vostro paese e il vostro popolo dovranno affrontare gli impatti del cambiamento climatico sulla sicurezza”. La Gran Bretagna sarà co-ospite del COP26, conferenza globale sul cambiamento climatico che si terrà questo novembre a Glasgow.
Al fianco del primo ministro c’era un ospite d’eccezione: lo storico naturale e divulgatore scientifico Sir David Attenborough, voce storica dei documentari BBC sull’ambiente e vero e proprio idolo intergenerazionale in Gran Bretagna. “Se continuiamo sulla attuale strada, vedremo il collasso di tutto ciò che ci dà la nostra sicurezza: produzione di cibo, accesso ad acqua pulita, una temperatura ambiente abitabile, le catene alimentari degli oceani”, e inoltre “se il mondo naturale non può più supportare i nostri bisogni essenziali, tutto il resto della civiltà si guasterà velocemente”.
Nonostante la situazione sia critica, non tutto è perduto. “La scienza è chiara”, ha detto Guterres, “dobbiamo limitare l’aumento della temperatura globale a 1.5 gradi entro la fine del secolo”, vale a dire raggiungere gli obiettivi degli accordi di Parigi su cui siamo per ora in forte ritardo. Sir Attenborough ha confermato che, se i governi agiscono abbastanza facilmente, “possiamo trovare una nuova stabilità”.
L’enfasi è stata posta sulle nuove generazioni. “Le persone in tutto il mondo ora capiscono che non è solo un problema che colpirà le prossime generazioni”, ha detto Sir David. “Sono le persone vive oggi, ed in particolare i giovani, che vivranno con le conseguenze delle nostre azioni”.
Gli ha fatto eco Nisreen Elsaim, attivista sudanese che presiede lo UN Youth Advisory Group sul cambiamento climatico: “come persona giovane, sono sicura che i giovani sono la soluzione. Dateci più spazio, ascoltateci e coinvolgeteci”.